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terribili finchè stemmo divisi, vinte ed annichilate al primo congiungersi di poche braccia!

II.

Con ben altra fortuna da quella del Barbiano Ettore A. 1379 Manfredi raccozzava ne' medesimi giorni sul Parmigiano 600 lancie e 2000 fanti tra fuorusciti e venturieri bolognesi e romagnoli sotto nome di Compagnia della Stella. Era il suo intento di innoltrarsi sino a Faenza, città allora posseduta da lui, farvi capo ad altri seguaci, e poi tutti insieme assaltare Rimini e Bologna. Le buone guardie poste sui confini del Modenese dal marchese d'Este impedirono il passaggio alla compagnia; perlochè essa, superati gli Apennini, scagliossi sopra Genova, e ne riscosse una taglia di tredicimila fiorini. Ciò conseguito, tornò cogli antichi disegni nel Reggiano, e nuovamente, riscontrati gli stessi ostacoli, avventossi contro Genova. Ma questa volta il grave pericolo, la rotta fede, e lo strano inso24 7bre lentire delle soldatesche svegliarono a solenne vendetta la plebe ferocissima della popolosa città. Stavano i venturieri accampati dentro il letto del Bisagno appiè delle colline di Albaro, che con dolce pendio seminato d'orti e di case, di quà fronteggiano la costa orientale della città, di là prospettano con bellissima vista il Mediterraneo. Quivi i cittadini da tante parti e con tant'impeto li assalirono, che la compagnia fu prima oppressa che potesse pensare al modo di resistere. L'angustia del sito chiuso dalla città, dai colli e dal mare rese più piena e più sanguinosa la vittoria ; Ettore fuggi a stento mediante grandi promesse dalle mani di alcuni contadini; degli altri capi fu preso

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