Opere complete di A. Manzoni

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R. Roman9o, 1860 - 604 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 432 - Impaurita assale, E le sviate immagini Richiama al noto duol. Sgombra, o gentil, dall'ansia...
Pagina 55 - Non tirava un alito di vento; il lago giaceva liscio e piano, e sarebbe parso immobile, se non fosse stato il tremolare e l'ondeggiar leggiero della luna, che vi si specchiava da mezzo il cielo. S'udiva soltanto il fiotto morto e lento frangersi sulle ghiaie del lido, il gorgoglio più lontano dell'acqua rotta tra le pile del ponte, e il tonfo misurato di que...
Pagina 440 - Di narrartele un giorno, in una fida Ora di pace. Adelchi. Ora per me di pace, Credilo, o padre, è giunta; ah!
Pagina 15 - ... e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che renda ancor più sensibile all'occhio questa trasformazione, e segni il punto in cui il lago cessa, e l'Adda ricomincia, per ripigliar poi nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo, lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni.
Pagina 387 - Oltrediché, ogni componimento presenta a chi voglia esaminarlo gli elementi necessari a regolarne un giudizio; ea mio avviso sono questi: quale sia l'intento dell'autore; se questo intento sia ragionevole; se l'autore l'abbia conseguito. Prescindere da un tale esame, e volere a tutta forza giudicare ogni lavoro secondo regole, delle quali è controversa appunto l'universalità e la certezza, è lo stesso che esporsi a giudicare stortamente un lavoro: il che per altro è uno de" più piccoli mali...
Pagina 269 - ... è un sollievo il pensare che, se non seppero quello che facevano, fu per non volerlo sapere, fu per quell'ignoranza che l'uomo assume e perde a suo piacere, e non è una scusa, ma una colpa; e che di tali fatti si può bensì esser forzatamente vittime, ma non autori.
Pagina 412 - La morte! Il più crudel nemico altro non puote che accelerarla. Oh! gli uomini non hanno inventata la morte: ella saria rabbiosa, insopportabile: dal cielo essa ci viene; e l'accompagna il cielo con tal conforto, che né dar né torre gli uomini ponno.
Pagina 432 - Sparsa le trecce morbide Sull'affannoso petto, Lenta le palme, e rorida Di morte il bianco aspetto, Giace la pia, col tremolo Sguardo cercando il ciel. Cessa il compianto: unanime S'innalza una preghiera: Calata in su la gelida Fronte, una man leggiera Sulla pupilla cerula Stende l'estremo vel.
Pagina 333 - Ciò che è, e ciò che dovrebb'essere; la miseria e la concupiscenza, e l'idea sempre viva di perfezione e d'ordine che troviamo ugualmente in noi; il bene e il male; le parole della sapienza divina, ei vani discorsi degli uomini; la gioia vigilante del giusto, i dolori e le consolazioni del pentito, e lo spavento...
Pagina 425 - Cadeva 11 terzo sol quando un gran monte io scersi, Che sovra gli altri ergea la fronte, ed era Tutto una verde china, e la sua vetta Coronata di piante. A quella parte Tosto il passo io rivolsi. — Era la costa Orientai di questo monte istesso, A cui, di contro al sol cadente, il tuo Campo s'appoggia, o sire.

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