Lettera ai Dalmati

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A cura delle associazioni "Trento-Trieste" e "Dante Alighieri", 1919 - 43 pagine
 

Pagine selezionate

Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 35 - Per 377 anni le nostre sostanze , el nostro sangue , le nostre « vite le xe stae sempre per ti, o San Marco; e felicissimi sempre se avemo « reputà , ti con nu , nu con ti ; e sempre con ti sul mar nu semo stai illustri
Pagina 26 - E chi si rammaricò di non averle dato la vita, oggi si rallegra di potere ancor gettare nella battaglia nazionale quanto gli resta. Io ei miei compagni non vorremmo più essere italiani di una Italia rammollita dai fomenti transatlantici del dottor Wilson e amputata dalla chirurgia transalpina del dottor Clemenceau. Quel che fu gridato al popolo di Roma in una sera di tumulto, vale anche per oggi, ancor più vale per oggi. " Non ossi, non tozzi, non cenci, non baratti, non truffe. Basta ! Rovesciate...
Pagina 27 - Se sarà necessario, affronteremo la nuova congiura alla maniera degli Arditi, con una bomba in ciascuna mano e con la lama fra i denti.
Pagina 15 - Io ei miei compagni abbiamo combattuto per quel pegno dichiarato, per quel pegno consentito, posto tra noi e il nemico, posto tra noi e l'Austriaco, posto tra noi e quell'accozzaglia di Schiavi meridionali che sotto la maschera della giovine libertà e sotto un nome bastardo mal nasconde il vecchio ceffo odioso seguitando a contenderci quanto con le sole nostre armi e con la nostra sola passione riacquistammo e vogliamo tenere in perpetuo.
Pagina 13 - Dalmazia appartenesse all'Italia «per diritto divino e umano»; per la grazia di Dio, il quale foggia le figure terrestri in tal modo che ciascuna stirpe vi riconosca scolpitamente la sorte sua; per la volontà dell'uomo che moltiplica la bellezza delle rive inalzandovi i monumenti delle sue glorie e intagliandovi i segni delle sue più ardue speranze.
Pagina 19 - C'è chi vuole spaventarci coi pericoli della vittoria, noi che abbiamo affrontato e soverchiato tutti i pericoli. Ecco che non facciamo se non cianciare « con la lingua che pare man tesa ». Mendichiamo il sorriso dell'arbitro. Celebriamo i trentadue denti di quel sorriso indecifrabile.
Pagina 21 - ... i più risoluti ei più spediti; e noi premurosamente ci facciamo da parte per lasciarlo trascorrere. Il popolo dei cinque pasti, terminata appena la sua bisogna di sangue, riapre le fauci per divorar quanto più possa ; e noi ci serriamo di qualche altro punto la cintura intorno alla...
Pagina 35 - Gonfalon, onorandolo co' sto atto solene, e deponendolo bagnà del nostro universal amarissimo pianto... Per 377 anni la nostra fede, el nostro valor, l'ha sempre custodio per mar e per terra, per tutto dove ne ha chiamà i so nemici, che xe stai pur quelli della Religion. Per 377 anni le nostre sostanze, el nostro sangue, le nostre vite le xe stae sempre per ti, o San Marco, e felicissimi sempre te avemo...
Pagina 35 - Gonfalon, ono« randolo co sto atto solenne, e deponendolo bagnà del no« stro universal amarissimo pianto. Sfoghemose, Cittadini, « sfoghemose pur ; ma in sti nostri ultimi sentimenti, coi quali « sigilemo la nostra gloriosa carriera...
Pagina 27 - Le bilance della vostra giustizia crollavano forse dalla banda ov'era posto un tozzo da maciullare, un osso da rodere? Il vostro Campidoglio era forse un banco di barattatori e di truffardi? La gloria vi s'affaccendava e ciangottava da rivendugliola? Non ossi, non tozzi, non cenci, non baratti, non truffe. Basta! Rovesciate i banchi! Spezzate le false bilance!

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