La montagna incantata

Copertina anteriore
Corbaccio - 706 pagine

Il libro più importante del Novecento

Nobel Letteratura 1929



Edizione aggiornata e corretta a luglio 2014

La montagna incantata, uno dei romanzi che hanno improntato il secolo letterario, fu concepito inizialmente da Mann come racconto. Gli era stato ispirato da una breve permanenza nel sanatorio svizzero di Davos, e, nelle sue intenzioni, “non doveva essere altro che un riscontro umoristico alla Morte a Venezia”. Ma, via via, il racconto crebbe in estensione e complessità, fino a diventare romanzo, nella piena tradizione del Bildungsroman. Il protagonista, il giovane Hans Castorp, quando arriva a Berghof è il tipico tedesco settentrionale, un solido e rispettabile borghese; ha però le sue curiosità spirituali ed è intellettualmente aperto all’avventura. A contatto con il microcosmo del sanatorio, vero e proprio panorama di tutte le correnti di pensiero dell’epoca, il suo carattere subisce un’evoluzione e un’incremento: passa attraverso la malattia (Behrens e Krokowski), l’amore (la signora Chauchat), il razionalismo e la gioia di vivere (Settembrini), il pessimismo irrazionale (Naphta), senza che nessuna di queste posizioni lo converta. Ma in mezzo a tante forze contrastanti, Castorp trova il proprio equilibrio. Nel mondo della «montagna magica» dove il tempo si dissolve e il ritmo narrativo si snoda in sequenze di ore, giorni, mesi e anni resi tutti indistinti dalla routine quotidiana, egli può liberamente crescere. Paradossalmente (l’umorismo di Mann), dopo essere stato convertito alla vita Castorp tornerà alla pianura per perdersi nell’inutile strage della «grande» guerra.

«Il Graal che egli, anche se non lo trova, intuisce nel suo sogno quasi mortale prima di essere trascinato dalla sua altezza nella catastrofe europea», disse Mann, parlando agli studenti di Princeton nel 1939, alla vigilia di un'altra strage, «è l'idea dell'uomo, la concezione di un'umanità futura, passata attraverso la più profonda conoscenza della malattia e della morte. Il Graal è un mistero, ma tale è anche l'umanità: poiché l'uomo stesso è un mistero, e ogni umanità è fondata sul rispetto del mistero umano... Fate il favore di leggere il libro sotto questo angolo visuale: troverete allora che cosa sia il Graal, il sapere, l'iniziazione, quel `supremo' che non solo l'ingenuo protagonista, ma anche il libro stesso va cercando.»
 

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Informazioni sull'autore (2010)

Thomas Mann (1875 Lubecca - 1955 Kilchberg, Zurigo) si dedicò, precocissimo, al giornalismo e alla letteratura. Con I Buddenbrook (1901), sua prima opera, che riportò il romanzo tedesco all’altezza dell’interesse europeo, raggiunse la fama. Seguirono a poca distanza Altezza reale, La morte a Venezia e La montagna incantata. Nel 1929 Mann ricevette il premio Nobel perla letteratura; nel 1933, all’avvento del nazismo, fu esiliato e privato della cittadinanza tedesca e nel 1952 si stabilì definitivamente a Kilchberg, in Svizzera. Tra le altre sue opere, Considerazioni di un impolitico (1917), il ciclo «biblico» di Giuseppe d’Egitto, Carlotta a Weimar (1939), Doktor Faustus (1947).

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