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Proprietà Letteraria.

Milano

Tip. Internazionale, Via San Zeno, N. 4.

MICHELE FARADAY'

Michele Faraday è la più eminente individualità scientifica dei giorni nostri. Due ne sono le cause. Anzitutto il suo genio inventivo in fatto di teorie, che egli dimostra e sviluppa con le esperienze, è tale che provoca ben presto l'applicazione. Essendosi quasi immediatamente utilizzati gli apparecchi di fisica da lui immaginati, il suo nome divenne popolare, mentre in pari tempo le grandi sue scoperte formano l'ammirazione degli uomini della scienza e delle Accademie. In secondo luogo, la grandezza e la bontà del suo, carattere, l'inalterabile purezza della sua vita scientifica, il sincero amore del bene ch'ei praticò sempre con l'ardore e la vivacità della sua natura,

1 Faraday è una delle più cospicue celebrità viventi della scienza. Quest'opera di lui che pubblichiamo, è certamente delle sue minori; ma è preziosissima per l'istruzione popolare, ed è la prima, se non c'inganniamo, che sia voltata nella nostra lingua. Perciò ci par nostro debito farla precedere da una biografia del Faraday, servendoci del lavoro fatto da un altro celebre scienziato francese. Lo stesso Faraday, al quale scrivemmo per chiedergli il permesso della traduzione, non che qualche cenno sulla sua vita, ci rispose gentilmente dandoci per la prima cosa il suo consenso, e per la seconda rimandandoci alla scrittura di Sainte-Claire-Deville, che qui infatti si riferisce. (Gli Editori.)

tutte queste doti e tutte queste virtù che si dipingono nei suoi lineamenti animati e simpatici, esercitano sui suoi compatriotti e sui molti stranieri che si recano a visitarlo, un'attrazione cui nessuno sa resistere.

Alcuni anni prima della fine del primo impero, il signor Faraday si recò a Ginevra con Humphry Davy suo maestro ed amico, o meglio, suo benevolo protettore. La memoria di codesta visita a Ginevra dura ancora in tutti i dotti che allora ebbero la ventura di ricevere questi due uomini: l'uno sir Humphry Davy, era ad un tempo gran signore e scienziato autorevole; l'altro, Michele Faraday, giovanissimo, era un semplice assistente o preparatore che sareva stare al suo posto con molto tatto e molta modestia. Il celebre fisico ginevrino Augusto de la Rive mi raccontava poco tempo fa la profonda impressione prodotta negli scienziati di Ginevra dal carattere e dal merito del giovane Faraday. La simpatia e la stima che egli inspirò a tutti i membri di quell'ammirabile Accademia di Ginevra, in cui allora fiorivano de Saussure, de Candolle, de la Rive, Prévost, Marcet, Pictet, e tanti altri che illustrarono il loro paese e la scienza, lasciarono traccie indelebili nelle menti di tutti codesti scienziati; e la memoria ne è passata allo stato di tradizione in queste fami. glie ove il valore scientifico sembra ereditario. Io stesso ebbi frequenti occasione di assicurarmene, e posso affermare che Faraday ed Ampére, andatovi più tardi, non saranno mai dimenticati a Ginevra.

Dopo la prima esposizione universale di Parigi, nel 1855, se la memoria non mi tradisce, il sig. Faraday si recò a Parigi. Egli visitò i nostri stabilimenti scientifici ed alcune officine; trovò il modo di rispondere all'accoglienza rispettosa e premurosa di cui era oggetto, in guisa da eccitare ovunque quei profondi sentimenti ch'ei sa tanto ben con

MICHELE FARADAY.

ciliare colla sua modestia ad un tempo dolce e dignitosa. Faraday è uno di quegli esseri che non si possono dimenticare. Dal canto mio, conservai riconoscente memoria per la sua visita alla scuola normale.

L'Istituto reale di Londra (Royal Institution) è uno di quegli stabilimenti privati, tanto numerosi in Inghilterra, ove una riunione di scienziati, di uomini d'affari, di gran signori, associatisi per l'avanzamento delle scienze, consacrano somme considerevoli al lavoro particolare di professori ed all'insegnamento sia elevato sia elementare, dato nelle letture o corsi serali. Il distinto uditorio che assiste al venerdì a codeste lezioni nel grande anfiteatro dell'Istituto, vi è informato regolarmente di tutti i progressi scientifici importanti, dagli uomini più eminenti d'Inghilterra, ed a volte anco da scienziati stranieri, che in queste occasioni ricevono la più nobile ospitalità.

Fu là, all'Istituto reale di Londra, che sir Humphry Davy fece le memorabili sue esperienze sui metalli alcalini: e gli è nello stesso laboratorio che Faraday trascorse tutta la sua vita, consacrata, come tutti sanno, allo studio delle scienze fisiche. E del pari nell'anfiteatro dell'Istituto reale, Faraday conquistò la sua popolarità come professore. Chiamato a semplificare i fatti e le teorie, senza mai attenuarli, onde presentarli, in modo elementare si ma con precisione ad un uditorio eccezionalmente attento e ben disposto, il profondo fisico non fece mai il più lieve sagrificio al desiderio di piacere e di riscuotere applausi. Esatto e rigoroso nello sviluppo delle sue idee, scrupoloso e persin puritano nella forma, insegnò sempre seriamente, non si limitò a volgarizzare, come dicesi in giornata.

Non devono perciò sorprendere le testimonianze di rispetto, di stima e di affetto di cui è fatto segno ogni qualvolta ei si presenta in Albemarle-street, sia come professore, sia come

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