Gastronomia

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G. Antonelli, 1842 - 20 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 15 - ... suoi tempi di grido, e di leggiadria, parlo bensì de' frammenti, che ci restano di lui, i quali chiaro ne mostrano il suo valore nella poetica. La disposizione de' suoi versi, la frase, la maniera degli epiteti, le parole, l'armonia, sono tutte Omeriche; Omero aveva egli studiato, d'Omero avea fatto tesoro, e lui ritrae in tutti i suoi versi. Ingegnoso, ardito, bizzarro trasporta, e sempre con grazia e venustà, a* cibi e alle vivande quelle voci vaghissime, colle quali il greco idioma solca...
Pagina 15 - La disposizione de' suoi versi, la frase, la maniera degli epiteti, le parole, l'armonia, sono tutte Omeriche; Omero aveva egli studiato, d'Omero avea fatto tesoro, e lui ritrae in tutti i suoi versi. Ingegnoso, ardito, bizzarro trasporta, e sempre con grazia e venustà, a* cibi e alle vivande quelle voci vaghissime, colle quali il greco idioma solca esprimere la bellezza, e le cose belle. Di modo che Archestrato fu uno timo verso a
Pagina 13 - ... già tra gli antichi, dalla «mala lanuzza di stoici e sapienti melanconiosi», ma tosto acriticamente fatti propri dai moderni - tanto che proprio allo Scinà credo sia da attribuire il merito di aver colto per primo, seppur non senza enfasi, l'autentica cifra di questo «spirito ornato e gentile». «Ma sia che parli delle diverse qualità dei cibi o del diverso loro condimento, sia che venga al dessert sparge sempre il poema di scherzi, e d'ilarità. Parla egli delle vivande in modo, che par...
Pagina 5 - ... dubbio essere principio di nuovo discorso. E così da noi si è interpretato» (Archestrato 82; il verso viene tradotto dallo Scinà «Di agnel le membra ancora in dono sprezza
Pagina 23 - Poi senza fiamma, e sul carbon li cuoci, E spesso li rivolta, alfin che intanto Senza che te ne accorgi non si brucino. Ma tra i mortali non son molti quelli, A cui noto è tal cibo, eh
Pagina 27 - ... che si nasce in Biblo Città vetusta di Fenicia santa, Ma a quel di Lesbo pareggiar noi posso. È ver che, a bere del biblin se pria Uso non sei, nel punto che lo gusti Più del Lesbio parralti odor spirante. Soave odor che da vecchiezza prende: Ma bevendolo poi vedrai, che molto Quello di Lesbo il vin di Biblo vince.
Pagina 15 - ... ghiottone, e nulla più. Dovea per solleticare i lettori abbellire il suo poema con venustà, e farla ancor egli da ghiotto per invogliar l'appetito in qualunque più ne fosse stato svogliato... . Ma in ciò al pari del Redi e del Meli ha riportato Archestrato laude e pregio di elegante e festevol poeta. Io non parlo già di quelle storiette, che da qualche scrittore si narrano, e per poeta ce lo danno a vedere, tenuto a' suoi tempi di grido, e di leggiadria, parlo bensì de' frammenti, che ci...
Pagina 13 - ... o del diverso loro condimento, sia che venga al dessert sparge sempre il poema di scherzi, e d'ilarità. Parla egli delle vivande in modo, che par gli venga l'acquolina a' denti; ma non è perciò da crederlo come tanti han fatto per un puro e semplice ghiottone, e nulla più. Dovea per solleticare i lettori abbellire il suo poema con venustà, e farla ancor egli da ghiotto per invogliar l'appetito in qualunque più ne fosse stato svogliato... . Ma in ciò al pari del Redi e del Meli ha riportato...
Pagina 21 - Archestrato 51 («Gli stessi interi, con tutte le squame, / arrosti acconciamente a lento fuoco, / e poi con acqua e sale a mensa reca»). 108 Cf. Corrieri, oc 279s.
Pagina 21 - Sanno essi preparar meglio che gli altri : E son valenti nel formar con arte Più e più sorti di manicaretti Pieni tutti d

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