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seduto dalla Marciana, e che non ci occorse di veder registrato né dal Barbi, né da altri: Pizzo (Lodovico), Notizie bibliografiche della Vita Nuova. S. n. t. (ma certo del 1865), pp. 26, in 4.° Vi sono descritti, oltre ai due codd. Marc., 27 edizioni, dal 1576 al 1865, e 13 traduzioni, in inglese, in tedesco, in francese e in ungherese. Da quanto scrive a. p. 1, l'a. si proponeva di ricordare anche gli altri codd. a lui noti della V. N. Sembra quindi che l'opuscolo faccia parte di opera maggiore, a noi ignota.

87. Cronaca di ANTONIO GODI vicentino, dall' a. MCXCIV all'a. MCCLX, a cura di GIOVANNI SORANZO. - Città di Castello, S. Lapi, 1909; pp. XXVIII-50, in 8° gr. (= Rerum Italicar. Script., ed. MURATORI-FIORINI, tom. VIII, p.to 2").

Questa nuova edizione della breve Cronaca del Godi è condotta su sette codici, di cui quattro bertoliani, due ambrosiani, e uno marciano. Più autorevoli, e in più diretta dipendenza dall'originale, sono il cod. Bertol. 21.10. 18 (= cod. A), l'Ambros. I. 211 inf. n. 3 (= cod. D) e il cod., già collazionato da Felice Osio, ed ora smarrito cod. 0); e su questi è stabilito il testo. Il cod. Marc. Lat. X. 247 (= cod. F) è una copia tarda (sec. XVII). La vera e propria Cronaca del Godi non abbraccia che 17 pagine, mentre la prefazione e e gl'indici ne comprendono 53. Temiamo che ciò possa sembrare eccessivo.... anche a' tedeschi !

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88. VANGENSTEN (Ove C. L.), Erik af Pommern i Venedig 1424. Antonio Morosinis Kronike og Aktstykker fra Archivio di Stato ai Frari, Venedig. S. n. t., pp. 18, in 8o gr. (estr. dalla rivista danese Danske Magazin, 6. R. I: 1909).

Il giovane autore danese, che è buon conoscitore della nostra lingua e dei nostri depositi letterari, ha raccolto in questo breve scritto, da cronache e documenti archivistici, notizie sul soggiorno fatto in Venezia da Erico di Pomerania (qui designato coi titoli Eri

cus regnorum Dacie, Suvecie, Norvegie, Gotorum, Slavorumque rex et Dux Pomeranie ') nel 1424, quando egli intendeva recarsi in Terra Santa, e richiese la dogal signoria di una galea. Il brano maggiore e più rilevante è tolto dalla Cronaca di Antonio Morosini (pp. 7-13), per la quale il V., non potendo valersi dell'originale, che fa parte, com'è purtroppo noto, dei codd. Foscariniani della Palatina di Vienna (codd. n.o 6586-6587), si è servito della copia, che ne fu fatta in Venezia nel 1887-88, e che ora conservasi nella Marciana (codd. Marc. It. V’II. 2048-49). Giova osservare che i brani editi dal V. non erano pubblicati nell' edizione e traduzione di quella Cronaca procurata dal LEFEVRE-PONTALIS e dal DOREZ, limitata alle parti riguardanti la storia della Francia. Altre cronache marciane citate per incidenza dal V. sono (pp. 3 e 18) la Cronaca SAVINA (cod. Marc. It. VII. 135); la Cronaca di AGOSTINO DEGLI AGOSTINI (cod. Marc. It. VII. 1); la Cronaca di GIORGIO DOLFIN (cod. Marc. It. VII. 794); e (p. 17) la Cronaca di MARIN SANUDO (cod. Marc. It. VII. 125). 89. NOVATI (Francesco), « Ineptissimus ille Ciones.... »; in Il Libro e la Stampa, a. II (1908), fasc. 6, pp. 169-176. Colle parole spregiative, che formano il titolo di questo dotto articolo, Coluccio Salutati accenna in una sua epistola diretta ad Andreolo d'Arcevia, alle elucubrazioni esegetiche di maestro Zone o Cione di Romeo da Magnale (probabilmente fiorentino, ma oriundo del castello di Magnale nel Valdarno sopra Firenze, e vissuto verisimilmente tra la fine del sec. XIII e il principio del XIV), autore di un commentario a Virgilio, e di una esposizione della Pharsalia di Lucano, di entrambi i quali conserva mss. la Marciana, qui ricordati dal N. e precisamente del commentario a Virgilio nei codd. Marc. Lat. XIII. 93-94 (finiti di scrivere il 20 agosto 1463: cfr. p. 173, n. 2); e dell'esposizione della Pharsalia nel cod. Marc. Lat. XII. 74 (cfr. p. 174, n. 3).

90. Rime disperse di FRANCESCO PETRARCA, a lui attribuite, per la prima volta raccolte a cura di ANGELO SOLERTI. Edizione postuma, con pre

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Un solo dei codd. Marciani, ai quali attinse il compianto prof. Solerti (che fu per breve tempo addetto alla nostra biblioteca) per questa sua industre fatica contiene una vera e propria silloge petrarchesca: la nota raccolta del Mezzabarba (cod. Marc. It. IX. 191, qui contrassegn. M); la quale, sebbene non risalga che al 1509, è degnissima di attenzione, non soltanto perché il raccoglitore attesta di avere attinto ad « antiquissimi libri », ma perché, amico del Bembo, poté aver notizia degli autografi del Petrarca, che egli espressamente ricorda per alcuni sonetti. Cosí a f. 134b del cod. si legge questa nota: « Gli 7 seguenti sonetti, come qui di sotto si vedono, sono sta' esemplati dal [primo] esemplare del Petrarca »; e sono (avverte l'ed.) « quelli di cui gli abbozzi autografi si ritrovano in V1», cioê nel Vat. 3196. Di tutto ciò pertanto che in questo prezioso cod. è attribuito al Petrarca o che a lui si riferisce, può vedersi la tavola a pp. 7-9 della Bibliografia. Vero è che talvolta le affermazioni del Mezzabarba non furono convalidate dalla critica, come ad es. è avvenuto per la lettera volgare del P. al Beccamugi del 4 genn. 1362, che il Mezzabarba dice << tolta.... dallo scritto di mano medesima del Petrarca »>, ma che fu dimostrata apocrifa (cfr.: Lettera volgare di m. FRANC. PETRARCA a Leonardo Beccamuggi, tratta da un cod. della Marciana, col raffronto della lezione nel « Petrarchista » di N. Franco [ed. A. TESSIER]. Venezia, tip. G. B. Merlo, 1858; pp. 19, in 8o; e lo scritto di V. CIAN, qui ricordato, p. 9).

Gli altri codd. Marciani adoperati dal S., come il Marc. It. IX. 226 e il Lat. XIV. 242 (p. 32, n.o 30 e 31), non contengono che poche rime frammiste al Canzoniere; o, come il Marc. Lat. XIV. 47, copie di mano del Fontanini di rime esistenti in codd. Vaticani (p. 32, no. 32).

91. NOVATI (Francesco), Di una Ars punctandi erroneamente attribuita a Francesco Petrarca. Nota. Milano,

tip. Rebeschini, 1909; pp. da 83-118, in 8.o (estr. d. Rendiconti d. R. Istituto Lomb. di sc. e lett., ser. 2a, vol. XLII).

In questa interessante memoria l'a. dimostra che l'Ars punctandi, che fu recentemente da E. Modigliani, sulla fede di un'antica edizione lipsiense del 1483, attribuita al Petrarca, e dai codici è data, ora allo stesso Petrarca, ora al Salutati, ora a Jacopo Alpoleio da Urbisaglia, spetta invece, secondo ogni probabilità, a quest' ultimo, oggi affatto dimentiDi cotest' Ars si ha anche un cod. Marciano (Lat. XI. 101), che il N. dice « miscellanea spettante alla prima metà del quattrocento, né priva d' interesse per lo studio di certe scritture colucciane » (pp. 103 е 104 п 1), e dove l' Ars punctandi è attribuita a Coluccio Salutati.

cato.

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Questa dimostrazione è data dal N. nella seconda parte della sua memoria (p. 97 sgg.); ma nella prima (p. 83 sgg.) sono esposte con rara dottrina e diligenza le teorie sull' interpunzione che si svolsero, non senza contraddizioni e confusioni, tra i grammatici del m. e., e sopra tutto presso i retori e dettatori dello Studio bolognese, intorno ai quali l'a. dà notizie affatto nuove e curiose, ed offre in appendice (p. 107 sgg.) saggi de' loro malnoti o affatto ignoti trattati di arte dettatoria.

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92. Le Opere di FERRETO DE' FERRETI, vicentino, a cura di CARLO CIPOLLA. Vol. I. Roma, tip. Forzani, 1908; pp. [VIII]-367, in 8.o (Fonti per la storia d'Italia, ed. Istituto storico Italiano, n.o 42).

Questo primo volume delle opere del Ferreti, alle quali il ch. editore ha consacrato lunghe e dotte fatiche, comprende i primi IV libri dell' Historia rerum in Italia gestarum ab a. M CCL ad a. usque MCCCXVIII. Il volume successivo conterrà i tre libri rimanenti e le altre opere del vicentino. Tra i varî codici, di cui l'ed. si è valso, e tra i quali primeggiano un cod. Vaticano (Lat. 4941) della metà incirca del sec. XIV, ed uno Casanatense (già Phillips) della stessa mano del precedente, e dal quale dipende un cod. vicentino del 1444 c. scritto

di mano di un discendente dello stesso Ferreto; vi è pure un cod. Marciano, ma di scarsa importanza il Marc. Lat. XI. 78, del sec. XVII, già appartenuto ad A. Zeno, ma che della Historia contiene soltanto un lungo brano in principio. In questo primo volume trovasi soltanto (p. VIII n. n.) il prospetto delle Sigle adottate per l'edizione: dei manoscritti sarà discorso più distesamente nella Prefazione, che uscirà nel vol. successivo.

93. LEVI (Ezio), Francesco di Vannozzo e la lirica nelle Corti lombarde durante la seconda metà del sec. XIV. Firenze, tip. Galletti e Cocci, 1908; pp. XXI-507, in 8.o gr., c. XII tavv. e fig. nel testo. (Pubblicazioni del R. Istituto di studi super. in Firenze, Sez. di filos. e filol., vol. XXXIV).

Non è certo nostro proposito di dar qui una recensione di questo poderoso lavoro (1), che rivela un' ampia informazione bibliografica ed estesissime ricerche, e che prelude a un'edizione critica delle Rime di Francesco di Vannozzo (p. XVIII n. 5) e ad un altro studio su Antonio e Niccolò da Ferrara, poeti ed uomini di corte del sec. XIV (pp. 83 n. 3, 84 n.); ma solo di porre in rilievo l'uso che l'a. ha fatto de' codd. Marciani nel corso del suo lavoro; il quale ha certo il pregio di far rivivere a' nostri occhi, con copiosa e ben scelta erudizione, tipi e figure curiose della nostra antica letteratura e atteggiamenti della vita e del costume nelle corti e nel popolo alla fine del '300; ma a cui potrebbe forse rimproverarsi una troppo spiccata e frequente inclinazione alle congetture e alle identificazioni, dalle quali la deficienza di notizie sicure e precise dovrebbe trattenerci. Indichiamo i codd. secondo l'ordine della loro ubicazione: Marc. Lat. VI. 20 (p. 97 n. 2). È un « poderoso volume », in scrittura minutissima ed irta di abbreviazioni, contenente tutte le opere di Alberto Magno, già posseduto da Marsilio da Carrara, fratello naturale di Francesco

(1) Veggasi su di esso il bell' articolo di R. RENIER, П Vannozzo, nel Fanfulla d. Domenica, a. XXXI (1909), n.o 8 (21 febbr.)

il Vecchio; poscia da un Jacopo da Padova, che ne registrò nella penultima carta l'acquisto fattone per 10 ducati d'oro; e da Giovanni Marcanova, che cogli altri suoi ne fece lascito al monastero di S. Giovanni di Verdara nel 1467; 2) Marc. Lat. X. 381 (pp. 95 n. 1 e 3; 83 n. 1 [non 13, come è stampato nell' Indice, p. 496 col. 2]). Il L. cita un passo della Cronaca Padovana o Carrarese, sulla quale ved. LAZZARINI (V.), La seconda ambasceria del Petrarca a Venezia, nella Miscell. di studi critici ded. a G. Mazzoni, I, p. 178; e CESSI (R.), Alcune osservazioni critiche sulle Cronache Car

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raresi prima e 'seconda del sec. XIV. in Arch. Murator., I, fasc. 7, pp. 337-51; 3) Marc. Lat. XIV. 93 (pp. XX, 77 n. 2, 78 n. 1, 87-88, 249 n. 1). È il noto registro di lettere dei Carraresi (a. 1402), pubblicato in parte dalla dott. E. PASTORELLO [cfr. n.o 33], e del quale il L. ricorda (p. 75 e n. 1 e 3) l'inventario dei 61 volumi posseduti da Francesco Novello, redatto nel 1404 dal camarlengo Francesco Zago; e pubblica (p. 78 n. 2) una lettera del 14 ott. 1402 D. Jacopo Romano potestati Lendinarie '; 3 brevi lettere del Carrarese riguardanti missioni politiche affidate ad Andrea Vettori da Pisa, suo marescalco (pp. 77-78); e una letterina volgare a Jacopo Gradenigo del 28 giugno 1402 (p. 230 n. 1); 4) Marc. Lat. XIV. 127 (pp. 84 n., 86 n. 2, 87 n. 1, 173 n. 3). Contiene le Regulae singulares scritte da Niccolò de' Beccari da Ferrara nel castello di Tangermünde, cioè 4 epistole latine: una diretta a Niccolò di Prussia, gran cancelliere delImpero; una a Gaspare de' Broaspini, umanista veronese, e le altre due all'imperatore Carlo IV: epistole che nel cod. Marciano furono trascritte « per me dompnum Karulum de Bononia, capelanum tunc temporis in monasterio S. Justine de Padua, dum per summum otium magnifica domina Paupertas michi faveret habunde », il 25 nov. 1382, e che saranno dal L. edite e illustrate nell'altro suo lavoro, sopra accennato, su Antonio e Niccolò da Ferrara; 5) Marc. Lat. XIV. 223 (pp. XVII, 335 e n. 2). È la nota miscellanea di poesie latine e volgari della fine del sec. XIV, pervenuta alla Marciana dal Morelli, e nota per le pubblicazioni del Morpurgo, del

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INVENTARIO DEI LIBRI POSSEDUTI DA FRANCESCO NOVELLO DA CARRARA (1404).

Cod. Marc. Lat. XIV, 93, f. 147. Cfr. n.o 93.

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