La Bibliofilía RIVISTA DELL'ARTE ANTICA IN LIBRI, STAMPE, MANOSCRITTI, AUTOGRAFI E LEGATURE DIRETTA DA LEO S. OLSCHKI LA BIBLIOTECA ANGELICA (1605-1870) NOTE ED APPUNTI (1) servava e debbo credere che l'informazione sia esatta; in Vaticano, dove il Rocca dimorava e morí, non mi riuscí di rintracciare le sue carte. Certo dovettero esistere; le sue occupazioni letterarie, il suo commercio epistolare con i contemporanei, le fatiche a pro dell'edizione della Bibbia, dovettero costituire un ammasso di documenti che sarebbero preziosi sia per la vita del Rocca, sia per lumeg La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 1a a Dispensa 1a L prof. Medardo Morici, pubblicando in questo stesso periodico (2) alcuni cenni del bibliofilo Angelo Rocca (e per incidenza della biblioteca Angelica da lui fondata) (3), si augurava che qualcuno si accingesse a studiarne la vita e le opere « per cui in Roma, e segnatamente nell' Angelica, troverebbe materiali preziosi e quasi inesplorati ». Il Morici deve essere stato tratto in inganno da false informazioni: nell'Angelica non esiste nulla del Rocca che possa illuminarne la vita; nell'Archivio dell' Ordine Agostiniano mi si assicurò che nulla di lui si con (1) Il sottotitolo di note ed appunti sta a significare che io non intendo fare la storia della Biblioteca Angelica, ma solo esporre delle notizie che la lunga permanenza in essa biblioteca mi diedero agio di conoscere. (2) Anno II, disp. 9-10. (3) L'anno di nascita del Rocca va rettificato da 1445 in 1545. I giarne il tempo e l'ambiente in cui visse. Non mi resta pertanto che augurare ad altri di essere più felici di me nel rintracciare quelle carte. L'area su cui sorge la biblioteca Angelica ha subito radicali mutamenti. Come si vede dalla pianta del Cartario qui sotto riprodotta, il corpo di fabbrica su cui sorse la prima biblioteca era completamente isolato dalla chiesa e convento di Sant'Agostino, ed un vicolo pubblico passava rasente la chiesa, dove oggi è il cancello d'ingresso della biblioteca, seguiva ove sono le scale, girava a destra nell'attuale cortile dei frati, e sboccava, per la porteria dal convento, di fronte al vicolo degli Spagnuoli. * Pianta di Roma del CARTARIO, anno 1576. Quelle casette isolate furono comperate dal Rocca, e lí cominciò a formarsi il primo nucleo dei libri che dovevano un giorno formare la biblioteca. Dovette però forse o demolire o riattare molto, per accompagnare l'architettura dell'attiguo convento, perché l'atto di donazione del 1614 accenna appunto « alle stanze fabricate di nuovo, contigue alla libreria che habbino a servire per uso di Monsignor Sacrista Donante, e doppo morte sua siano per abitazione del Bibliotecario o custode della libreria perpetuamente ». La donazione stabiliva pure che il << vaso o stanza dove si deve collocare la detta libreria a questo effetto fabricata, non si rimuova mai dalla sua forma, cioè non si dilati, né restringa ». Nel libro delle Proposte del Convento Agostiniano ai 30 giugno 1614 leggesi: « Die 30 junii Patres vocales in sacristia capitulariter congregati decreverunt esse fabricandas duas cellulas iuxta Bibliothecam pro Bibliothecario ad instantiam perillustrissimi ac rev.mi d.ni Sacristae D. N. pro quibus constituendis offert id Rev.mus d.nus Sacrista scuta centum reliqua fiat ex sumptibus Monasterii: et hoc unanimi consensu statuerunt faciendum ». Infatti l'anno 1638 le piante di Roma non recano piú il vicolo e il fabbricato della biblioteca è attaccato al convento; nel 1748 vi è ancora un cortile interno, e a quanto sembra aperto sulla 2 Pianta di Roma del NOLLI, 1748. 1. Piazza S. Agostino. 2. Via della Scrofa. 3. Arco di S. Agostino. 4. Via delle Coppelle. piazza di S. Agostino che però nel 1812 sparisce, e tutto si confonde con il fabbricato che racchiude il convento; rimanendo però per la biblioteca un ingresso speciale, con una scala a parte perfettamente isolata e indipendente dal convento. 1. Piazza S. Agostino. 2. Via della Scrofa. 3. Via delle Coppelle. 4. Arco di S. Agostino. 5. Via dei Pianellari. 6. Via dei Portoghesi. Pianta di Roma dei TOURNON, 1812. Un grande spirito di libertà informava la donazione del Rocca. In forza di rescritti di Clemente VIII e Paolo V, egli istituiva la Biblioteca Angelica, erigendone a proprie spese il fabbricato, dotandola di rendite proprie, e rendendola giuridicamente autonoma: il Bibliotecario, nominato da un apposito Consiglio dell'Ordine Agostiniano, amministrava personalmente le rendite, e solo una volta l'anno doveva presentare i suoi conti al Generale dell'Ordine. Vi doveva essere una sola chiave, e questa sempre in possesso del bibliotecario. E, come primo esempio di libreria pubblica in Roma, il donatore stabiliva che il « bibliotecario o custode sia tenuto ad aprire la libreria due volte il giorno eccetto il giovedí, quando però nell' istessa settimana non occorre giorno di festa, e cioè la mattina avanti pranzo, e due hore dopo il vespero nel tempo dello studio in convento; nell'altro tempo solamente la mattina, e questo sia per obligo; ma per cortesia la possa aprire a chiunque e quando li piacerà. Né si neghi l'adito ad alcuno, o sia prete, laico, o religioso di qualsiasi Ordine che desidera studiare nell'hore determinate ». Era il Rocca nemico del prestito dei libri e forse non aveva tutti i torti! tanto che stabiliva << sempre si debbano li detti Capitoli e Convenzioni in perpetuo osservare et adempire sotto pena in evento di contravvenzione, che la medesima libraria et altre cose, come di sopra donate, ricaschino alla Rev. Camera Apostolica per la Libraria Vaticana, con la copia della presente donazione e lettere apostoliche; ma non s'intenda la detta Libraria con l'altre cose ricadute alla Rev. Camera Apostolica, né abbia luogo la caducità a favore della R. Camera suddetta, quando fosse stato rubbato qualche libro, ovvero portato fuori dalla Libraria per studiare, ancorché questi tali caschino in scomunica latae sententiae, di maniera che non possino essere assoluti se non dal Papa, colla restitutione di detti libri e di altra cosa rubbata alla Libraria ». Questa donazione era basata su precedenti atti di Clemente VIII del 16 febbraio 1595 « Quae nobis » e di Paolo V del 4 novembre 1609 « Cum sicut ». Due iscrizioni ricordano l'istituzione dell'Angelica, e sono murate nell'atrio, appena finito lo scalone. FRATER ANGELUS ROCCA CAMERS EPISCOP. T(AGASTENSIS) OMNI ARTIUM ET SCIENTIARUM GENERE REFERTISSIMAM ORNATAM LONGO TEMPORUM SPATIO MAGNOQ. LABORE ET SUMPTU COMPARATAM NON SOLUM RELIGIOSORUM SED ETIAM CLERICORUM ET LAICORUM COMMODITATI UT ANIMI GRATI PIETATEM ERGA FAMILIAM AUGUSTINIANAM |