La poesia popolare italiana: Studj di Alessandro d' Ancona

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F. Vigo, 1878 - 476 pagine
 

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Brani popolari

Pagina 202 - V'era una stanza tutta illuminata, E dentro v'era la speranza mia. Quando mi vedde, gran festa mi fece, E poi mi disse: Dolce anima mia, Non ti arricordi del tempo passato, Quando tu mi dicevi,
Pagina 157 - Vorrei morire e non vorrei la morte; Vorrei veder chi mi piange più forte ; Vorrei morire e star sulle finestre; Vorrei veder chi mi cuce la veste : Vorrei morire e stare sulla scala ; Vorrei veder chi mi porta la bara; Vorrei morire e vorrei alzar la voce; Vorrei veder chi mi porta la croce.
Pagina 91 - Main se leva la bien faite Aelis; bel se para et plus bel se vesti: si prist de l'aigue en un dore bacin, lave sa bouche et ses oex et son vis; 5» si s'en entra la bele en un gardin.
Pagina 471 - Luna addormentato in qua' che verdi boschi; e questa ch'anzi vespro a me fa sera, con essa e con Amor in quella piaggia sola venisse a starsi ivi una notte; e '1 dì si stesse e '1 sol sempre ne l'onde.
Pagina 151 - Chi arà quel fioraliso senza foglie; Ben si potrà tenersi consolato Che si contenti tutte le sue voglie D' aver la Nencia, e tenersela in braccio Morbida e bianca, che pare un sugnaccio. Io t' ho agguagliata alla Fata Morgana, Che mena seco tanta baronia : Io t' assomiglio alla stella Diana, Quando apparisce alla capanna mia: Più chiara se...
Pagina 39 - S' io sarò là dove sia Fioretta mia bella e gentile, Allor dirò alla donna mia, Che porta in testa i miei suspiri; Ma per crescere i desiri Una donna ci verrà Coronata dall'Amore. Le parole mie novelle, Che di fior fatto han ballata, Per leggiadria ci han tolt' elle Una veste ch'altrui fu data: Però ne siate pregata, Qual uom la canterà, Che a lui facciate onore.
Pagina 51 - Non fu mai più bel sollazzo, Più giocondo, nè maggiore, Che per zelo e per amore Di Gesù divenir pazzo. Sempre cerca, onora ed ama Quel che il savio ha in odio tanto, Povertà, dolori e pianto II Cristian , perch' egli è pazzo . Non fu mai ec. Discipline e penitenzia Son le sue prime delizie, E i suoi gaudj e le letizie, E martir, perch' egli è pazzo . Non fu mai ec.
Pagina 208 - Se il papa mi donasse tutta Roma, e mi dicesse: — Lascia andar chi t'ama, — io gli direi di no, Sacra Corona.
Pagina 255 - II primo giorno di calen di Maggio- Andai nell'orto per cogliere un fiore - E vi trovai un uccellin selvaggio - Che discorreva di cose d'amore - O uccellin che vieni di Fiorenza- Insegnami l'amor come comincia — L' amor comincia con suoni e con canti - E poi finisce con dolori e pianti L' amor comincia con canti e con suoni - E poi finisce con pianto e dolori-] A.
Pagina 252 - Che giova dir, ci amiamo, sì, ci amiamo? Che giova lo volerci tanto bene? Che giova che a una tavola mangiamo, Se poi di casa non istiamo insieme? Che giova del limone avere il gambo, E non poterne avere al suo comando? Che giova del limone aver la foglia, E non poterne aver quand'un n'ha voglia?

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