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D I

PAUSANIA

NUOVAMENTE DAL TESTO GRECO TRADOTTA

DA A. NIBBY

Membro ordinario dell' Accademia
Romana di Archeologia.

VOLUME III.

ROMA 1817.

Presso Vincenzo Poggioli Stampatore della R.C.A..

Con Approvazione

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DI

PAUSANIA

LIBRO SETTIMO

DELLE COSE ACAICHE.

CAPO

PRIMO

Situazione dell' Acaja - Suo antico nome di Egialo, e suoi primi Re Gli Achei passano nell' Egialo, e ne cacciano i Joni - Questi sono ricevuti dagli Ateniesi.

1.

Que

uella terra che fra l' Elèa e la Sicionia stendesi al mare ad oriente, e che Acaja a' nostri giorni si noma da quelli che l'abitano, è la stessa che anticamente appellavasi Egialo; ed Egialesi quelli, che l'abitavano, si addimandavano, al dir de' Sicionj, da un tal Egialeo Re della odierna Sicionia: altri vogliono dalla situazione del paese avesse tal nome ; conciossiachè la più parte di esso sia una spiaggia,

2.

Dopo, sendo morto Ellene, gli altri figli di questo cacciarono Xuto dalla Tessaglia, accusandolo, che avendo sottratto per se delle ricchezze paterne le ritenesse. Costui fuggitosi in Atene ebbe l'onore di avere la figlia di Eretteo in moglie, e di lei ebbe figliuoli Achèo, e Jone. Morto Eretteo, Xuto fu giudice tra' figli suoi del re

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gno e poichè decise, che fosse fatto Re Cecrope il più vecchio di essi, gli altri figli di Eretteo lo cacciarono dal paese. Giunto in Egialo, avendo stabilito ivi la sua abitazione vi morì. De' suoi figliuoli, Achèo avendo dall' Egialo, e da Atene tolto ajuti, ritornò in Tessaglia, ed ottenne il principato paterno. A Jone poi che raccoglieva un esercito contro gli Egialesi, ed il loro Re Seli→ nunte, furono da Selinunte inviati de' messi, proponendogli per isposa l'unica sua figliuola Elice, di adottarlo per figlio onde potesse salire sul trono. Ciò non dispiacque a Jone, il quale morto Selinunte ebbe il regno dagli Egialesi, e dal nome della moglie edificò nell' Egialo la città di Elice, e gli uomini dal suo fece chiamare Joni. Questo non fu un cangiamento di nome, ma una giunta: conciossiachè gli Egialesi si chiamassero Joni; na il paese continuò a ritenere il nome suo primitivo. Bastò pertanto ad Omero nel catalogo di quei, che seguirono Agamennone di mostrare il nome antico del paese:

E per l'Egialo intiero, e intorno all' ampia

Elice.

Sotto il regno di Jone, facendo gli Eleusinj agli Ateniesi la guerra, ed avendo questi ultimi chiamato Jone al comando di questa guerra, costui pagò il tributo alla natura nell' Attica, ed il suo sepolcro è nel borgo di Potamj. I discendenti di Jone ebbero il governo dei Joni fino a tanto che essi, ed il popolo furono dagli Achèi espulsi.

3. Era allora agli Achèi ancora accaduto di essere da Lacedemone, e da Argo dai Dorj cacciati. Quello che fra i Joni, e gli Achèi avvenne sarà subito dal mio ragionamento percorso dopo avere premesso per qual cagione gli abitanti di Lacedemone, e di Argo prima della discesa de' Dorj

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furono i soli de' Peloponnesj ad essere chiamati Achèi. Arcandro di Achèo ed Architele, dalla Ftiotide pervennero in Argo, dove diventarono generi di Danao, ed Architele prese Automata, Arcandro Scea. Mostrano aver poco dimorato in Argo da questo cioè che Arcandro pose al figlio il nome di Metanaste. Divenuti i figli di Achèo potenti in Argo, e in Lacedemone prevalse allora, che i popoli si appellassero Achèi. Questo nome l'aveano in comune, di Danai poi l'aveano particolarmente gli Argivi. Allora dai Dorj, espulsi da Argo, e da Lacedemone annunziarono per un araldo agli Joni, essi ed il Re loro Tisamene di Oreste di divenire loro concittadini senza guerra. Ma i Re de' Joni ebbero timore che frammischiatisi con loro gli Achèi, non togliessero per Re in comune Tisamene, per la bravura sua e lo splendore del suo lignaggio. Non avendo i Joni accettato le proposizioni degli Achèi che anzi sendo usciti colle armi Tisamene cadde nella pugna; ma gli Achei avendo vinto i Joni li assediarono in Elice dove si erano rifuggiati, e finalmente li lasciarono partire a condizioni Gli Achei seppellirono il corpo di Tisamene in Elice: ne' tempi susseguenti, i Lacedemonj, per comando dell'oracolo di Delfo ne portarono le ceneri a Sparta, ed a mio tempo ancora il suo sepolcro era là dove si danno le cene ai Lacedemonj dette Fedizie.

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4. I Joni pervenuti nell' Attica furono accolti per concittadini dagli Ateniesi e dal Re loro Melanto di Andropompo, per cagione di Jone, e delle cose da lui operate allorchè resse nella guerra gli Ateniesi. Si dice ancora che gli Ateniesi sospettando, che i Dorj non volessero neppure da loro astenersi, più per propria forza, che per benevolen za verso i Joni li ricevessero concittadini

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