Opere di Torquato Tasso colle controversie sulla Gerusalemme poste in migliore ordine, ricorrette sull'edizione fiorentina, ed. illustrate dal professore Gio. Rosini

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Capurro, 1821
 

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Pagina 180 - Mentre una volta al crin vaga corona tesse ella quivi d'odorate rose, e presso un rio, che mormorando suona, sen giace in grembo all'erbe rugiadose, e seco intanto e col suo ben ragiona, dicendo in dolci note affettuose: « Ahi, quando sarà mai, Rinaldo, ch'io appaghi ne" tuoi baci il desir mio ? », 79 sorgiunge il Paladino, ed ode appunto i cari detti de la bella amante.
Pagina 256 - Rinaldo gli ardori ei dolci affanni, allor ch'ad altri studi il dì togliea nel quarto lustro ancor de' miei verdi anni; ad altri studi, onde poi speme avea di ristorar d'avversa sorte i danni; ingrati studi, dal cui pondo oppresso giaccio ignoto ad altrui, grave a me stesso.
Pagina 24 - nsieme il vago abito eletto; e vede il crin parte ondeggiar al vento, parte in belli aurei nodi avvolto e stretto; e la veste, cui fregia oro ed argento, sotto la qual traspar l'eburneo petto, alzata alquanto, discoprir a l'occhio la gamba e 'l piede fin presso al ginocchio.
Pagina 100 - Salve , d'illustri palme e di trofei Provincia adorna e d'opre alte e leggiadre, Salve, d'invitti eroi, di semidei, D'arme e d'ingegni ancor feconda madre, Che stendesti agli Esperj, ai Nabatèi L'altere insegne e le vittrici squadre, E d'ogni forza ostil sprezzando il pondo, E giusta e forte desti legge al mondo.
Pagina 11 - Canto i felici affanni ei primi ardori che giovinetto ancor soffrì Rinaldo, e come il trasse in perigliosi errori desir di gloria ed amoroso caldo; allor che, vinti dal gran Carlo, i Mori mostrare il cor più che le forze saldo; e Troiano, Agolante e '1 fiero Almonte restar pugnando uccisi in Aspramente.
Pagina 5 - ... come, tagliando un membro al corpo umano, quel manco ed imperfetto diviene; sono però queste parti tali, che, se non ciascuna per sé, almeno tutte insieme fanno non picciolo effetto, e simile a quello che fanno i capelli, la barba, e gli altri peli in esso corpo, de' quali s'uno n'è levato via, non ne riceve apparente nocumento; ma se molti, bruttissimo e difforme ne rimane.
Pagina 6 - Sigonio) che tanto il poeta è migliore, quanto imita più, e tanto imita più quanto men egli come poeta parla e più introduce altri a parlare: il qual precetto ha benissimo servato il Danese, in un suo poema composto ad imitazione de gli antichi, e secondo la strada ch'insegna Aristotile; per la quale ancor me egli esortò a caminare. Ma non l'han già servato coloro che tutte le moralità e le sentenze dicono in persona del poeta; né solo in persona del poeta, ma sempre nel principio de...
Pagina 257 - ... negletto albergo sei, non qual conviensi ad esso: vanne a colui che fu dal Cielo eletto a darmi vita col suo sangue istesso: io per lui parlo e spiro, e per lui sono, e se nulla ho di bel, tutto è suo dono.
Pagina 12 - Ma quando, il crin di tre corone cinto, v'avrem l'empia eresia domar già visto, e spinger, pria da santo amor sospinto, contra l'Egitto i principi di Cristo, onde il fiero Ottomano oppresso e vinto vi ceda a forza il suo mal fatto acquisto, cangiar la lira in tromba e 'n maggior carme dir tentarò le vostre imprese e l'arme.
Pagina 102 - Deh! come in tutto or è l'antica norma, e quel buon uso e quei bei modi spenti ! com'or nel guerreggiar diversa forma si serba, oimè! tra le cristiane genti! Or chi celebri Bacco, o inutil dorma, chi tutti aggia i pensieri al gioco intenti, chi ne' piacer venerei impieghi e spenda le forze è sol, de

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