La "nuova cristianità" perduta

Copertina anteriore
Studium, 2008 - 242 pagine
A metà degli anni Trenta, in "Umanesimo integrale" Jacques Maritain delineava I'"ideale storico concreto" di una "nuova cristianità"; un disegno che aveva radici nella storia del cattolicesimo europeo e chi ha inciso profondamente sulle energie cattoliche dei nostro paese nel secondo dopoguerra. Tuttavia, per una paradossale eterogenesi dei fini, mentre i cattolici si scontravano nelle piazze con la presenza comunista, considerata il pericolo maggiore per la fede degli italiani, o contestavano nello Stato i residui spazi del laicismo risorgimentale, il nemico vero è venuto alle spalle, silenzioso e a lungo inavvertito, nelle forme della società consumistica, destinata a corrodere in profondità la fede dei popolo italiano. Questo volume, partendo da un'analisi storica su quel che è accaduto, approda ad una riflessione sulle condizioni di una rinnovata presenza cristiana nella società del nostro tempo. Una visione coraggiosa e spregiudicata della realtà della secolarizzazione, nel complesso quadro odierno della globalizzazione, è la condizione, per i cristiani, di un impegno attivo e responsabile nella società industriale e postindustriale. Una profonda spiritualità è la garanzia dalle tentazioni opposte della fuga dal mondo o della caduta nel pragmatismo.

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