Opere di Torquato Tasso colle controversie sulla Gerusalemme poste in migliore ordine, ricorrette sull'edizione fiorentina,: poste in migliore ordine, ricorrette sull'edizione fiorentina, ed. illustrate dal professore Gio. Rosini, Volume 25Presso Niccolò Capurro, 1830 |
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Parole e frasi comuni
Agamennone albergo alcun alfin allor anco antichi appo appresso Argante Aristotile arme Armida avea avvegnachè Bernardo Tasso campo canto cavalier Chè chiama cielo Circasso Clorinda collo corpo Cristiani Dante dell'Eneide dell'Iliade detto dice dittamo dolce duce empia Eneide Erittona Etiopia eziandio fero feroce ferro fiume Flegetonte fortuna fugge furor GENT GERUSALEMME LIBERATA Goffredo gran Greci grido GUAST guerra guerrier guisa Iliade imitazione intorno Ismeno l'Arcivescovo di Tiro l'arme Latini lieto loco luogo MART medesimo mortali morte nemico notte novo occhi omai Omero Ovidio Pagani parlando parole perciocchè percosse periglio Petrarca petto piaga picciol piè Platone Plutarco Poeta ponno poscia prega quæ Quinci quivi quod ragione Rinaldo saetta sangue scudo sdegno segue selva Solimano sonno sovra spada stan Strabone suon Tancredi Tasso terra tosto Trojani vede versi Virgilio virtù volto δὲ καὶ
Brani popolari
Pagina 250 - l viver di Clorinda al suo fin deve. Spinge egli il ferro nel bel sen di punta, Che vi s'immerge, e 'l sangue avido beve; E la veste che d'or vago trapunta Le mammelle stringea tenera e leve, L' empie d'un caldo fiume . Ella già
Pagina 289 - del bosco e tra i virgulti; E trarne un suon che flebile concento Par d'umani sospiri e di singulti ; E un non so che confuso instilla al core Di pietà, di spavento e di dolore . XLI. Pur tragge alfin la spada, e con gran forza Percote l'alta pianta. Oh maraviglia ! Manda
Pagina 251 - Poco quindi lontan nel sen del monte Scaturìa mormorando un picciol rio : Egli v' accorse, e l'elmo empiè nel fonte, E tornò mesto al grande ufficio e pio. Tremar sentì la man, mentre la fronte, Non conosciuta ancor, sciolse e scoprio. La vide, e la conobbe; e restò senza E voce, e moto. Ahi vista! ahi conoscenza!
Pagina 252 - s' apre il cielo ; io vado in pace . D'un bel pallore ha il bianco volto asperso, Come a gigli sarian miste viole; E gli occhi al cielo affisa , e in lei converso Sembra per la pietate il cielo e 'l Sole; E la
Pagina 319 - insieme ch' egli esser dovesse De' tuoi consigli esecutor soprano. A te le prime parti, a lui concesse Son le seconde : tu sei capo, ei mano Di questo Campo; e sostener sua vece Altri non puote, e farlo a te non lece. XIV. A lui sol di troncar non fia disdetto II bosco
Pagina 245 - e tra lor gloria Splenda del fosco tuo l'alta memoria. LV. Non schivar, non parar, non ritirarsi Voglion costor, né qui destrezza ha parte. Non danno i colpi or finti, or pieni, or scarsi: Toglie l' ombra e 'l furor l' uso dell' arte. Odi le spade orribilmente urtarsi A mezzo il ferro ; il
Pagina 338 - gettate il caro dono, Che breve è sì, di vostra età novella? Nomi , e senza soggetto idoli sono Ciò che pregio e valore il mondo appella. La fama , che invaghisce a un dolce suono Voi superbi mortali , e par sì bella , È un eco, un sogno, anzi del sogno un'ombra, Ch' ad ogni vento si dilegua e sgombra
Pagina 250 - e se rubella In vita fu, la vuole in morte ancella. LXVI. Amico hai vinto ; io ti perdon : perdona Tu ancora, al corpo no che nulla pave, All'alma sì: dch! per lei prega; e dona Battesmo a me ch' ogni mia colpa lave. In queste voci
Pagina 263 - tua mercé : tu me dai vivi Del mortal mondo per error togliesti : Tu in grembo a Dio fra gl' immortali e divi Per pietà di salir degna mi festi. Quivi io beata amando godo, e quivi Spero che per te loco anco s'appresti, ST. 91. Ed ecco in sogno di stellata veste Cinta.
Pagina 179 - l'indegno Patto : solo a Rambaldo il persuade . Noi ( ché non val difesa ) entro una buca, Di lacci avvolse, ove non è che luca . LXX. Poi nel castello istesso a sorte venne Tancredi, ed egli ancor fu prigioniero . Ma poco tempo in carcere ci tenne La falsa maga: e (s'io n'intesi il vero) ST. 69. Noi