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prossima conclusione non si sarebbe potuta festeggiare meglio che dischiudendo agli scienziati convenuti qua da ogni parte gli originali di quegli scritti insigni. All'occasione cosí singolarmente propizia, al materiale sovrabbondante per un' esposizione di cimelî galileiani, non corrispondeva purtroppo lo spazio, deficente, come tutti sanno, nella sede attuale della Nazionale di Firenze, unica aula capace di una mostra essendo la vecchia sala magliabechiana, che oggi serve alla lettura pubblica, e che perciò non poteva venire occupata ad altro scopo se non per poche ore. Di qui, necessariamente, uno strettissimo limite di tempo alla mostra, che restò aperta alla curiosità degli scienziati raccolti in Firenze per due giorni soli, il 18 e il 19 ottobre; di qui anche la ragione di questi pur fuggevoli cenni, che non presumono certo di rappresentare tutto quanto venne esposto, ma vogliono soltanto ricordare alcuni di quei cimeli, per dare almeno un'idea delle più cospicue curiosità della raccolta anche ai molti che non la poterono vedere in questa occasione.

Nella grande aula i volumi erano stati distribuiti sopra una dozzina di banchi, ordinati in tre file: ai lati, eran presenti, in effigie, Galileo, dalla tela meravigliosa del Sustermans, il Torricelli da un ritratto anonimo, che, al pari dell'altro, si conserva nella r. Galleria degli Uffizi, dalla quale, col consenso del Ministero della P.I., i due quadri furono conceduti a prestito. I banchi centrali erano dedicati agli scritti autografi di Galileo, ai documenti principali della sua vita e della sua famiglia, agli esemplari a stampa di opere sue, di suoi oppositori e seguaci, esemplari preziosi per le postille e giunte o dedicatorie di mano di lui; i banchi laterali mostravano la lunga gloriosa serie dei corrispondenti scientifici di Galileo, ossia una scelta di loro lettere e di altre scritture autografe. Due banchi eran dati intieramente al Torricelli; altri più in là, ai documenti di altri illustri scolari e ai ricordi dell'Accademia del Cimento e di quella dei Lincei. Finalmente, nei banchi più prossimi all' ingresso, le opere a stampa di Galileo e dei suoi contemporanei, cosí dei seguaci come degli avversarî della sua scuola, le edizioni complessive delle opere galileiane, dalla prima, che uscì in Bologna nel 16551656, agli indici della edizione nazionale, che ora si vengono stampando, degno coronamento dei diciannove volumi suaccennati.

Bisogna appena avvertire che, pur nell' aula cosí spaziosa, non poté venire aperta se non una parte dei trecento e piú volumi di cui consta la collezione galileiana manoscritta; che, naturalmente, per la mostra si prescelsero le cose autografe soltanto; e che di questa scelta dobbiamo, a nostra volta, trascurare una gran parte, limitandoci a una rapida rassegna di alcune principali cose manoscritte e postillate, e lasciando intieramente ad altri, o ad altra occasione, di far qualche cenno delle non poche curiosità e preziosità bibliografiche a stampa.

2.

Del gruppo centrale dei manoscrittti originali di Galileo, contenenti l'opera scientifica di lui, ricorderemo questi, richiamando dopo i titoli i luoghi della edizione nazionale dove si trovano pubblicati :

Scritture scolastiche intorno ad Aristotile, e specialmente al De Coelo (cf. I, 9-177);

Principio di una Lezione sulla nuova stella dell'ottobre 1604 (cf. II, 277-278);

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Dalle Lezioni Accademiche di Evangelista Torricelli. Firenze, 1715.
Incisione fatta eseguire da L. Serenai.

Il Sidereus Nuncius, insieme con il primo diario delle osservazioni dei satelliti di Giove (cf. III, parte I, 9-10, 15-50, e parte II, 403-413, 427 e segg.); La Theorica speculi concavi sphaerici (cf. III, parte II, 867, dove è il facsimile);

Primi abbozzi del Discorso intorno alle cose che stanno in su l'acqua o che in quella si muovono (cf. IV, 8, 9, 57 e segg.);

La Seconda lettera a Marco Velseri, 14 Agosto 1612, intorno alle macchie solari (cf. V, 116-141);

Le Considerazioni intorno ad alcune scritture uscite fuori contro al discorso del sig. Galileo Galilei, filosofo e matematico del serenissimo Granduca di Toscana, delle cose che stanno in su l'acqua o che in quella si muovono: scrittura, che sebbene stesa per certo tratto da Benedetto Castelli, fu tuttavia corretta, ampliata e terminata da Galileo (cf. IV, 13 e segg., 455 e segg.);

Il Discorso delle Comete: opera che andò sotto il nome di Mario Guiducci, ma che è, come tutti sanno, una risposta di Galileo alla Disputatio astronomica de tribus cometis anni MDCXVIII, tenuta da Orazio Grassi nel Collegio Romano; risposta che il Maestro volle mettere sotto il nome del suo scolare ed amico e predecessore nella carica di Consolo dell'Accademia Fiorentina (cf. VI, 5-12, 39 e segg.);

Le Osservazioni e calcoli delle stelle Medicee (cf. III, parte II);

La Scrittura sopra il Bisenzio (cf. VI, 615 e segg.);

L'unico brano del Dialogo dei massimi sistemi arrivato a noi autografo, e cioè un breve tratto della Giornata terza, relativa alle stelle nuove del 1572 e del 1604 (cf. VII, 10, 301-346);

La Lettera a Pietro Carcavy, 5 Giugno 1687, sul moto dei gravi naturalmente discendenti (cf. XVII, 88-93).

Dopo questi, di carattere strettamente scientifico, noteremo alcuni curiosi autografi di soggetto letterario :

La prima delle Due lezioni all' Accademia fiorentina circa la figura, sito e grandezza dell'Inferno di Dante (cf. IX, 7-10, 31 e segg.);

La canzone di Andrea Salvadori per le stelle Medicee temerariamente oppugnate, scritta e intieramente corretta di proprio pugno da Galileo (cf. IX, 233-272);

L'argomento e la traccia di una commedia, che non è certo tra le migliori cose di lui (cf. IX, 20-21, 197 e segg.);

Frammento di uno scritto contro i pedanti (cf. IX, 27, 228-229).

J

Del copioso e curioso gruppo dei documenti relativi alla vita e alla carriera scientifica di lui bisogna ricordare :

Gli oroscopi che Galileo computò per sé, per i figliuoli, per alcnni amici (cf. XIX, 205-206 e il facsimile qui pubblicato);

I decreti dogali della sua prima nomina a lettore di matematiche nello Studio di Padova, (26 settembre 1592) e della successiva condotta con aumento di stipendio (5 agosto 1606), e finalmente la condotta a vita (25 agosto 1609) con l'assegno annuo di fiorini mille (cf. XIX, 111-117 e il facsimile qui riprodotto);

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Oroscopo di Galileo, autografo; dove egli stesso alle proprie iniziali suppli poi un altro nome.

Il prezioso libretto dei ricordi domestici, ossia una vacchetta che contiene appunti di spese e di varie cose attinenti alla sua casa, ecc.; dove, fra altro, a carte 40 verso si legge questa memoria, di cui diamo anche il facsimile:

« A di 5 di luglio 1599. Essendo a dì detto venuto a stare in casa mia Mess. Marcantonio Mazzoleni per lavorare strumenti matematici per me et a mie spese di ordigni et materia; sarà qui appresso notato il conto di tutte le spese fatte da me per tali lavorieri », ecc. (cf. XIX, 132);

L'attestazione che fra' Paolo Sarpi sottoscriveva di sua mano, il 20 aprile 1607, d'« haver con gran diligenza conferito et riscontrato il libro stampato in Padova circa 10 mesi sono dal sig. Galileo Galilei, matematico, sotto questo titolo: Le operationi del compasso geometrico e militare di Galileo Galilei, etc., col libro, stampato pure in Padova, circa un mese fa, da Baldassar Capra milanese sotto questo titolo: Usus et fabrica circini cuiusdam proportionis, etc.; et haver in questo del Capra ritrovate trasportate di toscano in latino tutte le operationi che sono contenute nel libro del Galileo, eccettuatene la 31» (cf. II, 544);

La lettera del cardinale Roberto Bellarmino, scritta il 19 Aprile 1611 ai Gesuiti del Collegio Romano, per avere il loro avviso sulle scoperte fatte da Galileo con il suo canocchiale, e la loro risposta (cf. XI, 87-88 e il facsimile che qui pubblichiamo);

La lettera con la quale Galileo chiede al Granduca che gli sia concesso di alloggiare alla Trinità dei Monti per otto o dieci giorni nei quali doveva rimanere a Roma (27 Aprile 1611: cf. XI, 94);

La lettera di Francesco Niccolini, ambasciatore toscano presso la Santa Sede, che informa il segretario Andrea Cioli intorno al processo di Galileo e alla probabile condanna di lui (cf. XV, 55-56);

Un foglio di appunti autografi di Galileo per la sua difesa innanzi al Santo Uffizio (cf. XIX, 401-402, e il facsimile che qui si riproduce).

Accanto a questi, altri, pur notevolissimi documenti, richiamavano i visitatori alla storia della famiglia e dei più intimi affetti di lui.

Parecchie scritture originali di suo padre, Vincenzo Galilei seniore, musico illustre, come tutti sanno; cioè il Trattato di contrappunto, di cui un passo è steso a tergo di una mezza lettera di Galileo; il discorso intorno all' uso delle dissonanze; la traduzione del trattato di musica di Plutarco; la traduzione degli Elementi armonici di Aristossene. E con questi di teorica, alcuni volumi manoscritti di musica pratica.

Di Vincenzo Galilei juniore, figlio naturale di Galileo, l'atto della legittimazione che il padre ottenne da Cosimo II Granduca, in data 25 Giugno 1619 (cf. XIX, 425-426), e il diploma della laurea dottorale, in data 5 Giugno 1628 (cf. XIX, 427-430).

Di suor Maria Celeste, le pietose lettere al padre: notevolissima fra tutte, quella del 2 Luglio 1633, scritta non appena ella seppe della condanna pronunziata contro di lui dal tribunale dell' Inquisizione (cf. XV, 167, e il facsimile qui appresso).

All'attività scientifica di Galileo e alla sua maravigliosa forza dialettica ci riportano ancora alcuni esemplari a stampa e a penna di opere dei suoi contraddittori, con postille e giunte autografe, nelle quali si può cogliere in atto

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