Opere di Vittorio Alfieri: TragedieMolini Landi e Compagnia, 1807 |
Parole e frasi comuni
abborra Abner ACHIMELECH Agesilao AGESISTRATA AGIDE AGIZIADE allor amor anco ANFARE appieno Asdrubal asílo assai battaglia brama brando campo Cartagin Cartago ch'ei ch'io Cirta cittadini consorte crudo d'Agide DAVID Oh deggio donna Ecco efori entro favella fero fianco figlia Filistei forza fuggir gioja GIONATA Oh giuro gran grida guerrier Iddio inerme Infra iniquo innanzi io'l Israel lascia LEONIDA Licurgo madre MASSINISSA meco MICOL Oh Misero morir morte nemico niego nulla Numídi oggi ognor Oh cielo Oimè omai orribil padre parli periglio petto pianto pietade plebe ponno popol poscia possa pria prode pugna puoi puote pur troppo rabbia re di Sparta regno riedo s'io sacro salvo sangue Saúl Saulle SCENA SCIPIONE sdegno secura serba Siface SOFONISBA SOLDATI Sparta Spartani spento sposa svenarmi teco tosto tremo trono usbergo vedi veggo vendetta vinto virtude vittoria VITTORIO ALFIERI voglio volle vuoi
Brani popolari
Pagina 87 - Oh, figli miei... Fui padre. Eccoti solo, o re; non un ti resta dei tanti amici, o servi tuoi.
Pagina 21 - Abner, oh ! quanto in rimirar le umane Cose, diverso ha giovinezza il guardo, Dalla canuta età ! Quand'io con fermo Braccio la salda noderosa antenna. Ch'or reggo appena, palleggiava; io pure Mal dubitar sapea... Ma, non ho sola Perduta omai la giovinezza... Ah ! meco Fosse pur anco la invincibil destra D'Iddio possente !... o meco fosse almeno David, mio prode!...
Pagina 62 - Tu stesso in pianto a' piedi suoi; tu padre, 40 Pentito, si: ch'empio, noi sei... SAUL Pur troppo, Vero tu parli. Inesplicabil cosa Questo David per me. Non pria veduto Io l'ebbi in Eia, che a' miei sguardi ei piacque, Ma al cor non mai. Quando ad amarlo io presso Quasi sarei, feroce sdegno piomba In mezzo, e men divide: il voglio appena Spento, s'io il veggo, ei mi disarma, e colma Di maraviglia tanta, ch'io divento Al suo cospetto un nulla... Ah! questa al certo, 50 Vendetta è questa della man...
Pagina 46 - Chi sete voi?... Chi d'aura aperta e pura Qui favellò?... Questa? è caligin densa; Tenebre sono; ombra di morte.... Oh! mira; Più mi t'accosta; il vedi? il sol dintorno Cinto ha di sangue ghirlanda funesta.... Odi tu canto di sinistri augelli? Lugubre un pianto sull'aere si spande, Che me percuote, ea lagrimar mi sforza....
Pagina 25 - Col re sia pace. MICOL E sia col padre Iddio. SAUL . . . Meco è sempre il dolore. — Io men sorgea Oggi , pria dell'usato, in lieta speme. . . Ma, già sparì , qual del deserto nebbia, Ogni mia speme, — Omai che giova, o figlio, Protrar la pugna?
Pagina 50 - Israèle : a te si prostra, Te ne scongiura il servo tuo. Sani. La pace Mi è tolta; il sole, il regno, i figli, l'alma Tutto mi è tolto!... Ahi Saul infelice! Chi te consola? al brancolar tuo cieco, Chi è scorta, o appoggio?... I figli tuoi, son muti ; Duri son, crudi... Del vecchio cadente Sol si brama la morte : altro nel core Non sta dei figli, che il fatai diadema, Che il canuto tuo capo intorno cinge.
Pagina 57 - fin presso al polo — aquila altera ei stende « le reverende — risuonanti penne, «cui da Dio tenne, — ad annullar quegli empj, « che in falsi tempj — han simulacri rei « fatti lor Dei. — Già da lontano io '1 seguo; « e il Filisteo perseguo, « e incalzo, e atterro, e sperdo; e assai ben mostro «che due spade ha nel campo il popol nostro».
Pagina 75 - Lungi da me voi tutti. Voi mi tradite a prova, infidi, tutti. Itene, il voglio: itene al fin; lo impongo. Scena settima Saul Sol, con me stesso, io sto. - Di me soltanto, (misero re!) di me solo io non tremo.
Pagina 86 - T'intendo: morti or cadono tutti... MICOL Oimè!... I fratelli?... ABNER Ah! più figli non hai. SAUL — Ch'altro mi avanza?... Tu sola omai, ma non a me, rimani. — Io da gran tempo in cor già tutto ho fermo: e giunta è l'ora. — Abner, l'estremo è questo de
Pagina 5 - DAVID Qui freno al corso, a cui tua man mi ha spinto, Onnipossente Iddio, tu vuoi ch'io ponga? Io qui starò. — Di Gelboè son questi I monti, or campo ad Israel, che a fronte Sta dell'empia Filiste.