Bellezze della Commedia di Dante Alighieri: Paradiso

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Dalla Tip. di Paolo Libanti, a spese dell'autore., 1826
 

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Pagina 154 - Dell' empio suo pastor, che sarà sconcia Si, che per simil non s'entrò in Malta. Troppo sarebbe larga la bigoncia Che ricevesse il sangue ferrarese, E stanco chi il pesasse ad oncia ad oncia, Che donerà questo prete cortese, Per mostrarsi di parte; e cotai doni Conformi fieno al viver del paese.
Pagina 326 - E quel che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle ; Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te ; ma poco appresso Ella, non tu, n
Pagina 613 - La tua benignità non pur soccorre 'A chi dimanda, ma molte fiate 'Liberamente al dimandar precorre. ( '' In te misericordia, in te pietate , 'In te magnificenza, in te s' aduna 'Quantunque in creatura è di bontate.
Pagina 333 - Che se la voce tua sarà molesta Nel primo gusto, vital nutrimento Lascerà poi quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento Che le più alte cime più percuote: E ciò non fa d' onor poco argomento. Però ti son mostrate in queste ruote , Nel monte , e nella valle dolorosa Pur 1' anime che son di fama note: Che 1
Pagina 14 - E di subito parve giorno a giorno Essere aggiunto, come Quei che puote Avesse il ciel d'un altro Sole adorno. Beatrice tutta nell' eterne ruote Fissa con gli occhi stava; ed io in lei Le luci fissi di lassù remote. Nel suo aspetto tal dentro mi fei, Qual si fe' Glauco nel gustar dell' erba, Cbe il fe' consorto in mar degli altri Dei.
Pagina 9 - Tanto che l' ombra del beato regno Segnata nel mio capo io manifesti, Venir vedra'mi al tuo diletto legno, E coronarmi allor di quelle foglie, Che la materia e tu mi farai degno. Si rade volte, padre, se ne coglie, Per trionfare o Cesare o poeta, (Colpa e vergogna dell...
Pagina 544 - Chi pesca per lo vero e non ha l' arte: E di ciò sono al mondo aperte pruove Parmenide, Melisso, Brisso e molti ia5 I quali andavano e non sapean dove. Sì fe' Sabello ed Arrio, e quegli stolti Che furon come spade alle scritture In render torti li diritti volti.
Pagina 243 - Giù d' atto in atto, tanto divenendo, Che più non fa che brevi contingenze: E queste contingenze essere intendo Le cose generate, che produce Con seme e senza seme il ciel movendo. La cera di costoro, e chi la duce Non sta d...
Pagina 109 - Indi partissi povero e vetusto : E se il mondo sapesse il cuor ch'egli ebbe. Mendicando sua vita a frusto a frusto. Assai lo loda, e più lo loderebbe.
Pagina 405 - Ma per salirla mo nessun diparte Da terra i piedi, e la regola mia Rimasa è giù per danno delle carte. Le mura, che solcano esser badia, Fatte sono spelonche, e le cocolle Sacca son piene di farina ria.

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