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CAPITOLO SETTIMO

Dello spirito di associazione dopo le Compagnie,

e Conclusione.

I. Lo scopo e la forma delle Associazioni si modificano, secondochè si modifica lo stato della società. Cadata delle associazioni politico-militari del medio evo.

II. Carattere delle odierne associazioni. Destini loro.
III. Conclusione.

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CAPITOLO SETTIMO

Dello spirito di associazione dopo le Compagnie, e Conclusione.

I.

Abbiamo nei principii della presente istoria (1) dimostrato, quanta fosse la copia e quale la potenza e l'indole delle associazioni nel medio evo, e come le compagnie di ventura si potessero considerare come una fortissima manifestazione dello spirito generale che le produceva e governava. Ci scuserà ora il lettore, se noi, dopo avere esposto le ultime vicende e vestigia di esse compagnie, spenderemo poche parole ad accennare le principali mutazioni, a cui fu parallelamente soggetto lo spirito di associazione. Così spereremo di avere presentato sotto tutti gli aspetti il non facile nostro argomento.

Due stati sociali, dice un illustre autore (2), giovano specialmente allo sviluppo delle associazioni. L'assoluta anarchia e la perfetta ugualità civile.

Nel primo stato l'individuo si associa per assicu→ rare la propria esistenza e la propria azione : nel secondo per ingrandire il circolo di codesta azione, e per opporre ostacoli alla maggioranza del contrario partito, senza del che essa si muterebbe in dispotismo.

A questi diversi scopi diversi mezzi corrispondono. (1) V. Parte I. cap. VIII.

(2) Tocqueville, De la démocratie en Amérique, t. II, ch. IV (Parigi 1835).

Nel primo caso, siccome l'associazione deve trovare in sè gli elementi bastanti per conservarsi e operare, così essa assume forma militare e politica. Tale fu, e noi l'abbiamo dimostrato appieno nel capitolo citato, il carattere generale delle associazioni nel medio evo. Nel secondo caso, siccome ognuno partecipa o vuol partecipare ugualmente nel maneggio dei pubblici affari, così l'associazione si ordina a modo di corpo esaminante o deliberativo, ed evita appunto le forme militari, perchè la sicurezza individuale è abbastanza tutelata dalle leggi. Tali sono presentemente, per esempio, le associazioni negli Stati Uniti di America, dove scuole, ospedali, prigioni, feste, missioni religiose, vie, ponti, chiese, grandi opere di industria, di commercio e di agricoltura, non di rado si compiono sotto la protezione di quelle.

Ma i due stati sociali sopraccennati non sono i soli, nei quali le associazioni si manifestino. In primo luogo, perchè non vi è mai anarchia o democrazia tanto assoluta, che non penda verso altre forme di governo. In secondo luogo, perchè il genio ad associarsi è tanto insito all'uomo, che non l'abbandona quasi mai: bensì secondo le circostanze cambia aspetto o scopo.

Ondechè sotto la monarchia temperata per legge o per uso, l'associazione diventa compimento dell'autorità suprema; sotto la tirannide è sollievo di schiavitù. In quella gl'individui unisconsi per benefizio proprio e generale, e l'associazione riceve forza e legalità dal principe stesso: in questa aggruppansi per abbattere il governo oppure sottrarvisi, e l'associazione è contro della legge, o almeno fuori di essa.

La prima di cotali associazioni opera palesemente, l'altra di nascosto : la prima è indizio di civiltà, l'altra di miseria: la prima lascia all'individuo tutta la sua personalità, la seconda ne lo spoglia affatto per assoggettarle ad un giogo di ferro.

Il medio evo sopportò tutte queste specie di associazione, appunto perchè sopportò tutte le specie di governo, e con tale celerità di successione, che avresti talora potuto notare nella medesima città le traccie di esse tutte, costumi di libertà, disordini di anarchia, privilegi tirannici, leggi e cautele di legittimo principe. Però le forme di governo, che più dominarono nel medio evo in Italia, furono anarchia e tirannide, vestite non di rado dei falsi colori di repubblica o di principato. Per la qual cosa più comunemente le associazioni vi si ordinarono a foggia politico-militare. Le compagnie di ventura ne furono uno strepitoso esempio.

Tali associazioni evidentemente s'innalzavano tutto a danno del potere supremo. Perciò, a misura che esso si andava organizzando e rinvigorendo, si sforzava di abbassarle (1). Ciò tentarono i tiranni, che spogliarono della libertà i Comuni d'Italia (2): ciò fu

(1) Ciò fece per esempio nel 1382 il re di Francia, appena dopo la vittoria da lui riportata a Rosebeque sopra gli abitanti di Gand. Tolse la maggior parte dei privilegi alla città di Parigi, e soppresse quasi tutti i diritti dei corpi d'arti e mestieri. V. Barante, Hist. des ducs de Bourgogne, t. I, p. 307. (Parigi 1825).

(2) Ricavasi per esempio dal prologo degli statuti tuttora inediti della Fratalia o compagnia dei notai di Vicenza, che Ezelino da Romano vi aveva proibito, non solo quella, ma qualsiasi altra associazione.

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