Lettere di Luigi Pulci a Lorenzo il Magnifico e ad altri

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Tipografia Giusti, 1868 - 121 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina iii - Se tu ci fussi, io farei mazzi di sonetti come di ciriege in questo calendimaggio, io direi cose che 'l sole et la luna si fermerebbono come a Josuè per udirle. Tuttavia n'ò tra...
Pagina 1 - M, così in lingua moresca ti manderò qualche verso; poi che sarò nello 'nferno, se potrò, te ne manderò quassù per qualche spirito. Infine ti conchiugo **, Lorenzo, che solo ch'io senta tu m'ami, sono più che contento, ne...
Pagina 96 - et se io non vengo in sogno in Lombardia, o portato come le streghe dalla fantasima, io non arriverò più in cotesto paese...
Pagina ii - Epittolae, già cit., 12. 120 al tutto la mia buona diligentia, la mia povera fatica in ricercare per ogni parte vocaboli accomodati al bisogno, per ritrovare l'origine vero andando personalmente, è perduta e cassa
Pagina 52 - Due naccheroni turcheschi nel petto; un mentozzo, un visozzo compariscente, un paio di gote di scrofa; il collo tra le nacchere. Due occhi che sono per 4, con tanta ciccia intorno e grasso e llardo e sugna, che '1 Po non ha sì grandi argini.
Pagina i - D' altra parte io son molto contento della tua dipartita, però eh' io la riputo avventurata per molte ragioni. Tu vedrai cose degne et varie, di che suole volentieri pascersi il tuo ingegno, lo quale io extimo prestantissimo di tutti gli altri, excepto in una sola cosa, et cetera cetererum.
Pagina iii - Tuttavia n'ò tra' denti qualchuno per uscire fuori; poi dico: il mio Lorenzo non ci è, nel quale era veramente ogni mio refugio et ogni speranza. Questo solo mi ripreme; ma sia felice et presto il tuo tornare, ch'io farò pure un tratto ridere il popolo tutto: poi me n'andrò in sul carro d'Elya. Et la mia patria sarà dove lo staio della farina vagli pochi soldi; et dove s'infarinino i pesci e' funghi secchi e le zucche, e non gl'huomini.
Pagina 16 - ... la dipartenza è stata una cosa amara più che le frittelle, e più singhiozzosa che '1 barletto scemo, et più ramaricosa che la vecchia inferma, et più lachrimevole che l'aria questo anno
Pagina 91 - Quantunque io ti venga poco inanzi, sappi che io sono sempre teco et più che mai tuo, e quello poco so et posso e...

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