GastronomiaG. Antonelli, 1842 - 20 pagine |
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Parole e frasi comuni
aceto Alen Ambracia anchili anguille apparecchi arrosti aspra pelle Ateneo avea avrai Bizanzio cacio caldo callaria Caristo Casaubono celesti Numi D'orzo cena ch'è chestrato chiama cibi cimino Clearco colle comico compra confortin convien cottabo cotti Crisippo cucina cucinieri d'Archestrato dice DOMENICO SCINA Elope erano Erisso Eritrea famosa fichi secchi fior GASTRONOMIA gatti s'imbandisse mensa Ghiotto giungi giuoco Greci grosso guastan le vivande gustoso HARVARD COLLEGE Isocra l'acipenser L'astaco Labdaco leccumi leggiadria Lesbo Linceo Linneo lode malvagio il mormile Mitilene muggine neve Vince nome Numi D'orzo mangiano odor Olimpiade olio e untume Pericle pesce asino pesce che descrive pesce spada piglia pingue plastinge poema di Archestrato poeta polpa povertà son mostra precetti pregio presso Aten Rondelet salsa Di triti Selinunte Sibari Sicilia Siciliani silfio sinodonte Siracusa Siracusani soave squisiti storione stupendo gusto suol T'abbi Taso Tindari tonni triti aromi trova vanto vino vuol dire
Brani popolari
Pagina 15 - ... suoi tempi di grido, e di leggiadria, parlo bensì de' frammenti, che ci restano di lui, i quali chiaro ne mostrano il suo valore nella poetica. La disposizione de' suoi versi, la frase, la maniera degli epiteti, le parole, l'armonia, sono tutte Omeriche; Omero aveva egli studiato, d'Omero avea fatto tesoro, e lui ritrae in tutti i suoi versi. Ingegnoso, ardito, bizzarro trasporta, e sempre con grazia e venustà, a* cibi e alle vivande quelle voci vaghissime, colle quali il greco idioma solca...
Pagina 15 - La disposizione de' suoi versi, la frase, la maniera degli epiteti, le parole, l'armonia, sono tutte Omeriche; Omero aveva egli studiato, d'Omero avea fatto tesoro, e lui ritrae in tutti i suoi versi. Ingegnoso, ardito, bizzarro trasporta, e sempre con grazia e venustà, a* cibi e alle vivande quelle voci vaghissime, colle quali il greco idioma solca esprimere la bellezza, e le cose belle. Di modo che Archestrato fu uno timo verso a
Pagina 13 - ... già tra gli antichi, dalla «mala lanuzza di stoici e sapienti melanconiosi», ma tosto acriticamente fatti propri dai moderni - tanto che proprio allo Scinà credo sia da attribuire il merito di aver colto per primo, seppur non senza enfasi, l'autentica cifra di questo «spirito ornato e gentile». «Ma sia che parli delle diverse qualità dei cibi o del diverso loro condimento, sia che venga al dessert sparge sempre il poema di scherzi, e d'ilarità. Parla egli delle vivande in modo, che par...
Pagina 5 - ... dubbio essere principio di nuovo discorso. E così da noi si è interpretato» (Archestrato 82; il verso viene tradotto dallo Scinà «Di agnel le membra ancora in dono sprezza
Pagina 23 - Poi senza fiamma, e sul carbon li cuoci, E spesso li rivolta, alfin che intanto Senza che te ne accorgi non si brucino. Ma tra i mortali non son molti quelli, A cui noto è tal cibo, eh
Pagina 27 - ... che si nasce in Biblo Città vetusta di Fenicia santa, Ma a quel di Lesbo pareggiar noi posso. È ver che, a bere del biblin se pria Uso non sei, nel punto che lo gusti Più del Lesbio parralti odor spirante. Soave odor che da vecchiezza prende: Ma bevendolo poi vedrai, che molto Quello di Lesbo il vin di Biblo vince.
Pagina 15 - ... ghiottone, e nulla più. Dovea per solleticare i lettori abbellire il suo poema con venustà, e farla ancor egli da ghiotto per invogliar l'appetito in qualunque più ne fosse stato svogliato... . Ma in ciò al pari del Redi e del Meli ha riportato Archestrato laude e pregio di elegante e festevol poeta. Io non parlo già di quelle storiette, che da qualche scrittore si narrano, e per poeta ce lo danno a vedere, tenuto a' suoi tempi di grido, e di leggiadria, parlo bensì de' frammenti, che ci...
Pagina 13 - ... o del diverso loro condimento, sia che venga al dessert sparge sempre il poema di scherzi, e d'ilarità. Parla egli delle vivande in modo, che par gli venga l'acquolina a' denti; ma non è perciò da crederlo come tanti han fatto per un puro e semplice ghiottone, e nulla più. Dovea per solleticare i lettori abbellire il suo poema con venustà, e farla ancor egli da ghiotto per invogliar l'appetito in qualunque più ne fosse stato svogliato... . Ma in ciò al pari del Redi e del Meli ha riportato...
Pagina 21 - Archestrato 51 («Gli stessi interi, con tutte le squame, / arrosti acconciamente a lento fuoco, / e poi con acqua e sale a mensa reca»). 108 Cf. Corrieri, oc 279s.
Pagina 21 - Sanno essi preparar meglio che gli altri : E son valenti nel formar con arte Più e più sorti di manicaretti Pieni tutti d