Storia dei Musulmani di Sicilia, Volume 3

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F. Le Monnier, 1868
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 553 - Germani secondo Tacito; che il reame di Sicilia, da' tempi di Ruggero a que' di Guglielmo II, fu invidiato da tutta Europa, per la sicurezza pubblica e l'osservanza delle leggi; che quivi, pochi anni appresso la morte di Guglielmo, la rapina, la violenza e la crudeltà furon chiamati costumi tedeschi; e che quando si volesse compilare, sulle cronache ei diplomi la statistica penale dell'Europa nel Medio Evo, non si vedrebbe tra la Germania e l'Italia quel gran divario ch'ei suppone» (18). Opposto...
Pagina 889 - Italiani sempre più si affratellino; che veggano nella unità e nella libertà la salvezza e l'onore di tutti e di ciascuno; che quindi il paese cresca di sapienza, di saviezza, di possanza, di ricchezza, e che la nuova Roma, per ammenda dell'oppressione armata dell' antichità e delle male arti de' tempi appresso, promuova ormai nel mondo la giusta libertà dell' opera e la illimitata libertà del pensiero.
Pagina 874 - L' Arabico pertanto ha lasciati nel parlare Siciliano minori vestigi che non si creda comunemente: veruno nella grammatica, un ombra nella pronunzia, poche centinaia di vocaboli nel dizionario e qualche modo di dire, ecc.
Pagina 751 - O palme de' due mari di Palermo ! che vi rinfreschino continue, non interrotte mai, copiose rugiade ! « Godete la presente fortuna...
Pagina 645 - Sicilia (III, 649, Firenze, Le Monnier, 1852], era stata già raccontata più volte in tempi diversi mutando sempre i personaggi : nel IX e X secolo fu attribuita agli Ismaeliani di Persia, nel XII, a que' di Siria quando Saladino andò a trovare Sinan.
Pagina 218 - Balermu le colonie italiane di Terraferma, se queste seguirono al conquisto Normanno secondo pur dice l'Amari, argomentando che "basterebbe il fatto della lingua che fiorì in Sicilia in su lo scorcio del duodecimo secolo a provare la venuta di grosse colonie dalla Terraferma; poiché le antichissime popolazioni italiche dell'isola, dopo cinque secoli di dominazione bizantina e musulmana, né avrebbero potuto parlare idioma sì vicino a que' dell'Italia di mezzo, né imperlo agli altri abitatori...
Pagina 883 - Guglielmi e fors'anco di re Ruggero, • sia stato un dialetto italiano, e concorrendovi la espressa > testimonianza di Dante, per non citare tutti gli altri, > possiamo tener certo il fatto ec. ». Quindi apparisce che allo stesso on. Amari l...
Pagina 889 - Normanni, e allettato dall'agevolezza che mi offriano le scuole e le biblioteche di Parigi. Incominciai l'arduo lavoro con animo di siciliano, che bramava la libertà d'un piccolo Stato e desiderava l'unione dell'Italia, senza sperarla vicina; lo termino confidando che tutti gli Italiani sempre più si affratellino; che veggano...
Pagina 882 - Nella quale condizione di cose dovea nascere un idioma cortigiano o legionario che chiamar si voglia , non altrimenti che quello che s' ode da dieci anni in qua nel nostro esercito ; e quel parlare dovea, con 1' andar del tempo, sempre più accostarsi al dialetto indigeno, prendendone molto più che non gli desse.
Pagina 882 - Terraferma, unite da commerci tra loro e molto più strettamente col grosso dell' antica popolazione di linguaggio italico, o per dir meglio siciliano. Nella qual condizione di cose dovea nascere un idioma cortigiano o legionario che chiamar si voglia, non altrimenti che quello che s...

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