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X ulo XX £ uenire alo gauata nauega dētro
ponēte et afraciño et plun poco uerahací et tro
nale foza dloganata milhar xx ufq XXV-Ewse
að acre et nanega p mastro nen alúmito hit
gitivored. Euí mone dacre et nuuega pponett
ue fora & cano de lemona milliar 1xxx nighxxxx.
Ap questa nía pponēte was foza delo gal çoonllar
lxxxx. Euí est alocano delo gauata i mar qıllar
xxx usp xxxx navegap ponēte uas acapur sel
mone ufp alo galço et est milluar. cccc. Emest
accaput felmone For T mare milliar xx uspxxx
puenire allagalço nanega entro fonéte etaha
ein et uas Foza delo galço milliã xx usq xx
et hut millar cexxxx. Juns naniegare de
acre y andar að allexiona nauega p poněte
gitlar cel et par tozna i afracṁ et nas fupra
lofaro et hunde ner froceffulis g uacatur
bolkere & néïancozalon de pala xxl xvíť
et Fose men ua foza i pala Xvj ne men et
Ceras foza milliar beufq; lyx et nederale aqua
blancha et nederah lo fars et ronã deuer mu

Frammento di Portolano, del sec. XV.
Cod. Marc. It. XI. 87 (f. 7). Cfr. n.o 157.

Geograph. Instituts
an der Univ.
Berlin', hrsg. v. A. Penck, Heft
13).

In questo importante lavoro sulla cartografia medievale italiana sono registrati, analizzati, e in parte anche pubblicati i segg. Por

tolani della Marciana: 1) cod. Marc. It. VI.
213 (Nicolaus de Combitis, sec. XIV): p. 125,
n. 20; 2) It. VI. 212 (Jacobus de Giroldis,
1426): pp. 127-28, n. 26; 3) It. Z. 76 (An-
drea Bianco, 1436): pp. 130-31, n. 33;
4) It.
IV. 9. (Anon., sec XV): pp. 132-33, n. 35;
5) It. XI. 87 (Framm.): pp. 199-201, n. 2.

L'intero testo è pubbl. a pp. 235-37, n. 2; 6) It. IV. 170 (Pietro de' Versi): pp. 204-06, n. 4. L'intero testo è pubbl. a pp. 246-67 ; 7) Inc. V. 706 [non It. IX. 4!] (Rizo, 1490): pp. 22022, n. 8. L'intero testo è pubbl. a pp. 420552; 8) It. IV. 2 (Ant. Millo, « Isolario »>, 1590): p. 230, n. 8.

Dalla indicazione del KRETSCHMER (p. 220): « Cl. IX, Cod. 4 », parrebbe che il Portolan Rizo' [volgarmente noto coll'attribuzione al Cadamosto] fosse tratto da un codice, mentre è riprodotto dall' incunabulo rarissimo : << Impresso cum diligentia in la citade de Uenexia per Bernardino Rizo da nouaria stampador 1490 adi 6 nouembrio », del quale non si conoscono che tre esemplari, compreso il Marciano [Inc. V. 706]. Da una brevissima collazione del principio della ristampa del Kr. (pp. 420-552) coll' incunabulo, sembrano essere incorsi alcuni errori o inesattezze. Cosí a p. 420, lin. sest'ultima, ultima parola, deve leggersi coll' incunabulo « cadex » [= Cadice], e non « cader », come ha il Kr. Lo stesso errore si ripete poche linee piú innanzi (p. 421, lin. 2). Ibid., lin. 20, l' incun. ha: « E cosí è in lo trauerso de le ixole de fora », e non: « E cosi in lo trav. » Ibid., lin. 31, l' incun. ha correttamente : « per tuti i luoghi e porti de rocha toua », e non : << per tutti i fuoghi ». P. 422, lin. 9, l'incun. ha: «<e danflor fina a drepa », e non : « fina a diepa». La stessa osservazione vale anche per la lin. seg., ecc. Quanto al Frammento di Portolano contenuto nel cod. miscellaneo Marc. It. XI. 87, proveniente dal Consiglio dei Dieci, di cui il Kr. dà una descrizione a pp. 199-201, e pubblica il testo a pp. 235-37, conviene anzitutto correggere un grossolano errore del Kr., che attribuisce il frammento al sec. XIII (p. 200), mentre esso è indubbiamente del XV, come dimostra il fac-simile qui pubblicato. Nella lin. 4a (del testo pubbl. a p. 235) deve leggersi « et plui [= piú] poco », anziché « pliu poco », Cfr. anche più innanzi, p. 236, lin. 20. P. 235, lin. 5a, convien leggere: « Cui se' [verbo] ad acre » [come poco piú sopra il cod. ha: « Cui est a cauo S. andrea >>], anziché « Cuise ad acre ». P. 236, lin. 28a, ove il Kr. legge « uer ponente tramontana », deve leggersi soltanto « uer tra

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montana », perché ponente è chiaramente espunto. P. 237, lin. 1a, è saltata una riga del cod., che legge : « Sasne con lo cauo delo leoka se uarda dentro austro et afracin et poco uer austro .. fanu con lo leoka se uarda per afracin poco uer ponente »: mentre il Kr. stampa : « Sasne con lo cauo delo leoka se uarda dentro austro et afracin poco uer ponente >>>. Più frequenti, se non più gravi, sono le inesattezze nella stampa del Portolano di Pietro de' Versi (pp. 246-67), tratto dal cod. Marc. It. IV. 170 (ff. 40a-67a). Subito nella 1a lin. convien leggere: « Questo serà l'amaistramento », anziché : « Q. sarà la maistramento ». Ibid., lin. 2a, e 19a; p. 247, lin. 1a, 6a, 13a, ecc. : « zoé », e non « cioè ». P. 246, lin. 2a : « S. Zorzi », anziché : «S. Gorzi ». P. 246, lin. 3a e 15a: << serà ai do [= due] chaxoni » e « sia dentro de i do chaxoni »>, anziché « sera aido chaxoni » e «< sia dentro de ido chaxoni ». Cfr. anche p. 247, lin. 1a, 7a, 13a, 17a, ecc. E analogamente a p. 247, lin. 22a, convien leggere : « dentro di do álbori », anziché : « dentro dido albori ». P. 247, lin. 12a, il Kr. legge, senza senso : « Perpassa cioe (!) San Nicholo de lido » [anche il punto esclamativo è del Kr.], mentre il cod. ha correttamente: « Per passa 3 San Nicholò de lido». P. 247, lin. 16a, il Kr. ha: «e sel vorà quando sarà al tocho », omettendo la parola sauer, che nel cod. trovasi chiaramente dopo vorà (vorà saver), e che è indispensabile al senso. P. 247. lin. 29a, il Kr. ha la strana forma: «una barcha diver la longeza dona gallía », mentre il cod. si lascia leggere normalmente: << de la longeza d'ona gallía », ecc.

Il Kr. si occupa altresi del Mappamondo di fra Mauro, che ora purtroppo non fa piú parte della Marciana (p. 140, n.o 51), e di un Portolano di Grazioso Benincasa del 1471, che conservasi a S. Michele di Murano (p. 144, n.o 65).

158. BEHRMANN (Walter), Ueber die niederdeutschen Seebücher des funfzehnten u. sechzehnten Jahrhunderts. Inaugural - Dissertation zur Erlangung der Doktorwürde (Univ. zu Göttingen).

Hamburg, L. Friederichsen & Co., 1906; pp. VI, 111, C. IV carte (estr., d. Mitteilungen d. Geogr. Gesellschaft in Hamburg, Band XXI).

L'autore della presente tesi dottorale, consacrata ai Portolani della Germania meridionale dei sec. XV e XVI, ha occasione di occuparsi anche di alcuni testi prettamente italiani, dei quali ci riguardano direttamente il Portolano di Pietro de Versi (1444) [cod. Marc. It. IV. 170] (pp. 23-27), pubblicato poi per intero dal Kretschemr nell'opera piú sopra ricordata [cfr. Boll., n.o 157]; e il Portolano cosi detto del Cadamosto (1490), pure ricordato nell'art. precedente (pp. 33-40), e che fu più tardi per intero riprodotto dal Kretschmer. Scopo dei raffronti che il B. istituisce, da una parte, fra il Seebuch germanico e i testi francesi, e dall' altra, fra lo stesso Seebuch e i due testi italiani sopra ricordati, è quello di controllare se sia accettabile l'opinione di Teobaldo Fischer, che la fonte del Seebuch sia da riconoscere in un testo italiano. Il B. esclude questa ipotesi dell'illustre cartografo, e per timore che il risultato delle proprie indagini possa sfuggire al lettore, stampa le conchiusioni proprie in carattere grassetto : « Die Quelle ist keine italienische gewesen » (p. 41). Ammette però una più stretta affinità tra il Seebuch ed i testi italiani, e specialmente il Cadamosto, che non tra il Seebuch ed i testi francesi.

159. ROSSI (Vittorio), Fra i compagni Sempiterni. Briccica storica pubbl. [pel giubileo universitario del prof. E. Teza]. Padova, G. B. Randi, 1910; pp. 14, in 16o.

La compagnia dei Sempiterni a Venezia fu una delle cosidette' compagnie della Calza', delle quali si è occupato recentemente e largamente il dott. L. Venturi, ed ebbe vita brevissima, tra il marzo 1541 e il carnevale '42. Il R. ha qui pubblicato e opportunamente illustrato un documento (sfuggito alle ricerche del Venturi) relativo ai festeggiamenti dei Sempiterni cioè alcuni Versi fati per la compagnia dei Sempiterni su li presenti che i fece a le

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sieri del carico di valorosissimo e meritissimo Secretario di questo Stato, ed altre sue nobili e degne qualità, scopre anco in questa gloriosa virtú [poetica] la felicità del suo vivacissimo ingegno mirabilmente », come è detto di lui in un libro veneziano dell' estremo '500 (1), analizzato altrove dallo stesso prof. PILOT questi si era già occupato in piú altre sue pubblicazioni [cfr. Boll., n. 49, 66, 70]. Con questa, che ci sembra migliore delle precedenti, egli si propone di offrire uno studio letterario sulle sue canzoni, in confronto colla produzione poetica veneta contemporanea, prendendo a

scorta l' ediz. delle sue poesie fatta in Venezia nel 1600, ed esaminando le canzoni singolarmente, nell' ordine stesso che hanno nella stampa. Talvolta egli ha occasione di ricordare o pubblicare scritti, in verso od in prosa, del Magno od a lui diretti, esistenti in codd. Marciani; ed a tale riguardo è deplorevole che le segnature de' codd. sieno spesso errate, e manchino quasi sempre dell' indicazione della carta a cui si trova il testo allegato. Cosi dal

(1) Il Merito delle Donne di MODERATA FONTE O MODESTA POZZO: cfr. PILOT (A.), Sette gentildonne Veneziane a conciliabolo, ecc. Venezia, 1910, p. 27.

cod. Marc. It. IX. 159 (f. 21ь) è pubblicato (pp. 50-51) un son. inedito del Magno:

Quante, pria che da te faccia partita.

Dal Marc. It. IX. 166 sono pubbl. 3 son., pure inediti, del M., che nel cod. si leggono rispettivamente a ff. 49b, 64b, Sıb:

1) Pur volgo i passi e n'è ben tempo homai (pp. 47-48);

2) O per sangue e miserie a me congiunta (p. 51);

3) Se pur d'alto saper lingua non mente (p. 50);

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sonetto quest' ultimo che il P. indica erroneamente come tratto dal cod. It. IX. 159. Il cod. It. IX. 171 è ricordato giustamente, per una scrittura in prosa, anepigrafa, del M., << dalla quale, se pur ne fosse bisogno si può chiaramente rilevare il grado della sua cultura letteraria e in modo speciale la sua competenza in fatto di versi d'Orazio » (pp. 3-4; cfr. nel cod., ff. 161-164), e per una scrittura, pure inedita, intitolata Prefatione sopra il Petrarca (p. 37; cfr. nel cod., ff. 154-159); ma a torto per una lettera di Ottavio Menini al Magno (S. Vido, 20 genn. 1599) e per le osservazioni del Menini stesso a due canzoni del M., l' una per la battaglia di Lepanto, l'altra in morte di Elena Mazza, madre di Orsatto Giustinian (pp. 12 n. 2, 22 n. I, 29 n.): scritture che leggonsi, non nel cod. It. IX. 171, cit. dal M., ma nell' It. IX. 172 (ff. 21a e 27-34). In quest' ultimo cod. trovansi pure: a) un Sonetto copiato per essere l'originale quasi smarrito d'inchiostro, d'Incerto, al M., riguardante una canz. di quest'ultimo in morte del Venier (f. 97a), di cui il P. pubblica (p. 53 n.) la 2a quartina e qualche altro verso; b) due lettere al M., l' una del Menini (9 dic. 1597), l'altra di Battista Guarini (20 dic. 1597 [non 1591, come stampa il P.]), che il P. (p. 58 n.) ricorda (cfr. cod., ff. 22a, 9a); c) un son. dello Strozzi - Cicogna relativo a Roma (f. 79a), di cui il P. pubblica le 2 terzine (p. 58 n.); d) una lettera del Menini al M. (f. 23b) sulla sua canzone Deus (2 ag. 1596), che il P. pure ricorda (p. 67 n. 2).

161. PILOT (Antonio), Le « Miserie d' Italia» in alcune ottave di Lauro Badoer.

Roma, tip. editrice Romana, 1910; pp. 19, in 16°. (estr.° dal Fanfulla d. Domenica, a. XXXII, n.o 28).

Il P. Lauro Badoer, crucifero ', è autore di un volumetto di Rime spirituali, che fu stampato a Bologna, senza data, nel sec. XVI; di una canzone in lode di Sisto V, pubblicata a Roma nel 1589; di una traduzione in versi italiani dei Sette Salmi Penitenziali, edita a Mantova nel 1594; e di alcune buone ottave Sopra le miserie d'Italia, che il P. qui ristampa (pp. 15-19). L'opuscolo del P. ci riguarda però soltanto perché a pp. 4-5 vi sono pubblicate alcune notizie biografiche sul Badoer, tratte dal tom. I del Campidoglio Veneto del Cappellari (cod. Marc. It. VII. 15, fam, Badoer ', sotto l'a. 1590).

162. REVELLI (Paolo), Una relazione sull'Abissinia del 1578; in Bollettino della Società Geografica Italiana, ser. 4a, vol. XI (1910), pp. 607-24.

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La Relazione sull'Abissinia, di cui si occupa qui il R., ha il seguente titolo nel cod. Ambros. R. 101, miscellaneo di più scritture del sec. XVI, proveniente da Gio. Vinc. Pinelli: Relazione dell'Africa, suoi dominii, proprietà e costumi, dettata da Giovanni Abissino e scritta da Piero Duodo nel 1578. Ora il R. dimostra che Giovanni Abissino', autore originario della Relazione contenuta nel cod. Ambros., deve identificarsi con Juan de Baltasar ', informatore di LUIS DE URRETA per la sua Historia eclesiastica, politica, natural.... de la Etiopia (Valencia, 1610-11, in 4o), e con Don Baldassarre Abissino', che figura come autore di una Relazione consimile contenuta in due codd. Marciani: nel Marc. It. VI. 332, del sec. XVII, ove ha il seguente titolo: Relatione del Gran Regno de gli Abissini, overo d'Ethiopia, fatta da Don Baldassare Abissino, Caualiere dell'Ordine di Sant'Antonio a requisitione del Reu.mo Monsignore Migliore, Vescouo di S. Marco, et Comendatore Generale dell'Ordine di S. Spirito di Roma; e nel Marc. It. VII. 2027, del sec. XVIII. Nei due codd. Marciani non figura il nome di Pietro

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Duodo, nel quale il R. è indotto a riconoscere quel Pietro Duodo, figlio di Francesco, di cui si hanno Relazioni al Senato del 1592; che fu alla fine del sec. XVI Riformatore dello Studio di Padova, e, nel 1605, uno dei quattro Ambasciatori della Serenissima a papa Paolo V ; ed il R. ritiene che, mentre la redazione ambrosiana, recante il nome del Duodo, risale al 1578, quella dei due codd. Marciani non possa essere anteriore al 1586, e forse al 1597: le due redazioni, ambrosiana e marciana, starebbero quindi a rappresentare (scrive il R.) « rispettivamente, in ordine di tempo, la prima e l'ultima forma che nelle redazioni italiane ebbe ad assumere la fantastica relazione sull'Abissinia di quel curioso avventuriero del Fatigar [cioè di Giovanni Baldassarre' o Baldassarre Abissino '], che, recatosi verso la fine del sec. XVI nella Spagna, contribuiva direttamente a rendere sempre più sospetto agli intenditori il senso critico del domenicano spagnuolo Luis de Urreta » (p. 609). Il R. riconosce poi alla redazione più antica (1578), sebbene anch'essa in gran parte favolosa, un interesse maggiore pel suo contenuto geografico, che egli mette in rilievo.

L'a. ha inoltre occasione di accennare a p. 608 n. 1 e 2 ai codd. Marc. It. VII. 336 e 879, contenenti una Relazione sulla Polonia di Pietro Duodo (1592); ed al Marc. Lat. X. 69, contenente in fine una soscrizione autografa e datata dello stesso Duodo (1608).

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tino, tanto più che molte volte i codd. Marciani sono indicati dalla sig.na B. col solo numero d'ordine, senza quello della classe; e poiché mss. di storia veneta si trovano cosí nella classe VII degli Italiani (Storia Veneta), come nella VI (Storia civile) e nell' XI (Miscellanea), cosí non riesce sempre agevole, a chi non abbia una pratica speciale de' nostri Cataloghi, rintracciare la segnatura esatta dei mss. adoperati. Anche per questa ragione ci sembra quindi opportuno dar qui l'elenco generale dei codd. Marciani consultati dalla B., completando le segnature di quelli che sono citati imperfettamente e seguendo l'ordine numerico delle segnature: cod. Marc. It. VI. 51 (p. 73 n.); It. VI. 137 (p. 9 n. 2); It. VI. 145 (p. 9 n. 2); It. VI. 190 (p. 70 n. 1); It. VI. 191 (p. 70 n. 1); It. VII. 101 (p. 9 n. 2); It. VII. 171 (p. 84 n. 2); It. VII. 172 (p. 84 n. 2); It. VII. 200 (p. 10 n. 2); It. VII. 211 (pp. 15 n. 1, 30 n. 2, 61 n. 2, 4, 5); It. VII. 214 (p. 9 n. 2); It. VII. 336 (p. 70 n. 1); It. VII. 381 (p. IOI n. 1); It. VII. 386 (p. 34 n. 2); It. VII. 392 (p. 101 n. 1); It. VII. 399 (p. 10I n. 1); It. VII. 407 (p. 101 n. 2); It. VII. 525 (p. 9 n. 2); It. VII. 643 (p. 65 n. 2); It. VII. 648 (p. 9 n. 2); It. VII. 651 (p. 77 n. 1, 3); It. VII. 656 (pp. 60 n. 2, 84 n. 3, 86 n. 2, 92 n. 3, 93 n., 94 n. 1); It. VII. 657 (p. 43 n. 2); It. VII. 674 (p. 52 n. 1); It. VII. 882 (p. 65 n. 2); It. VII. 901 (p. 48 n. 2); It. VII. 902 (p. 101 n. 1); It. VII. 923 (p. 19 n. 3); It. VII. 975 (p. 77 n. 2); It. VII. 976 (p. 19 n. 3); It. VII. 1068-69 (p. 92 n. 1); It. VII. 1098-1104 (p. 20 n. 4); It. VII. 1105-06 (p. 20 n. 4); It. VII. 1107 (p. 20 n. 4); It. VII. 1232 (p. 18 n. 1, 2, 5); It. VII. 1261 (p. 14 n. 5); It. VII. 1552 (pp. 46 n. 2, 107 n. 1); It. VII. 1563 (p. 10 n. 2); It. VII. 1566 (pp. 9 n. 2, 54 n. 3); It. VII. 1569 (p. 15 n. 1); It. VII. 1608 (p. 51 n. 4); It. VII. 1617 (pp. 9 n. 1, 78 n.); It. VII. 1625 (pp. 8 n., IO n. 2, 29 n., 33 n. 2, 110 n. 1); It. VII. 1645 (p. 83 n.); It. VII. 1760 (p. 22 n. 4); It. VII. 1767 (p. 18 n. 4); It. VII. 1921 (p. 20 n. 4); It. VII. 1922-1926 (p. 20 n. 4); It. VII. 1998 (pp. 10 n. 3, 54 n. 2, 107 n.); It. VII. 2162 (pp. 22 n. 4, 85 n. 2); It. VII. 2187 (pp. 49 n. 2, 59 n. 1); It. XI. 23 (pp. 13 n. 2, 22 n. 3); It. XI. 80 (p. 30 n. 2); It. XI. 91 (p. 25 n. 4); It. XI. 206

La Bibliofilia, anno XIII, dispensa 2a.3a

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