La “Gran Masun” di Carema (TO): indagine su una casaforte del primo Quattrocento

Copertina anteriore
All’Insegna del Giglio, 22 dic 2017 - 24 pagine

Estratto dal numero XXII della rivista «Archeologia dell’Architettura».

La qualità del materiale impiegato nella costruzione della casaforte “Gran Masun”, nel comune di Carema (TO), e la cura nella messa in opera parlano di maestranze esperte e profonde conoscitrici di ciò che il territorio poteva offrire nell’ambito dei criteri di approvvigionamento di un cantiere edile. Lo studio dell’edificio attraverso l’analisi stratigrafica muraria, le datazioni dendrocronologiche e l’articolazione degli spazi interni, ha permesso di ricostruirne la storia e di collocare la sua qualità architettonica in un più vasto ambito territoriale. All’interno di un progetto di restauro ancora in corso, si sono individuati numerosi elementi strutturali lignei che permettono di ricostituire e proporre una nuova immagine di quello che oggi ha le sembianze di un semplice blocco parallelepipedo. Le datazioni dendrocronologiche (1404/1405) dimostrano come la “Gran Masun” appartenga a quel momento di storia del popolamento rurale in cui la costruzione di abitazioni in prossimità di redditizie aree agricole, e nel caso in questione si deve pensare già alla coltivazione della vite, prende slancio con una crescita massiccia. Un corpo architettonico che si configurava quale riferimento visivo e topografico all’interno del paesaggio rurale, divenendo partecipe della formazione della mappa mentale di quel territorio. Una struttura che assimilava in se esigenze di sicurezza e di funzionalità pur non venendo meno nel mostrarsi quale strumento di ostentazione e di prestigio.

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