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Di questi manoscritti, alcuni sono autografi, altri sono copie, piú o meno pregevoli. Di tutti, come anche dei Trattati teorici e dei libri relativi alla Storia della Musica, precedentemente indicati, il Bollettino dà una esatta descrizione bibliografica, secondo i più recenti sistemi scientifici e secondo quelle norme generali che ho piú sopra trascritto aggiungendo anche, talora, interessanti fac-simili e riproduzioni fotografiche di pagine musicali, di frontespizî e vignette.

Se pertanto la pubblicazione di questi due primi fascicoli del Bollettino è sufficiente a dimostrare l'utilità e l'importanza dell' opera cui si è accinta l' As

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Car. 55 v. e 56 r. del vol. intitolato Tre Trattati di Musica di Franchino Gafurio. Ms. del sec. XV.

sociazione dei Musicologi Italiani, non è difficile argomentare quanto tale utilità e tale importanza andranno progressivamente crescendo, man mano che il lavoro delle singole sezioni si andrà svolgendo e compiendo.

Sol che si pensi che trentadue sono in Italia le Biblioteche Governative, che oltre duecentoquaranta son quelle comunali, che parecchie son quelle addette ai Conservatorî e agli Istituti Musicali o Governativi, o Municipali od autonomi, che numerosissimi sono gli Archivi Chiesastici, che pur numerose sono le private raccolte, è agevole dedurre qual vastità di proporzioni dovrà prendere il gigantesco lavoro, come è agevole dedurre quale immenso valore avrà,

quando sia finalmente compiuto, il Catalogo generale delle opere musicali esistenti in Italia. Né meno agevole è immaginare a quali interessanti e preziose sorprese potremo trovarci, a quali insospettate scoperte, con tutta probabilità, andremo incontro. Già uno de' nostri più chiari consoci, il prof. Terrabugio, della Sezione Milanese, ha annunziato il ritrovamento di una rarissima opera, stampata nel seicento, della quale l'esistenza era finora ignorata. Quest' opera che s'intitola « Falsi Bordoni figurati sopra gli otto toni ecclesiastici distinti in diversi ordini. Magnificat, Te Deum a 4 o 5 voci: la Compieta con le Antifone et Letanie della B. V. a 5 voci et Letanie dei Santi a 8. In Milano, appresso l'erede di Simon Tini et Gio. Francesco Besozzo, compagni, l'anno del Signore MDC, contiene composizioni a voci miste, salvo qualche Falso Bordone per Salmi a voci pari alte e basse cioè bianche e virili, tutte di grandissimo pregio e notevoli per accenni a modernità e per movimenti arditi di parti. Taluni di questi Inni e Magnificat sono già stati trascritti in notazione moderna dallo stesso prof. Terrabugio, al quale dobbiamo esser grati per lo zelo con cui reca all' Associazione il contributo della dotta opera sua, che l'ha condotto alla interessante scoperta.

Di tali scoperte è indubitato che se ne avranno parecchie: ché il lavoro di esplorazione appena iniziato dall' Associazione condurrà certamente a resultati insospettati e insperati. Il terreno da dissodare è stato finora appena saggiato : qualche dotto, qualche appassionato dell' arte, qualche cultore della musicologia ha, nei tempi decorsi, fatto singolarmente le sue ricerche e da queste ricerche, sebbene isolate, sono pur venuti in luce preziosi componimenti musicali che oggi non solo hanno fornito agli eruditi il materiale per approfondire la conoscenza della storia della musica, ma anche formano la delizia degli uditori di buon gusto ed echeggiano e si ripetono nei pubblici concerti e nei privati salotti. Ma l'opera isolata dei singoli non poteva certo raggiungere quei resultati che raggiungerà indubbiamente l'opera collettiva di una Associazione solidamente costituita e convergente colle varie sue forze all' unico scopo. Anzi anche questo è da dire che l'Associazione dei Musicologi Italiani. senza per nulla renunziare alla propria autonomia, forma oggi sezione della International Musik Gesellschaft e viene quindi a riallacciare l'opera sua a quella della grande associazione internazionale. Cosí l'orizzonte si allarga e sempre più vasto diviene il campo in cui il giovane e già florido sodalizio italiano potrà spiegare la sua attività.

Aggiungerò, sotto questo riguardo, che nel Congresso recentemente tenutosi a Roma fu appunto deliberato di coadiuvare l'illustre D.r Adler di Vienna, membro anch' egli ed autorevolissimo dell' Associazione Internazionale di musica, nella compilazione da lui promossa di un Corpus scriptorum de musica nel quale saranno raccolte le opere teoriche dei trattatisti anteriori al secolo XIX.

A questo ingente lavoro e a quello pur vagheggiato della pubblicazione delle più importanti composizioni musicali dei nostri antichi, trascritte in notazione moderna, e a quello anche, desideratissimo, della loro restituzione alla vita mediante pubbliche esecuzioni, sarà pertanto fondamento primo e indispensabile il Catalogo che l'Associazione dei Musicologi Italiani ha ormai felicemente ini

ziato con quei primi fascicoli del suo Bollettino che hanno dato occasione a questo mio scritto. Se, come è certo, il Governo e gli altri Enti e tutti coloro che s' interessano all'arte musicale e che nutrono sentimenti patriottici continueranno e accresceranno il loro patrocinio all' Associazione, questa non potrà fallire a glorioso porto ed essi saranno benemeriti degli studî musicologici e dell' arte italiana.

ARNALDO BONAVENTURA.

Giunte e correzioni al

Sommervogel

P. Fabrizio Giano. Un torto non lieve del Sommervogel è quello d'aver raccolto largamente per l'opera sua tutto il materiale stampato in precedenza e che gli parve utile, senza però esaminare sempre scrupolosamente la purezza d'ogni fonte cui attingeva: onde gli è occorso talvolta di ripetere errori d'altri ch'egli avrebbe potuto rilevare e correggere, e di non completare quelle notizie biografiche o bibliografiche, trovate monche od imprecise. Torto non lieve, ché se il primo volume della ponderosa Bibliothèque porta la data del 1890 e l'ultimo quella del 1909, questi diciannove anni han dato un bell'agio a lavorare con ponderazione; e se la stampa ha avuto auspice munificente la provincia gesuitica belga, certo non han dovuto far difetto i piú larghi mezzi per sopperire alle spese di studi e di ricerche.

A proposito, per esempio, del P. Fabrizio Giano, gesuita del secolo XVIII, il Sommervogel comincia col segnare cosí la sua prima opera: « Ragionamento sul S. Cuore di Gesù, Genova, 177.... » E fa seguire una sí monca citazione da questa nota delle Nouvelles Ecclésiastiques 6 marzo 1781: « Il y a plusieurs années qu'un Jésuite, nommé Fabrizio Giani, fit imprimer à Gênes un panégyrique sur le Sacré Cœur de Jésus, qui causa du bruit. Le même Jésuite publia depuis peu des leçons sur le Nouveau Textament, avec un recueil de ses panégyriques, où il a voulu insérer celui sur le Sacré Cœur. Ces leçons ont quatre volumes. »

Senza aggiungere parola, segna poi la seconda opera: « Lezioni sulla Sacra Scrittura 1779 (?), 4 vol. » E il punto interrogativo è del Sommervogel. In ultimo segna come terza opera: « Panegirici e Orazioni sacre dell' Abbate Fabrizio Giano. Genova, MDCCLXXIX. Stamperia Gesiniana, 4.o » E addita quali fonti delle sue notizie: De Baker e Beorchia.

In quanto alle note biografiche, egli dice il P. Giano nato a Genova il 18 maggio 1715, entrato nell' ordine il 14 aprile 1732; e finisce cosí: « Il était à la maison professe de Gênes de 1762 à 1772, comme directeur des retraites. »

Tutto quest' insieme d'incertezza il Sommervogel lo dà come l'ha preso, e, brancolando nelle tenebre fatte o non dissipate dai suoi predecessori, gli è parso bastevole mettere dei punti sospensivi quando non ha trovata la parola della sciarada ed un interrogativo quando non ha colmata la lacuna.

Prese le mosse dalla notizia delle Nouvelles Ecclésiastiques, le ricerche avrebbero dovuto assodare quando venne pubblicato il panegirico del Sacro Cuore di

La Bibliofilia, anno XI, dispensa 84-9a

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Gesú e perché produsse del rumore: questo non fecero il Sommervogel e gli altri registrando un ragionamento invece d'un panegirico sull'argomento, e con una data cosí scritta: 177....

Delle Lezioni sulla Sacra Scrittura occorreva segnare il luogo di stampa e lo stampatore, o spiegare la forzata indeterminatezza della citazione e l'interrogativo indicante la dubbia data.

Non era proprio difficile far ricerche a Genova, dove il P. Giano era nato e vissuto quei gesuiti doveano saper qualche cosa della sua vita e delle sue opere, e soprattutto quando e come egli fosse finito, trattandosi per vero d'un tempo non troppo remoto e di un membro dell' ordine d' una certa levatura di grado. E proprio sorprende che il Sommervogel non sia stato spinto da curiosità, quando, dopo aver lasciato nella casa professa di Genova P. Giano dal 1762 al 1772, lo ritrova, al 1779, nel frontespizio della sua raccolta di panegirici, additato abbate e non più della Compagnia di Gesú. Era forse allora fuori la Compagnia secolarizzato?

Onde ai gesuiti di Genova ed a quelle biblioteche il Sommervogel avrebbe dovuto rivolgere le ricerche sulla vita e sulle opere di P. Giano, per riordinarne e reintegrarne la nota biografica e bibliografica.

Io intanto ho un'importante giunta, e con essa finisco: è un'orazione non sacra ignota a tutti i bibliografi dei gesuiti.

Eccola :

Nella solenne Coronazione del Serenissimo | Matteo Franzone | Doge | della Serenissima Repubblica | di Genova | Orazione | del P. Fabrizio Giano della Compagnia di Gesù detta nella Chiesa Cattedrale di S. Lorenzo | a' 28 gennaio l'anno 1759 Genova | Stamperia Gesiniana | Nella strada della Scurreria. — In 4o, pp. XX.

La data della stampa è al basso dell' ultima pagina, nell' imprimatur dell' inquisitore del Sant' Uffizio: 18 gennaio 1759: di tal che si può dedurne che l'orazione, stampata dieci giorni prima, fosse stata distribuita nel tempio durante la solenne cerimonia dopo che l' oratore l' avea recitata.

Evidentemente sin d'allora il P. Fabrizio Giano era un pezzo grosso del

l'ordine.

P. Pietro Lazeri. Nato a Siena nel 1710 e morto a Roma nel 1789, occupò per ben trent'anni la cattedra di storia ecclesiastica al Collegio Romano e fu anche membro della Congregazione dell'Indice, meritando la protezione dei due pontefici Benedetto XIV e Clemente XIII. Ma in ultimo lasciò tutti gli ufficii, stanco della sorda guerra mossagli dagl' invidiosi della sua fama e della sua fortuna cosí da non fargli ottenere la porpora promessagli, e si ridusse ad esser teologo e bibliotecario del cardinale Zelada.

Il Sommervogel, incerto sul cognome di questo gesuita, non sa decidersi tra Lazzari, Lazzeri e Lazeri, adducendo a tutta sua ragione: « Il est toujours nommé « Lazzari » dans le corps des anciens catalogues de la Province Romaine, et ordinairement « Lazzeri » à la table. »

Ma io non trovo appieno giustificato tale dubbio che se nelle opere del dottissimo gesuita pubblicate a Roma durante la sua lunga permanenza al Collegio Romano si legge sempre stampato Pietro Lazeri, non val proprio la pena

di fermarsi sulla diversa ortografia degli antichi cataloghi. E lo stesso P. Zaccaria, che nella sua Storia letteraria se n'è occupato di proposito, non lo chiama altrimenti che Pietro Lazeri.

Assodata la quistione del cognome, ho un' altra nota.

Il Sommervogel registra:

Della consacrazione del Panteon fatta da Bonifazio IV. Discorso di Pietro Lazeri della Compagnia di Gesù alla Santità di Nostro Signore Papa Benedetto XIV P. O. M. In Roma MDCCXLIX. Appresso Niccolò e Marco Pagliarini. 8°, pp. 90, sld.

E poi aggiunge: « À cet ouvrage il faut ajouter un Appendix écrit pour réfuter quelques objections faites à l'auteur. »

Occorre qui una prima rettifica, che serva di chiarimento: l'appendice è compresa nelle 90 pagine dell'opuscolo ond' è parte integrante di esso. È dunque chiaro che l'autore abbia dato alle stampe il suo discorso appunto per rispondere alle critiche mossegli dal Giornale dei letterati e dalle Mémoires de Trevoux.

Ed ancora una lieve rettifica: il Sommervogel segna sld (sans la dédicace). E s'inganna: la dedica c'è e l'autore in essa si allunga per quattro pagine non numerate a manifestare la sua reverente devozione al Beatissimo Padre, implorandone l'apostolica benedizione.

P. Matteo Liberatore.

nel 1892.

Nacque a Salerno nel 1810 e morí a Roma

Letterato eruditissimo e filosofo profondissimo, le sue opere furono tutte dirette, con gagliardia d'idee e di stile, alla grandezza della Chiesa, al trionfo della filosofia cristiana, alla difesa della Compagnia di Gesú.

Entrato nell'ordine a sedici anni d'età, stette sino al 1850 nella casa di Napoli, insegnando filosofia e teologia con grande onore.

Al 1850 si recò a Roma e vi rimase sino alla morte, dirigendo la Civiltà cattolica, da lui fondata, e scrivendo in essa, volta per volta, con passionata costanza, articoli polemici d'una vivacità vigorosa ed efficace.

Lavorò con prodigiosa lena a sostegno dei suoi alti ideali sino all'estremo della vita, onde la sua produzione è d'una abbondanza straordinaria, ed il Sommervogel dedica all'illustre gesuita molte pagine per dare un elenco lungo e minuto delle sue opere maggiori e minori e dei suoi articoli sparsi nella Civiltà cattolica ed in altre riviste.

Tuttavia io ho una giunta da fare.

Nella Scienza e Fede, l'importante rivista religiosa pubblicata in Napoli sino al 1860, trovo: Bacone e il metodo, del P. Matteo Liberatore d. C. d. G. Sono due articoli; il primo inserito nel fasc. 39 (marzo 1844) ed il secondo nel fasc. 63 (marzo 1846).

P. Giacomo Lubrani.

Fiori nel secolo XVII, maestro stimato di ret

torica e predicatore insigne : nacque e morí a Napoli, essendo vissuto 75 anni, dei quali 58 nella Compagnia.

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