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Giovan Camillo Gloriosi, sulla scrittura di Galileo dell'angolo del contatto (27 Novombre 1635: cf. XVI, 348);

Paolo Gualdo ragguaglia di varie cose, e parla della stampa di un suo libro (22 Giugno 1612: cf. XI, 333-334);

Raffaele Gualterotti, sull'occhiale (3 Aprile 1615: cf. XII, 252);

Mario Guiducci, ricevuto il ritratto di Galileo, fa alcune osservazioni sopra di esso (26 Ottobre 1624, cf. XIII, 220-221);

Fulgenzio Micanzio accenna a una riunione di Galileo, del Torricelli e del Castelli in Arcetri, e dichiara di invidiarla (2 Novembre 1641: cf. XVIII, 365-366);

Giovanni Kepler dà il suo giudizio sul libello del Sizzi, e comunica a Galileo una osservazione sua propria dei pianeti medicei (28 Marzo 1611: cf. XI, 77-78);

Fortunio Liceti annunzia alcune osservazioni fatte in Padova sulle macchie solari (16 Dicembre 1611: cf. XI, 244);

Guidobaldo del Monte prega Galileo di dare con tutta libertà il giudizio sopra un suo libro, e gli manda alcune osservazioni sopra un lemma di Galileo stesso (28 Maggio 1588: cf. X, 33-34);

Giovan Michele Pierucci, sulle longitudini (28 Giugno 1641: cf. XVIII, 333334, 348-350);

Giovan Lodovico Ramponi, sull' ipotesi copernicana (23 Luglio 1611: cf. XI, 159-162);

Giovan Francesco Sagredo, ringraziando di un dono di tartufi, si duole di sapere Galileo ammalato, e gli parla di una mappa da lui commessagli (26 Gennaio 1612: cf, XI, 266-267);

Cristoforo Scheiner manda a Galileo le Disquisitiones mathematicae (6 Febbraio 1615 cf. XII, 137-138);

Jacopo Soldani annunzia a Galileo che Leopoldo de' Medici ha ricevuto quella parte di Archimede che il Maestro gli aveva mandata, e attende la lettera sul candore lunare (21 Novembre 1640: cf. XVIII, 274-275);

Giovan Battista Stefaneschi raccomanda Anna Maria Vaiani, pittrice, perché da Galileo sia raccomandata alla Granduchessa (22 Dicembre 1636: cfr. XVI, 529-530);

Marco Welser accompagna a Galileo le Tres Epistolae de maculis solaribus dello Scheiner (6 Gennaio 1612: cf. XI, 257).

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Del Torricelli, come già accennammo, erano disposte su due banchi molte opere manoscritte, o negli autografi, o nelle copie dei fidi amici Vincenzo Viviani e Ludovico Serenai, quest'ultimo anche esecutore testamentario del grande Faentino.

La curiosità dei visitatori era singolarmente attratta da quei pietosi ricordi che al Serenai dettò il Torricelli in punto di morte, e da varie lettere di frate Iacopo Torricelli, zio di Evangelista, con le quali egli, già ottantenne, con amorevole insistenza sollecita dal Serenai la grazia di veder pubblicate

prima di morire le opere del nipote. Delle scritture torricelliane esposte possiamo appena accennar qui i titoli: Lezioni accademiche; Trattato di Prospet

Wella toa, & si intêta il P. Moo del precipis e del fine, ect il libro sia riveduto qui la û Zeslogo della sea religions? of

Vella tra 3. si Stenta it it Pre kefani vegga il libro, dice che vi mo no era certa instruasion of di fin à rede cessa come mando coria del proemis, a come me havevo lasciate anwa to Bento i mesmo inc

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Vella tra Edel P.B. Bent. repitta ultimams it the tre dice volere il libro nelle mani, e promette assolutame licensstiarls.

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Halla tra E. del P. Mro del Pale devono ever & sopred. Sdizioni еро le quali quando siapse osseruate's 'intende il libro licenziato, & po =

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Di parota del Pre Vijesti dicé no ci ever difficolin verana. Vella tra G. del Pt. Ben. ci è et il Pré tão più votre t'ka promi Hispanir la liaza de Dielogy, edi comettere il regolis all seefory. Metta tra H. del P. Vijesti, è itt il libro è piaciuto al P. Mão: ect il gior= Sto no sequêt" barlex be cot Pops p coco del Jr Stespizio, e ch ausmodads ollane altre pocke cosette simili alle già accommodate mi renderebbe il libro 11

Appunti di Galileo per la propria difesa innanzi al Tribunale del Santo Uffizio.

(Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze: Raccolta Galileiana).

tiva pratica; De rationum et proportionum nominibus et speciebus; Proemio al Liber de proportionibus; De planis varia; De infinitis spiralibus; De conicis varia; De solidis vasiformibus; De cycloide; Racconto d'alcune proposizioni proposte e passate scambievolmente fra lui e i matematici di Francia; Campo di tartufi

(zibaldone di problemi, cosí intitolato dall'autore); Mestotimyperbola; De centro gravitatis; De motu ac momentis varia; Meccanica dei fluidi; Lettera a Michelangelo Ricci relativa al barometro.

Presso al Torricelli, altri della grande scuola:

Andrea Arrighetti, con lettere a Benedetto Castelli intorno al condurre le acque in Boboli :

Benedetto Castelli, con i suoi Problemi di matematica pura;
Bonaventura Cavalieri, con i suoi Problemi geometrici;

M.... Mers, con una lettera al Torricelli ;

Antonio Nardi, con le sue Scene, ossia opere, che a lui piacque cosí d'in

titolare;

Cosimo Noferi, con varii trattati di architettura, di arte fortificatoria, di prospettiva, ecc.;

Dino Peri, con le sue lezioni sulle matematiche;

Vincenzo Renieri, con trattati di gnomonica, di matematica, della equità della fortuna ;

Michelangelo Ricci, con una lettera al Torricelli;

Lodovico Serenai, con le osservazioni sul lavoro del Viviani intorno ai manoscritti lasciati dal Torricelli;

Vincenzo Viviani, il più affezionato dei discepoli, con la Scienza delle proporzioni, con la Misura della capacità di un tino, con i Trattati de' Massimi e minimi, delle fistole orizzontali, De infinitis cycloidibus, ecc.

Un altro banco occupavano i documenti delle Accademie dei Lincei e del Cimento. Dei Lincei, copia del Lynceographum, quo norma studiosae vitae Lynceorum philosophorum exponitur a Francisco Stelluto Fabrianensi, e le prime bozze delle Notizie degli Accademici. Del Cimento, il diario di esperienze, autografo del Viviani, del Magalotti ecc.; i Saggi di naturali esperienze, pure di mano del Magalotti; lettere di Luca Holstenio e del Leibniz; un inventario dei manoscritti appartenuti all'Accademia, ecc. E anche qui presso erano, preziose per la storia dei manoscritti e delle edizioni di Galileo, le lettere a Vincenzo Viviani scritte da Carlo Manolessi (17 Agosto 1655: cf. Mss. galil., P. VI, t.o 17, c. 39) e da Elia Diodati (15 Ottobre 1655: cf. Mss. galil., P. VI, t. 16, c. 14) circa la stampa delle opere del Maestro; la minuta di una lettera con la quale il Senatore Giovan Batista Nelli ragguaglia Giovanni Lami dei manoscritti di Galileo e dei discepoli da lui fortunatamente rinvenuti (cf., Mss. galil. P. VI, t. 18, c. 72); la prefazione di Tommaso Bonaventuri alla edizione delle opere fatta in Firenze nel 1719.

Cosí, pur sorvolando su moltissime cose belle, saremmo giunti alla mostra degli esemplari a stampa; ma di questa, già abbiamo accennato, non è proposito nostro occuparci; e perciò menzioneremo appena i preziosi esemplari di trattati galileiani con dediche autografe, come i Discorsi e dimostrazioni matematiche (Leida 1638) o il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo (Firenze 1632); alcuni volumi appartenuti a Galileo, e sui quali egli notò « Pertinet mihi Galileo Galilei ».

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Lettera di suor Maria Celeste al padre, 2 luglio 1633, quando seppe della sentenza data contro di lui

dal Tribunale dell' Inquisizione.

(Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze: Raccolta Galileiana).

Pur da questi cenni sommarî si potrà intendere l'importanza della mostra e la solennità che per essa acquistò in quei due giorni la vecchia sala magliabechiana. A coloro che primi vennero a visitarla diceva il Bibliotecario, dando il benvenuto, e riassumendo il carattere degli insigni documenti esposti : « Dagli studî del padre mescolati con gli scritti del grande figliuolo, alle lettere consolatrici di suor Maria Celeste; dal libretto, dove con le minute spese di casa si avvicendano quelle per la costruzione degli strumenti scientifici; dal primo diario delle osservazioni sui satelliti di Giove agli appunti per la difesa innanzi al tribunale del Santo Uffizio; dalle miserie degli oppugnatori alla fedeltà dei discepoli, dei seguaci, degli ammiratori per tutto il mondo, che in questa gloriosa operosità scientifica italiana si riconosce e si affratella; qui sono ricordi e documenti che alla mente vostra dicono, oltre al contenuto scientifico, tanto agitarsi di vite e di passioni, quale nessun'altra parola potrebbe esprimervi ». << E qui anche, in questa sala, cui presiede patrono il nostro Magliabechi, circondato fedelmente da quella sua insigne raccolta bibliografica, che della scienza, dell' arte e di ogni erudizione nei tempi galileiani riunisce il meglio; parmi che qui, a voi, possa anche esser dato di vedere, quasi sensibilmente, intorno al Galilei e al Torricelli quel che fosse la vita sociale di allora, con le sue mode, con le sue miserie, con le sue superstizioni; con tutto ciò che è tanto più basso e caduco del pensiero scientifico, ma eppur forma tanta parte indivisibile dall'essere nostro e inevitabile anche dai più grandi: tutte le molte piccole cose che hanno fatto palpitare e sorridere e soffrire anche questi grandissimi. La visione della vita sociale e del costume di allora vi farà certo apparire in piú radiosa luce le vette del pensiero scientifico; cosí come tra le pieghe del gusto seicentesco, più che mai bella e cristallina ci splende innanzi la prosa di Galileo. Sta in questi contrasti molta parte della storia: e in cosí fatte visioni storiche, che sono visioni di movimento, ben può indugiarsi e godersi anche la fantasia vostra, o scienziati, che è pur sempre fantasia di idealisti, di evocatori, di poeti ».

E i dotti visitatori, fra i quali l'onorevole Ministro della Pubblica Istruzione. mostrarono di godere veramente la meravigliosa collezione innanzi a loro dischiusa, e illustrata efficacemente, almeno per pochi momenti e per alcuni fortunati, anche dalla viva voce del prof. Favaro; rammaricando sì, tutti, che la Biblioteca, per angustia di spazio, non potesse concedere più spesso una parte almeno dei suoi tesori alla vista degli studiosi. Ma se non oggi, ciò potrà ben essere facilmente in altra sede meno angusta e in tempo non troppo lontano: intanto, a chi ha l'ufficio di conservare, con le altre insigni raccolte manoscritte della Nazionale, queste carte galileiane, è di grande conforto, per un lato il vederle oggi meglio che mai aperte agli studî di tutto il mondo nell'edizione nazionale; e a questa tener dietro, senza intervallo, quella degli scritti torricelliani, ora intrapresa per iniziativa del Municipio di Faenza e per le cure del Prof. G. Vassura; per altra parte conforta, l'assicurare contro i danni inevitabili del tempo quelle pagine venerande, cui troppo spesso insidiano gli inchiostri seicenteschi, veramente

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