Immagini della pagina
PDF
ePub

appellare Giovanni de' Medici), e le massime d'onore apparatene; dimostrò come queste gli vietavano di lasciare in vita il suo offensore; rammentò i servigi resi, accennò quelli che, restando in vita, sperava di rendere alla repubblica; e piangendo e singhiozzando, e chiamando in soccorso cielo e terra, concluse colle braccia in croce, che almeno gli venisse commutata la condanna.

Molti, sentendolo perorare, e veggendolo poscia condur via in catene, palesemente lagrimavano; ma allo squittinio vinse la più acerba sentenza. Mori da bravo, non d'altri lamentandosi, che del Baglioni, il quale non aveva attenuto le sue promesse. Il Soderini rimase nel campo molto più temuto e riverito (1).

Del resto, per quanto durò la guerra di Napoli, le bande nere non iscaddero dall'antica riputazione. Celebre fu il loro coraggio alla espugnazione di Melfi; dove, rotto appena colle artiglierie tanto muro quanto bastava al fronte di due o tre uomini, corsero intrepidamente all'assalto, e gareggiando di prodezza coi Francesi vi entrarono a forza. La terra fu mandata a ferro ed a sangue; quindi, essendo nata tra esse e i Francesi querela per la divisione delle prede, si azzuffarono a modo di nemici (2).

(1) Busini, Lettere, lett. VI. Segni, Storie, lib. I. p. 58.

[ocr errors]

- Varchi, t. II. 79-95.

(2) Giovio, Storie, lib. XXV. p. 53. XVIII. 321.

Guicciard., lib.

Coteste imprese delle bande nere furono particolarmente descritte da un Pietro Calderoni da Faenza, che allora era capitano fra esse. Il Porcacchi trasse da questo libro alcuni particolari per le sue annotazioni alle storie del Guicciardini; ma per quanta diligenza vi ponessimo, non ci venne fatto di rinvenirlo.

-1528

Riuscì anche molto utile l'opera delle bande nere nell'assedio di Napoli, intorno al quale il Lautrec con infelicissimo consiglio ridusse tutti i suoi sforzi. E quando la fame, la peste e le diserzioni costrinsero i Francesi ad abbandonare l'impresa, quelle insieme colle bande bianche, che un conte Cesare Scotti di Piacenza poco prima aveva ragunato, ne coprirono per qualche spazio di strada la ritirata. Sopragiunte dagli Spagnuoli in una strada sprofondata fra due balze, fecero alcun tempo buona resistenza; ma nel ricaricare gli archibugi essendo state urtate e rotte dalla cavalleria, dovettero cedere; e tutto l'esercito si sciolse in fuga. Delle bande nere appena un terzo ritornò in patria con Francesco Ferrucci loro pagatore: Orazio Baglioni era stato ucciso in una scaramuccia sotto Napoli: Ugo de' Pepoli, che gli era succeduto nel comando, e il commissario Soderini erano morti di peste (1).

II.

Le bande nere erano ritornate in patria a comA. 1527 piervi un molto generoso uffizio. La città di Firenze aveva deposto ed espulso la stirpe de' Medici, e si era ristaurata in libertà. La determinazione era stata unanime, repentina l'esecuzione, solenne il modo. Un notaio portato di peso nella sala del Comune aveva rogato l'atto di tale mutazione, e le pompe della cattolica fede l'avevano confermato. Serrate le taverne, sbanditi i giuochi di azzardo, rinvigorite le leggi suntuarie, altre severissime se ne promulgarono contro la bestemmia e il mal costume. Nel medesimo tempo il (1) Giovio, Storie, XXVI. 79.

desiderio della giustizia, innato ai popoli, creaya la quarantia, magistrato per prestezza di giudizii e grandezza di pene spaventoso, con appello al consiglio generale, senza indugi o spese.

Non mai la Grecia o Roma avevano veduto maggior fervore pel bene della patria. Tutti i cittadini di Firenze avevano giurato reciprocamente di perdonarsi ogni ingiuria, ed obbedire ai magistrati: gli argenti privati erano stati messi in comune: gravissime imposte erano state accolte lietamente: prediche continue, e miracoli nuovi raccontati e creduti, avevano infiammato i più freddi, e corroboratone i propositi: un Iacopo Alamanni, giovane nobilissimo, nell'essere menato al supplizio per avere trasgredito a non so quale legge, lodava i cittadini del loro rigore, ed affermava di morire contento, perchè il suo sangue avrebbe servito a suggellare i recenti ordini della patria (1).

Ma non avevano i Fiorentini ricuperato appena la libertà, che si trovarono in necessità di difenderla colle armi alla mano. Il papa Clemente vi, al cui nome dapprima era governata là città, mostrò di obbliare le enormi ingiurie ricevute di fresco dagli Spagnuoli, e non dubitò di collegarsi con Carlo v, a patto che questi lo aiutasse a sottomettere la patria. Settantamila fiorini al mese fu patteggiata cotesta sottomessione: quelle masnade istesse tedesche e spagnuole, (1) Varchi, Storie fiorentine. Segni, Storie fiorentine. Busini, Lettere. Gianotti, Lettere. L'assedio di Firenze illustrato. Giovio, Storie, lib. XXV. - Molini, Docum. di storia italiana, t. II. Pitti, Storie fiorentine (Archivio storico, t. I). Nardi, Storie fiorentine, lib. VIII. - Guicciard., Storia, lib. XX.

che avevano saccheggiato Roma, furono spedite contro Firenze: un principe di Nassau, che due anni innanzi era entrato fra esse come semplice archibugiero, ebbe il comando di tutta la impresa.

In tal frangente riusciva molto opportuno alla repubblica l'arrivo delle bande nere. Erano esse guidate da Lucantonio Cuppano, sovrannomato l'occhio diritto del signor Giovanni. Vi erano inoltre 18 altri capitani, tutti di ottima fama; fra i quali Otto Bartolani da Montauto, Amico da Venafro, Francesco dal Monte, Giovanni da Torino, Pasquino Corso, Giambattista da Messina, Ivo Biliotti, e specialmente Iacopo Bichi, che bandito per cause politiche da Siena, ove era divenuto eccellente negli studii, era entrato nelle bande nere, e colla bravura del corpo e coll'altezza dell'animo, e colla eleganza e nobiltà delle maniere vi si era acquistato la riverenza e l'affetto di tutti (1).

Mediante l'opera di questi esperimentati guerrieri, Firenze rimise in essere le ordinanze, ossia le milizie del contado e della città, che l'antica repubblica aveva creato, e la stirpe de'Medici aveva distrutto. Le ordinanze del contado vennero divise in trenta corpi o battaglie. In esse furono arruolati tutti i sudditi compresi tra i 18 e i 36 anni. Quelle appartenenti alla riva sinistra dell'Arno vennero affidate al capitano Francesco dal Monte; le altre a Babbone da Brisighella, discendente da quel Vincenzo e da quel Naldo, i quali avevano istituito e reso celebri le fanterie di tal nome (2).

(1) Fu ucciso poi durante l'assedio. Varchi, Storie, t. II. P. 285.

(2) V. sopra, Parte V. cap. IV. §. II. p. 371.

La milizia della città fu spartita in quattro quartieri, sotto il governo di Amico da Venafro, Pasquino Corso, Giovanni da Torino e Giambattista da Messina. Ciascun quartiere venne diviso in quattro gonfaloni. Ogni gonfalone nominava annualmente i proprii officiali. Ogni anno pure nella maggior chiesa di ciascun quartiere, un giovane dei più distinti, alla presenza dei magistrati, dei camerati e di tutto il popolo, doveva orare dell'ufficio della milizia, dell'amor verso la patria e della riverenza alle leggi.

Tali furono gli ordini della milizia fiorentina: e la gioventù, che vi venne inscritta, colla modestia e colla esattezza sia nel comandare sia nell'obbedire, colla perizia delle mosse, colla ricchezza delle vesti e delle armi, colla concordia ed unione diventò in breve soggetto di meraviglia ai più vecchi soldati (1).

Uomini per tutti i secoli immortali vegliavano alla salute della nuova repubblica. Un Buonarroti e un Sangallo curavano le fortificazioni della città; un Macchiavelli e un Donato Gianotti erano concorsi per conseguire la carica di segretario di Stato; un Bartolomeo Cavalcanti, un Pier Vettori, e un Luigi Alamanni oravano col corsaletto addosso, e colla spada in mano degli ufficii della milizia; un Andrea del Sarto dipingeva ad infamia i disertori; un Vincenzo Biringoccio gettava le artiglierie; un Iacopo Nardi, un Varchi, un Segni, un Vasari, un Nerli militavano sotto le insegne del rispettivo quartiere. Uomini e donne lavoravano giorno e notte alle fortificazioni; (1) Segni, lib. Giovio, lib. XXV. 44. — E vedi l'ordinanza di essa milizia nel t. I.

II. P. 85.

Varchi, t. II. 225.

[ocr errors]

dell'Archivio storico.

« IndietroContinua »