Opere minori di Dante Alighieri ...

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L. Allegrini e G. Mazzoni, 1840
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 374 - Cosi mezzo fra stordito e sdegnato, né so qual più, cominciai alcune poche cose a dire in quella lingua che portai meco dalle fasce; la quale fu loro poco più familiare e domestica che la latina si fosse.
Pagina 179 - 1 tempo già, che i pie mi cossi, E ch'io son stato così sottosopra, 80 Ch'ei non starà piantato co' pie rossi; Che dopo lui verrà di più laid'opra Di ver ponente un Pastor senza legge , Tal che convien, che lui e me ricuopra. Nuovo lason sarà, di cui si legge Ne...
Pagina 283 - Dalle vostre lettere , colla debita riverenza ed affezione da me ricevute, io ho con ponderazione , e con grato animo appreso , quanto vi stia a cuore il mio ritorno alla Patria: per lo che io vi sono tanto più strettamente obbligato , quanto più raramente incontra agli esuli di ritrovar degli amici. Al significato di quelle io pertanto rispondo , ed affettuosamente vi prego, che se la risposta mia non fosse mai tale , quale la pusillanimità d' alcuni vorrebbe , sia da voi , pria chc dannata ,...
Pagina 298 - I' uomo, in quanto che per la libertà dell' arbitrio meritando e demeritando, alla giustizia del premio e della pena è sottoposto. II fine poi di tutta l'Opera si è, rimuovere quelli che in questa vita vivono dallo stato di miseria, e indirizzarli allo stato di felicità.
Pagina 67 - Seneca e Numa Pompilio. Ed il volgare di cui parliamo, il quale è innalzato di magisterio e di potenzia, innalza i suoi di onore e di gloria. E ch'el sia da magisterio innalzato, si vede, essendo egli di tanti rozzi vocaboli italiani, di tante perplesse costruzioni, di tante difettive pronunzie, di tanti contadineschi accenti, così egregio, così districato, così perfetto e così civile ridotto, come Cino da Pistoia e l'amico suo nelle loro canzoni dimostrano.
Pagina 338 - 1 primo agente, cioè Dio, pinge la sua virtù in cose per modo di diritto raggio, e in cose per modo di splendore riverberato; onde nelle intelligenze raggia la divina luce sanza mezzo, nell'altre si ripercuote da queste intelligenze prima illuminate.
Pagina 213 - ... apparirà lo splendore. Quelli che hanno fame , e che bere desiderano , si sazieranno nel lume de' suoi raggi ; e coloro che amano le iniquità e' fiano confusi dalla faccia di colui che riluce.
Pagina 89 - ... ma le Canzoni fanno per se stesse tutto quello che denno ; il che le Ballate non fanno, perciò che hanno bisogno di sonatori, ai quali sono fatte : adunque seguita, che le Canzoni siano da essere stimate più nobili delle...
Pagina 162 - Dante non sfregii, io per quella mi metterò prontamente. Che se in Fiorenza per via onorata non s'entra, io non entrerovvi giammai. E che? non potrò io da qualunque angolo della terra mirare il sole e le stelle ? non potrò io sotto ogni plaga del cielo meditare le dolcissime verità, se pria non mi renda uom senza gloria, anzi d' ignominia in faccia al popolo e alla città di Fiorenza?
Pagina 49 - Federico? che il sonaglio del secondo Carlo ? che i corni di Giovanni e di Azzo marchesi potenti ? che le tibie degli altri magnati ? se non, Venite, carnefici, Venite, ingannatori, Venite, settatori di avarizia.

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