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poli, ch'è alla falda del Colle degli Ortuli, e le moderne mura del Giardino Pontificio, che sono a piè del Quirinale, scendeva alla Fontana di Trevi. Quindi lungo l'antiche mura del Quirinale tra il Giardino, ed il Palazzo Colonnese perveniva alla Chiesa della Madonna di Loreto, ed a Macel de' Corvi fino a piè del Campidoglio, sotto le cui sostruzioni piegando indietro, e chiudendo quasi nel mezzo la Via Lata, scorreva presso la Chiesa del Gesù, e tra il Collegio Romano, e la Minerva, donde ritorcendo verso la Fontana di Trevi andava all'angolo del Colle degli Ortuli presso la Chiavica del Bufalo, e quindi colle radici del Colle alla piazza sopradetta Grimana.

Α

Gli Edifizj della Regione tra la Piazza
Grimana, e quella, di Sciarra.

CAPO NONO.

Al Circo di Flora, che nella piazza Grimana dicono

Pila Tibur

essere stato, fu vicina la Pila Tiburtina per quello tina. che Marziale ne canta nel 23. Epigramma del libro quinto :

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Sed Tiburtine sum proximus accola Pila, Qua videt antiquum rustica Flora Jovem . La quale essendo della Regione settima, secondo Vittore, segue, che presso alla piazza Grimana fosse, o per meglio dire sull'orlo di essa presso il declivo, che alla Fontana di Trevi conduce; sul qual principio dovette essere anche il confine delle Regioni sesta e settima. Posto dunque per confine dell' una, e del altra la strada detta Felice ( per quanto però si stende la piazza, o poco più) in essa, o presso di essa fra li due principj di due vie Rosella, e della Madonna di Costantinopoli, fu il pilastro Tiburtino, detto, secondo il Donati, o perchè fosse fatto di Tevertino, o perchè solessero li Tiburtini concorrervi a vendere le loro frutta; il qual pilastro diè nome alla Contrada.

Quindi la Casa di Marziale, che gli era appresso fu anch' ella sulle prime alture tra la piazza, e la calata, donde poteva da lungi vagheggiare il Campo Marzo, che gli soggiaceva, ed in esso i Lauri Vipsani, come nell' Epigramma 109. del libro primo dice:

Domus Martialis,

Pirus.

Contra

da detta Ficelia fuor di Roma.

Templum

novum

At mea Vipsanas spectant coenacula laurus. de' quali ragioneremo a suo tempo.

La Contrada precisa, in cui Marziale abitava dicevasi il Pero. Così egli insegna nell' Epigramma pènultimo del primo libro :

Non est quod puerum Luperce vexes,
Longum est, si velit ad Pyrum venire,
Et scalis habito tribus, sed altis, etc.

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E vicino ebbe una Fontana dell'acqua Marzia . Lo
spiega egli nell' Epigramma 19. del 9. libro, chie
dendone per la medesima sua Casa acqua a Domiziano :
Sicca Domus queritur nullo se rore foveri,
Cum mihi vicino Martia fonte sonet.

Quam dederis nostris Auguste penatibus undam,
Castalis hæc nobis, aut Jovis imber erit .

Sembra al Donati essere stata quivi anche la Contrada detta Ficeliæ, soggiungendo a ficu, vel sculpta, vel sata, vel picta nuncupatæ ; perchè ivi avere abitato Nepote, scrive il medesimo Marziale nell' Epigramma ventisette del sesto libro, chiamandolo vici

no suo •

Bis vicine Nepos ( nam tu quoque proxima Flore Incolis, et veteres tu quoque Ficelias) Ma se devo dirne il sentir mio schiettamente, tratta Marziale di doppia vicinità: Bis vicine Nepos. La quale in una sola abitazione, ed in una contrada non possono avverarsi ; onde la prima vicinanza è della casa presso al Circo di Flora, com' egli dichiara; e perchè nell' Epigramma 19. del libro nono narra a Domiziano avere solo in Roma una casa, ed un poderuccio :

Est mihi, sitque precor, longum te preside, Cæsar, Rus minimum, parvi sunt et in Urbe lares; Segue, che la seconda vicinità nelle Ficelie fosse di podere, sicchè Marziale, e Nipote nella contrada detta Ficelia (la quale ove fosse non si sa ) avessero i terreni loro appresso, come in Roma le case.

Alla Pila Tiburtina non lungi potè essere il TemQuirini. pio di Quirino, dicendo il medesimo Marziale nel libro decimo ep. 58..

Vicinosque tibi, Sancte Quirine, Lares.

Non però l'antico Quirino del Quirinale, ma un' altro, che Augusto fece con 76. colonne ; il qual numero riuscì poi uguale agli anni della sua vita, come nel 54. libro Dione scrive. Vittore, e Rufo scrivono in

questa Regione Templum Novum Quirini, ch' essere quel di Augusto si ha a credere, mentre di altro Tempio di Quirino dopo Augusto fatto di nuovo non si ha notizia, e Vitruvio mentre fra il Circo di Flora, ed il Tempio di Quirino essere state le botteghe del minio racconta dichiara il medesimo Tempio alla Pila Tiburtina, ed a Marziale vicino, e perciò nell' orlo inferiore anch'esso della piazza Grimana. Il medesimo Vitruvio nel primo del terzo libro fa menzione del Tempio Dorico di Quirino, dicendolo di architettura nomata Dipteros Octastylos; ma se di questo intenda, o del più antico, io non so. Vicino a Marziale fu ancora il bagno di un certo Stefano. Così egli dice nell' Balineum Epigramma 53. dell' undecimo libro :

Canabis belle, Juli Cerealis, apud me:

Conditio est melior si tibi nulla, veni.
Octavam poteris servare; lavabimur una:
Scis quam sint Stephani balnea juncta mihi .

Stephani.

Vicina anzi congiunta gli fu la casa di un certo No-Domus vio Microspico, Il dice egli nell' Epigramma 87. del Novii Miprimo libro.

Vicinus meus est, manuque tangi

De nostris Novius potest fenestris.

crospici.

rium.

Nel discendere verso la Fontana di Trevi s'incon- Forum trava il Foro, e il Vico Archimonio (1), i quali si leg- Archemogono in Vittore, ed in Rufo. Essere stati nel contor- Vicus no, in cui è oggi la Chiesa di S. Niccolò, detto a ca- Archemopo le case, è opinion comune, e non vana; poichè rius. quella Chiesa dalla moderna antichità dicevasi De Archimoniis. Così riferiscono il Marliano, il Fulvio, il Mauro, e tutti.

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Più nel basso, dov'è la Fontana di Trevi, non fu, come tutti credono l'antica Fonte dell'Acqua Vergine, mossi dal vederlavi oggi, e perciò nè il Tempio di Giuturna, nè li Septi, che gli erano appresso. L'argomento dimostrativo si è, che Rufo, e Vittore non in questa Regione pongono le suddette cose, ma

(1) Varii corridori, e botteghe verso strada Rosella e S. Nicola in Arcione furono trovate a' tempi del Bartoli (Memorie n. 36. 37. 38. ) nella direzione del giardino Pontificio, e si pretese che potessero appartenere al foro Archemonio.

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