La mia stagione č il buio

Copertina anteriore
Castelvecchi, 2017 - 96 pagine
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La fragile psiche di Julian Tartari, musicista, fuggitivo e assassino immaginario, ci mostra l'inattesa umanitą della follia, in una realtą dai contorni incerti. «Vi saluto, sono morto», con questa frase inizia il monologo delle sue confessioni. Julian, scappando prima da Novara, cittą in cui č nato, e poi da Milano, cittą in cui ha vissuto, vuole cancellare le tracce del proprio passaggio e dimenticare i demoni che lo inseguono. Entrare nel suo etereo universo, ai tempi in cui frequentava il Margot, era, per i suoi amici, una grazia e una rivelazione. Se tutti interpretano un ruolo nella societą, i folli hanno il potere di sedurre, spaventare, ma anche di rassicurare, per contrapposizione, chi vive secondo regole condivise. Chi cerca di battere il tempo rincorre una notte senza fine: «Siamo quelli che danno inizio alle guerre, quelli che ci mettono tutto il loro cuore, siamo i vostri figli disperati, siamo il vostro amore e il vostro inganno. Noi siamo i vostri killer psicotici».

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