Senza manette

Copertina anteriore
Mondadori, 2008 - 135 pagine
Non si diventa il Califfo per caso. E neanche per un'astuta operazione di marketing. Tra Franco Califano e tanti sedicenti maledetti c'è una vita di mezzo. Una vita a scappare dai collegi, tra risse, bische e avventurieri, a battere le terrazze delle case popolari per racimolare un po' di sesso. Per diventare il Califfo bisogna muovere i primi passi dormendo nella macchina di un amico, passare mesi in ospedale a guardare la morte negli occhi e poi riderle in faccia. Bisogna finire in galera senza capire bene il perché e combattere per non rischiare di impazzire come succedeva ad alcuni compagni di cella, fra cui Pietro Valpreda. Bisogna avere la forza di riemergere dopo le accuse infamanti, l'ostracismo generalizzato, certi amici che fanno finta di non conoscerti. Bisogna scrivere tanti capolavori della musica italiana. Il "Maestro" racconta per la prima volta senza filtri tutti gli aspetti della sua vita maledetta e straordinaria. Racconta le donne, le tante avute e le poche amate davvero. Il sesso fatto per dare piacere o per scacciare il dolore, come quella volta durante il funerale del padre. I compagni di viaggio come Luigi Tenco, Gino Paoli, Marcello Mastroianni, Diego Armando Maradona e gli "amici di Villa Solitudine". Più qualche curiosità inaspettata, come il mistero nascosto dietro la sua voce inconfondibile. Califano, con la sponda di Pierluigi Diaco, mette su pagina i suoi primi settant'anni con una voce lirica e ruvida che raschia la vita.

Altre edizioni - Visualizza tutto

Informazioni bibliografiche