Poesie di Luigi Carrer ...

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F. Le Monnier, 1859 - 638 pagine
 

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Pagina 43 - L' indomabile destrier. Poco va che fiero ascolta Un nitrito rimbombar, E la gente in fuga volta Solo il lascia a battagliar. Era il sole a cader presso, E il re stavasi al veron, Isabella avea da presso E moveale tal sermon: - Parti, sorto appena il giorno, Quell' ardito biscaglin; Cade il sol, nè fa ritorno; Qual ne pensi sia il destin?
Pagina 46 - Manda l' organo un concento Quasi il tocchi arcana man, Ogni lume a un tratto è spento, E rimugge il tuon lontan. Poi de...
Pagina 46 - Fuori uscito della chiesa 185 tutta scorre la città, poi de' campi la via presa, dove andasse alcun noi sa. Lo spavento a mano a mano nella plebe si calmò...
Pagina 4 - Ma nel castello, sovresso il lago, Un infelice spirto dimora, Che ogni anno appare, dogliosa immago, La notte stessa, nella stess'ora; La notte e l'ora che si morì. Antica storia narra così.
Pagina 2 - Non cessa istante ch' io te non chiami; Sempre un intenso desio t' appella: Tieni, o sorella! vieni, o sorella! •Quando Fortuna bieco mi guata, A te pensando, sorella amata, L' alma languente lena ripiglia; E dico : bruna gli occhi e le ciglia, Bruna del crine le spesse anella, Ho una sorella, ho una sorella. Dacchè la madre mi fu rapita, Per sempre tolto dalla mia vita Credei l' affetto dolce e perenne, Che m' ebbe in cura, che mi sostenne, Ma quell' affetto mi rinnovella La mia sorella, la mia...
Pagina 216 - Dorsi de' colli e le valli profonde ; E il famelico augel, che più non trova Nell' erette pendici onde si pasca , Batte, radendo il suoi, l' ala raminga; Nelle viscere tue s'agita, o Terra, II magistero de' commessi germi, Onde i perduti onor Maggio ti renda. In questa speme l'arator meschino, Cui sorge albergo tra le viti e gli olmi Acuminato, si raccoglie e allegra Al foco intorno che scoppietta, e il bruno Volto arrossa alla sposa ed alla suora. Ma per le vie frequenti e per le piazze Della...
Pagina 6 - Sua mi disse, e dopo morie 10 l' attendo a star con me. Molle talamo di spuma Apparecchio per quel di, E il desio che mi consuma Ingannando vo cosi. Quando, giunto al passo estremo, 1l mio sposo a me verrà, Dello speco dove gemo Sul confin mi troverà. Di conchiglie al petto e al crine Due monili avvolgerò, E di verdi alghe marine Una zona ai fianchi avrò. Mi vedrà l'anello in dito Ch' ei lanciò dal seggio d'ór, E ch' io tenni custodito Anni ed anni presso il cor. — Lo conosci quest' anello...
Pagina 62 - Io pur fuggo, e d' amor l' eterne offese ; Varco rupi e foreste, e ognor vicina Stammi la cura che per suo mi prese. O lungo sconosciuta erma riviera I miei guai vo narrando ai salci e agli orni, E chiamo lei che il cor veder dispera.
Pagina 54 - L' usignuoletta sovra del balcone A udir si pone. Guerra si mosse, e il re tutti i soldati Ha numerati. Ha numerati, e vanno in piastra e maglia Alla battaglia. Si fa gran sangue, e sono in molte guise Le genti uccise. Jerolimina in campo anch' essa v' era Qual vivandiera; E portava rinfreschi intorno intorno Tutto quel giorno. ,,0h cielo! oh cielo! che è quel ch' l' veggio, Che il re ha la peggio?
Pagina 2 - Che m' ebbe in cura, che mi sostenne, Ma quell' affetto mi rinnovella La mia sorella, la mia sorella. Dch! quando il giorno temuto arrivi, Che di tua cara vista mi privi, Prima che il labbro divenga muto, Possa l' usato darti saluto, E sia l' estrema mia voce quella: Addio sorella, addio sorella!

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