Storia della letteratura italiana

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F. Le Monnier, 1865 - 733 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 82 - Levatevi, o malvagi cittadini, pieni di scandoli, e pigliate il ferro e il fuoco con le vostre mani, e distendete le vostre malizie. Palesate le vostre inique volontà ei pessimi proponimenti; non penate più; andate e mettete in ruina le bellezze della vostra città. Spandete il sangue de' vostri fratelli, spogliatevi della fede e dello amore: nieghi l'uno all'altro aiuto e servigio.
Pagina 269 - Giuliano e' non fussi, non che altro, letto, e che questo Ardinghelli si facessi onore di questa ultima mia fatica. Il darlo mi faceva la necessità che mi caccia, perché io mi logoro, e lungo tempo non posso stare cosi che io non diventi per povertà contennendo.
Pagina 269 - ... si perdono ; e se vi piacque mai alcun mio ghiribizzo, questo non vi dovrebbe dispiacere ; e ad un principe, e massime ad un principe nuovo, dovrebbe essere accetto; però io lo indirizzo alla magnificenza di Giuliano. Filippo Casavecchia l'ha visto; vi potrà ragguagliare della cosa in sé, e de...
Pagina 336 - ... liev'aura mossa una voce pennuta, un suon volante? e vestito di penne un vivo fiato, una piuma canora, un canto alato?
Pagina 33 - Ripoli; suppellettile abbondante e preziosa, secondo egli scrive . Fu uomo molto pulito; di statura decente e di grato aspetto e pieno di gravita ; parlatore rado e tardo, ma nelle sue risposte molto sottile.
Pagina 34 - ... è dato, per le parti quasi tutte, alle quali questa lingua si stende, peregrino, quasi mendicando, sono andato mostrando, contro mia voglia, la piaga della fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata.
Pagina 268 - ... altre cose, come vero fondamento di ogni impresa, provvedersi di armi proprie ; perché non si può avere né più fidi, né più veri, né migliori soldati. E benché ciascuno di essi sia buono, tutti insieme diventeranno migliori, quando si vedranno comandare dal loro Principe, e da quello onorare e intrattenere.
Pagina 268 - Italia vegga dopo tanto tempo apparire un suo redentore. Né posso esprimere con quale amore ei fusse ricevuto in tutte quelle provincie che hanno patito per queste illuvioni esterne, con qual sete di vendetta, con che ostinata fede, con che pietà, con che lacrime. Quali porte se gli serrerebbono ? quali popoli gli negherebbono la obbidienza ? quale invidia se gli opporrebbe ? quale Italiano gli negherebbe l' ossequio ? Ad ognuno puzza questo barbaro dominio.
Pagina 329 - Non è più tempo ch'io parli della mia ostinata fortuna, per non dire dell'ingratitudine del mondo ; la quale ha pur voluto aver la vittoria di condurmi alla sepoltura mendico, quando io pensava che quella gloria che, malgrado di chi non vuole, avrà questo secolo da' miei scritti, non fosse per lasciarmi in alcun modo senza guiderdone.
Pagina 548 - Frusta, e di menarla rabbiosamente addosso a tutti questi moderni goffi e sciagurati, che vanno tuttodì scarabocchiando commedie impure, tragedie balorde, critiche puerili, romanzi bislacchi, dissertazioni frivole, e prose e poesie d'ogni generazione, che non hanno in sé il minimo sugo, la minima sostanza, la minimissima qualità da renderle o dilettose o giovevoli ai leggitori ed alla patria.

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