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perciò nella parte superiore degli Orti sepolti si scuoprono; e dall' altre urne, ed ossa ordinarie disotterratevi possiamo raccorre essere stata cosa solita seppellire ivi i morti. Ma a che raccorlo altronde, che da Plinio sopracitato da cui si dice espressamente? Fuere sub Divo Augusto semipede addito (cioè 10. piedi e 3. oncie) quorum corpora ejus miraculi gratia in conditorio Sallustianorum asservabantur hortorum Pusioni, et Secundillæ erant nomina, dal qual Conditorio maggiormente confermasi, gli Orti di Sallustio prima d' Aureliano essere stati fuori delle mura di Roma, non si solendo dentro seppellir morti.

Sul Colle degli Ortuli furono anche gli Orti di Lucullo ; ma perchè da Rufo, e Vittore sono concordemente posti nella nona Regione, segue, che la parte di quel Colle al piano contigua nella Regione nona si computasse, e confinasse con la sesta a quel paro in cui la settima vi si congiungeva, ma più bassa fra colle, e colle, siccome la figura, ch' io pongo quivi, dimostra.

Fu quel Colle detto degli Ortuli, secondo il parer comune, dagli Orti di Salustio ch' aveva sul dorso, e potremmo anco aggiungervi quei di Lucullo, ma non so come la parola Ortuli, ed Orti ampj, sontuosi, e regii s' adattasse bene, mentre in buon senso ci rappresenta, che ivi, o a piè d'esso fossero quantità d'Orti piccioli, ed umili di private persone. Anche oggi quanto è fra la piazza della Trinità de Monti, e quella del Popolo sotto al colle, ancorchè abitato, tutto suol chiamarsi gli Orti di Napoli, segno che nell'età passata non altro v'era, che Ôrti.

Orti di Lucullo

Colle de

gli Ortuli donde prendesse

cotal no

me

te Pincio.

Poi fu detto Monte Pincio, e credesi dal Palaz- Edi Monzo di Pincio Senatore, benchè da più d'uno si controverta. Anastasio in Silverio fa fede aver Belisario abitato il Palazzo in Pincis, mentre fu in Roma. Del Palazzo Pinciano s' ha menzione in Cassiodoro, che in nome di Teodorico nell' Epistola decima del terzo libro scrive a' Romani, che trasmettono a Ravenna i marmi già deposti dalla casa Pinciana. Della Chiesa di S. Felice in Pincis, scrive più volte Anastasio e specialmente in Benedetto Terzo Et in Ecclesia Beati Martyris Felicis, quæ ponitur in Pincis, fecit vestem de fundato. Piace al Martinelli ( ed è credenza probabilissima) il nome di Pincio, è Pinciana esTom. II. 8

e

sere stato dato al Monte, al Palazzo, ed alla Porta dalle Pinci, cioè dalle subbie, colle quali fu ucciso S. Felice presso la porta Pinciana .

In esso Colle scrivono gli Antiquarj d' un secolo, Tempio del Sole. e più fa, essere stata una gran fabbrica antica rotonda, di cui adesso non è vestigio, e credono essere stato Tempio del Sole, senza apportarne argomento, o pur congettura. Piaccia al Cielo non sia un' equivoco di que' primi, che col Biondo credettero il Colle degli Ortuli, o Pincio essere stato l'antico Monte Quirinale, a' quali piacque forse porgli sul dorso il Tempio del Sole, che Aureliano aver fabbricato nel Quirinale si legge in Vopisco.

Lasciato il Colle degli Ortuli, ritorniamo al Quirinale, di cui pure alcuna cosa ci resta a dire . Campus Il Campo Scelerato fu luogo verso la Porta ColScelera- lina, in cui era un' antro, o stanza sotterranea fatta

tus.

per seppellirvi dentro vive le Vergini Vestali dannate d'incesto. Fu presso la porta; ma se dentro, o fuori, dagli Antiquarj non si concorda. Quelli che lo diFüdentro cono dentro, assegnandogli quanto è di spazio fra la le mura. moderna Porta Salara, e la Casa, e gli Ortuli di Sallustio, come se quel nome di Campo necessariamente porti vastità di campo da grano, e pure non dovette essere, che un poco di piazza, tacitamente concedono, che fuori dell'antica porta Collina fosse prima d' Aureliano; e specialmente il Fulvio assegnando il luogo un poco alto alla porta congiunto dice: Extat præterea, atque intra juxta proximam Salariam portam terrestre supercilium, quod vocatur Tumulus, sive Campus Sceleratus, etc. ma

essere stato

presso, e dentro l'antica porta son chiare le autorità. Festo nel lib. 19. Sceleratus Campus appellatur prope portam Collinam, in quo Virgines Vestales, quæ incestum fecerunt, defossæ sunt vivæ ; e senza uopo di chiosa il medesimo Festo nel lib. 16. M. Cato in ea oratione, quæ de auguribus inscribitur, adjicit quoque, Virgines Vestales Sacerdotio exauguratas, que incesti damnatæ vivæ defossæ sunt, quod sacra Veste matris polluissent, nec tamen licet nocentes extra Urbem obruebantur, sed in campo proxime portam Collinam, qui Sceleratus appellatur; e lo stesso per appunto nell'ottavo della Eneide si dice da Servio; e Dionisio nel secondo pur dice,

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