Morandi

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Giunti Editore, 1990 - 50 pagine
La presente pubblicazione è dedicata a Giorgio Morandi, che si definiva "pittore e incisore di paesaggi e nature morte", protagonista nascosto della vita artistica italiana del Novecento. Il singolare percorso dell'artista, vissuto tutta la vita a Bologna, che ha realizzato circa mille dipinti, trecento acquerelli e più di cinquecento disegni.
 

Pagine selezionate

Sommario

Sezione 1
23
Sezione 2
38
Sezione 3
46

Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 31 - E finisco col trovare non del tutto casuale che uno dei migliori pittori viventi d'Italia, Giorgio Morandi, ancora oggi, pur navigando nelle secche più perigliose della pittura moderna, abbia però saputo sempre orientare il suo viaggio con una lentezza meditata, con una affettuosa studiosità, da parere quelle di un nuovo 'incamminato'".
Pagina 12 - L'uomo è manifestamente nato a pensare; qui sta tutta la sua dignità e tutto il suo pregio; e tutto il suo dovere sta nel pensare rettamente.
Pagina 24 - Licini marchigiano, entrambi studenti allora, e con il lughese Giacomo Vespignani, all'Accademia di Belle Arti di Bologna, essendo essi - i più - di Bologna o standovi. Se il Vespignani, come ho già detto, e il Licini avevano aderito per lo meno idealmente ai principi del Futurismo e assieme a molti altri, il Morandi perlomeno li aveva presi in seria considerazione e il Bacchelli non si dimostrava né avversario, né spregiatore del movimento».
Pagina 12 - 173 — Bisogna conoscere se stessi: quand'anche non servisse a trovare la verità, giova per lo meno a regolare la propria vita; e non c'è nulla di più giusto...
Pagina 10 - ... sicché l'immagine infine raggiunta, la controimmagine che rispondeva al pittore, era al tempo stesso la sua autorappresentazione. Giunto a questo punto, Morandi si metteva a dipingere e trasponeva questa realtà, che egli aveva prefigurato con tanta cura, nella visualità del quadro, nella "seconda", più comprensiva realtà.
Pagina 30 - II mondo di Morandi: la gente, che non vede più in là della pura apparenza e alla quale è negata la comprensione del contenuto ermetico dell'opera...
Pagina 8 - ... su stretti scaffali l'arsenale, in attesa discreta, delle semplici cose che noi tutti conosciamo attraverso le sue nature morte: bottiglie, recipienti, vasi, brocche, utensili da cucina, scatole. Le aveva scovate chissà dove, per lo più da rigattieri, si era innamorato di ciascuna di esse...
Pagina 35 - ... quali gli azzurri sono netti ritagli di cielo ei bianchi hanno l'incandescenza della neve...
Pagina 8 - Tutto ciò sembrava molto ordinato in modo piuttosto piccoloborghese, relativamente ordinato; infatti attorno, davanti e dietro al cavalietto vi era abbastanza spesso una traccia evidente di inquietudine e di caos. Là si trovava una consolle a tre ripiani. Nel settore più basso, che poteva comprendere anche il pavimento, giaceva una confusione di quegli oggetti che l'avevano colpito a un primo esame ma che poi gli si erano dimostrati insufficienti per un discorso prolungato.
Pagina 22 - Né debbo lasciar passare sotto silenzio il passaggio dalla mia casa o la frequenza in essa, e specialmente nei primi tempi, del primo scrittore e romanziere Natura morta (1918).

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