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me sembra a me chiaro in Dionigi, ancora da ambi i lati, nè portico semplice, ma in fronte triplicato, come oggi nella Rotonda veggiamo, e nei lati doppio sicchè da tre lati si poteva girare, e stare al coperto; e nelle cene trionfali, che per testimonio di Żonara nel secondo degli Annali vi si facevano, come ampiamente scrive il Bulengero nel libro de' Trionfi, gran quantità di gente poteva capirvi.

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Di quale ampiezza fossero i portici, e di quale il Loro amTempio, non è cosa affermabile senza maggior lume. piezza. Ma perchè quello, che di certo non può trovarsi, non è a noi vietato il congetturarlo, e l'immaginarloci colla scorta di alcuna favilla, o barlume non lasciamo d'investigarne almeno dubitativamente quanto se ne potrà. La differenza di quindici piedi, cioè a dire di due canne fra la larghezza, e la lunghezza, si scorge molto probabilmente derivar dal portico doppio ne' lati, e triplicato nella fronte, le quali due canne appajono molto conveniente spazio del portico, che la fronte aveva di più de' fianchi. Da ciò, come dall' unghia, che porta alla notizia di tutto il leone, la disposizione del resto del Tempio si trae; poichè li portici essere stati tutti uguali non dee negarsi, e se furono uguali, triplicato quello spazio faceva sei canne; che tolte dalle 26. fa restare la lunghezza del Tempio senza portico alle sole 20. Così i portici doppj nell' un fianco e nell' altro ingombravano lo spazio di quattro canne per parte, le quali otto dalle 24. della larghezza detratte, fanno restarla a sedici.

Tre Cap

Giunone,

Nel Tempio erano tre Cappelle, delle quali quel- pelle una la di mezzo fu di Giove, e le altre due di Giunone, di Giove e Minerva ; le quali, secondo il testimonio di Dioni- l'altre di gi, essendo contenute da' lati comuni, non potevano eMinerva essere, che unite tutte ad un filo in faccia nell' estrema parte del Tempio, non differentemente da quei tre archi, che del Tempio della Pace si veggono restati in piedi. Queste altri disse essere state divise dal muro esteriore del Tempio, e perciò spiccate dentro d' esso, ma oltre l'autorità sopra citata di Dionigi, tres cel

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cingitur, duplici vero a lateribus. Intus autem tres celle parallele sunt, communibus contentæ lateribus; media Jovis, etc.

læ . . communibus contentæ lateribus ove non di soli lati comuni fra esse, ma e de' lati del Tempio comuni a tutte è senso più piano. Livio nel settimo c.2. dichiara il muro di fuori essere di Minerva, quando parla del chiodo, che fuori del Tempio si affigeva ogni anno: Clavus. fixus fuit dextro lateri ædis Jovis Opt. Max. ea ex parte, qua Minerva Templum est; eum clavum, quia rare per ea tempora literæ erant, notam numeri annorum fuisse ferunt, eoque Minerva Templo dicatam legem, quia numerus Minervæ inventum sit; e scrivendo Svetonio nell' 84. di Cesare, che una parte del popolo pretendeva si abbruciasse il suo corpo nella Cella di Giove, può inferirsene ampiezza tale, che da altro muro divisivo non potè essere la larghezza del Tempio ingombrata; onde coll' opinion del Lipsio concorro volentieri aver' ella avuti i lati, ed il tergo col muro del Tempio comuni. Dionigi le dice pari; ma se intenda parità sola del sito per essere state tutte in filo, oppure anche di grandezza, è incerto. Più conveniente sembra il credere quella di Giove nel mezzo maggiore delle altre ; ma resti ciò dubbioso. Se pari elle furono nello spazio di 16. canne, toltone le grossezze dei quattro muri, ciascheduna ebbe minore ampiezza di cinque canne; per l'altro verso delle 20. della lunghezza del Tempio quante ne occupassero, altra congettura non può aversi, che d'una certa simmetria coi portici, che erano negli altri lati. La sola posterior parte del Tempio non aveva portici, non dicendo Dionigi, che gli avesse, ma in luogo di esssi rinchiudeva le Cappelle, che occupavano facilmente dentro altrettanto spazio della lunghezza, quanto i portici di fuori, cioè a dire quattro canne, facevano concerto buono, ed il resto del Tempio restava riquadrato

mezzo

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ed in

Festibuli Aveva ciascheduna Cappella il Vestibulo partidelle Cap- colare, scrivendo Dionigi nel terzo: Nunc altera est pelle. in vestibulo Minerva, altera in ipso delubro prope marginem, seu murum; i quali Vestibuli dentro al Tempio io crederei balaustrate, o cancellate; o piuttosto il sito, che gli era avanti, fu detto Vestibulo, per non aver dentro al Tempio a supporre mostruo samente altri portici ad ogni Cappella, come piacque ad altri. Il resto del Tempio, che riquadrato potè es

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sere di quindici canne per ogni verso, di poco meno,
toltene le grossezze delle muraglie, o fu a guisa di una
gran sala vuoto, e spicciato, o piuttosto (perchè a
tant' ampiezza travi troppo smisurate si richiedevano,
ed una della lunghezza di sedici canne essere stata vista
in Roma per miracolo nel tempo di Tiberio scrive Pli-
nio nel quarto del 16. libro) era da colonne, o pila-
stri distinto in navi; di che danno indizio le anti-
che Basiliche de' Cristiani fatte in cotal foggia; e
gl' istessi antichi atrj, (che sale erano) sostenuti da
colonne danno occasione di conseguenza, che allora
e specialmente nei primi secoli, per isfuggire le
volte in tutti, o quasi in tutt'i grandi edifizj così pub-
blici, come privati, o pilastri, le colonne si frappo-
nessero. Per additar tutto con evidenza,
quivi la pianta.

ne ho

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gran

posta

stri,Silla

te dalla

Fatto prima con pilastri, ed arso dal fuoco, fu da Ebbe priSilla arricchito delle colonne del Tempio di Giove ma pilaOlimpio portate dalla Grecia, come scrive Plinio nel lo rifece sesto del 36. dopo la cui morte fu dedicato da Catu- con colon lo; di cui esservisi letto il nome scrive Plutarco in ne portaPublicola (1). Di nuovo arso nelle rivoluzioni Vitel- Grecia. liane, fu da Vespasiano rifatto; dopo il quale abbruciatosi la terza volta diè occasione a Domiziano di restituirlo con magnificenza maggiore ; poichè condus- da Vespa Rifatto se egli dalla Grecia colonne di maggior prezzo, per te- siano stimonio di Plutarco in Pubblicola; ove della simmetria E poi da di quelle così racconta: Columnæ Templi ejus ex Pentelico lapide excisa sunt, crassitudinem habent optime longitudini congruentem. Vidimus quidem ipsas olim Athenis, et rursus sed Romæ extenuatæ, politæ non tantum ex sculptura ornatus acceperunt, quantum mensurarum convenientiæ amiserunt, quum suo decore, et specie vacuæ, atque exinanitæ appareant; le quali essere quelle, che nella Chiesa dell'Araceli si veggono, (2) si può stimar facile, ed essendo

Domizia

no CONL

colonne

di maggior prez et ex- 30.

(1) La forma di questo tempio si può vedere nella meda-
glia riportata al n. 39. ed in quella data al n. 9. nel preceden-
te volume, secondo il Nardini per tempio della Pace, ma
che più probabilmente rappresenta questo di Giove Capi-
tolino.
la cui propor

(2) Una sola ve n'ha di marmo,
Tom.II.

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