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NOTA XXVI.

(a Parte VI. cap. IV. §. IV. pag. 90)

Raccordi intorno all'arte militare dati da un suo sargente a Guidobaldo II della Rovere.

DEDICA.

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Essendo mia propria natura di star continuamente in operation, et non possendo con la propria persona suplirò con la mente et pensamento, et sorgendo voce alle mie fatiche che ho fatte nell'arte militare comenzando dal 1500 che io usci de Messina della patria mia fui sergente generale dell'Ill.mo sig. Giovanno de' Medici e della Santità de papa Clemente e dell'Ill.ma et Ser.ma republica fiorentina, et li feci la melizia della città di Fiorenza et l'armai e l'esercitai. Dopoi fui sergente dell'Ill.mo et Eccell.mo sig. Francesco Maria duca d'Urbino, et li feci la melitia Feltria, et l'armai et la esercitai et fui sergente di battaglia et capitano generale di essa ellegione. Dipoi successe V.ra Ecc.za et l'ho servita in quel medesimo luoco che io serviva il suo antecessore. Però io non voglio mancare alcuni raccordi che si convengano ad un sargente generale così di battaglia come d'offesa e difesa, et mi sforzerò di metterle più breve che io potrò, non le levando dalla mia lingua et dalla propria natura, perchè non perdesse una gran parte della sua virtù; et l'eccellenza vostra accetterà il mio buon animo e non la qualità delli ricordi. »

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NOTA XXVII.

(a Parte VII. cap. 11. §. II. pag. 135)

(ms. nella Biblioteca di S. E. il cav. Cesare Saluzzo)

Capitoli che dimanda l'Ecc.mo sig. Gio. Battista Dal Monte a' Capitani nell' esamine al servitio della ser.ma Republica di Venetia.

1° Se voi sete mai stato alla guerra, et in che parte, et al servitio di chi, et in che fattioni vi sete ritrouato, come et quando, et il tutto bisogna risponder con prestezza.

2o Vi dimanda, se voi sete stato più capitano d'ordinanze, o uero di compagnia pagata, et che ordine hauete tenuto in disciplinar d.1 fanti, et amaestrarli nella professione militare.

3° Vi dimanda in che modo hauete sicurati dal fuoco li soldati, quelli che non sapevano tirare, sì di ordinanze come principianti di compagnia pagata, et come gli avete insegnato metter la corda in serpa, et a caricar et disarmar l'archibugio, et appoggiarlo alla spalla.

4° Vi dimanda, se voi hauete tutti quelli tocchi di tamburo necessari al soldato in ogni occasione per poter far il debito suo; et quali sono.

5o Vi dimanda, se voi hauete tutti i vostri requisiti della servita fatta dal Prencipe, dal principio al fine, et che gli mostrate tutti, di loco in loco, di tempo in tempo; et perchè hauete servito, et con che carico, et che capitano, governa. tore, colonelli, nominandoli per nome tutti, et medesimamente li paesi, terre, castelli, et tutti a mente, e di poi vede se li requisiti si confrontano.

Prima dimanda d'interrogatura

Se foste in campagna con la uostra gente, doue ci fosse il nemico ancora, et che fosse più forte di uoi, et bisognando fortificarsi et salvarsi, per la disugualità del nemico, non fuggendo, ma con presupposto di offenderlo et combatterlo, dico che haueste intorno qualche campagna da una banda, una fiumana da l'altra, un bosco, un monte, qual pigliereste per il meglio a camparui, et offender il nemico, però uoi sicuro.

Risposta probata

Signori! a me pare che la fiumana fosse difficile a passare, non ui essendo ponte, et il monte difficoltoso a salirci, et mal loco d'accamparsi, potendomi il nemico, essendo più potente di me, assediarmi; doue che per maggior opinione piglierei più tosto il bosco, fortificandomi di buone trinciere di detti legnami, et cercherei il giorno di difendermi et offender il nemico, s'io potessi, e poi la notte hauendo capito qual fosse il miglior passo per saluarmi, quello prenderei più segretamente fosse possibile.

2a Dimanda

Se foste in campagna rasa con la uostra gente, et che il nemico uenisse a quella uolta, et, che hauesse assai più gente di uoi, bisognando ritirarvi per il meglio in una uilla, et che il nemico ui venisse dietro dandovi la fuga, che partito pigliereste in detta villa per fortificarui et saluarvi, offendendo il nemico, et come fareste a tenerlo indietro fino a tanto che assettaste le cose per la fortificatione, acciò non ui giungesse addosso, et che non poteste far cosa niuna?

Risposta

Quanto al mio giuditio io farei tuor la calca alle mie genti sempre in battaglia, ritirandosi a piano a piano, tirando sempre qualche archibugiata al nemico, facendo scaramuz.

zar la coda, di mano in mano, et marchiando astandoli semdre, acciò venissero anco loro auanti più con il piè di piombo, uedendosi nella faccia, et fratanto che facessi questa ritirata o difesa, manderei una mano d'archibugieri in detta villa, così per iscoprire che non ui fosse imboscata, come per dar. gli anco ordine, che quella fosse circondata di carri, legnami, casse, stramazzi, e d'ogni sorta di uolumi, come botti, tinazzi; delle quali cose non mancano nelle predette ville, et a quel modo mi fortificherei, saluando le mie genti, et potrei offender il nemico.

3a Dimanda

Se uoi foste fuora con la uostra gente in qualche loco, et che foste mandato a una città per soccorrerla, et trovaste il nemico accampato d'essa città, che fareste ad intrar dentro senza esser uisto dal nemico ?

Risposta

Quanto a me pare ch'io farei a questo modo; che mi accostarei poco lontano dalla città in qualche loco secreto, andandoli alla muta et alla sorda, et cercherei di uedere con bel modo il sito, et come sta il nemico accampato, considerando da qual parte potessi più facilmente intrarui, et come potria ingannar il nemico, et uisto il sito et loco tornerei alle mie genti, et proponerei a uno de'Capi miei che paresse a me più ualoroso in detto negotio, e gli farei grandissima offerta, capandoli una buona mano di soldati, promettendoli anche a loro il simile, et li manderei doi hore auanti il giorno, con un buon tamburo, da quella parte che da me fosse stata uista il giorno auanti, facendoli toccar all'arma con una rosata d'archibugiate, dove il nemico sentendosi assaltare a quel modo, et toccarui raccolta, andando uerso quella uia per affrontar il soccorso nemico, doue il mio Capo se ne saria saluato, et io dall'altra parte entrerei dentro, non perdendo tempo alcuno, doue che il nemico resteria burlato, non trouandosi niente; così par a me.

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