Social killer. La rivolta dei nuovi schiavi

Copertina anteriore
Isbn Edizioni, 2009 - 347 pagine
Social killer: svegliarsi un bel mattino, caricare l'AK47 e andare al lavoro e ammazzare tutti quanti. Questo è quello che accadeva nell'America della "Reaganomics", quando alcuni impiegati postali all'improvviso si trasformavano in sanguinari assassini. Mark Ames racconta i protagonisti, analizza le loro "ragioni", passa in rassegna le spiegazioni più in voga: follia individuale, violenza diffusa, armi facili, emulazione di cattivi modelli. Ma ne manca una: il lavoro stesso. La solitudine dei lavoratori non più difesi dal sindacato, sottoposti alla crudeltà della nuova cultura aziendale, sostiene Ames, riporta la storia americana al tempo della schiavitù. Chi definirebbe oggi le rivolte degli schiavi come episodi di violenza gratuita a opera di pazzi isolati? "Social killer" ci fa riconsiderare l'idea che abbiamo del lavoratore, dello schiavo e dei padroni invisibili che governano le nostre vite, fino a convincerci che le sue scioccanti argomentazioni sono tutt'altro che paradossali.
 

Pagine selezionate

Sommario

STIPENDI DI RABBIA
163
Cessazione Cessazione
176
Un insignificante ufficioformicaio
190
Cattiveria non rabbia
209
PIÙ RABBIA PIÙ RABBIA
224
Rabbia per solidarietà
239
emulatori
253
Andy lanoressico
267
Ragazzi spia
289
FUGA DALLA SCUOLA MEDIA
303
Uno sconosciuto gentile e premuroso
316
Peggy Sue è sotto terra
331
POST SCRIPTUM
345

Parole e frasi comuni

Informazioni bibliografiche