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CARLO EMANVEL PER GRATIA DI DIO

Duca di Sauoia, Chablais, Auosta, e del Gencuefe; Prencipe, & Vicario perpetuo del Sacro Romano Impero; Marchese in Italia, Prencipe di Piemonte, Marchese di Saluzzo; Conte di Geneua, Romont, Nizza, Afti, & Tenda; Baron di Vaud, & Faucigni, Signordi Vercelli, del Marchefato di Ceua, di Oneglia, Marro, & del Contado di Cocconato, &c.

amore

VTTE le leggi
del mondo dan-
no alle Madri a

la tutella de' fi-
gliuoli, e tutte le

conuenienze vogliono, che siano educati da loro b chi con più può mirare per il loro bene? chi con più cura può attendere à nutrirgli, & alleuarglı? Nissun altro, per parente, che sia più congiunto, è capace di questo, saluo quelli di di doue doue defcende defcende quel qu sanque, & quell'affetto: Gli Gli effempij effempij ne sono chiari, e manifesti, etiandio ne i maggiori Rè, &Prencipi della Chriftianità. Per questo effendo così ben fondata la mia in

C

a Questo può militare in quanto all'

a Non à quelle di amminiftratione de età minore.

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beni, ma non della perfona, & l'Auo ma terno può supplire al difetto della madre come prima s'accennò.

6 Non osta, che sia figlia di famiglia, per che non pretende se non il gouerno della perfona. Ne si può dire, che fi leui dalla casa del marito, poi che è peruenuta ad vn' herede estraneo da cui con gran ragione si teme di vioIenza, e frode.

Questi s'accennano à chỉ sà non per fondamento ma per ornamento della ragione.

tentione, & cost appoggiata, e stabilita dalla giustitia, & dalla ragione, dopo hauer con mille modi di preghiere affettuose, d'ambasciate di Caualieri principali, come del Conte Francesco Martinengo, del Conte di Luferna

A

Luferna Caualieri del mio Ordine dell'Annunciata, & finalmente del Prencipe mio figliuolo per due volte andato, e poi ritornato à Mantoua instato il Sig. Cardinale Duca di Mantoua di voler permettere, che la Prencipeßa Maria mia nepote non fosse leuata dalle braccia della maare, nè le fosse dopotante afflittioni sue d'hauer perso in manco di vinti giorni il marito caro oltre modo, & il figliuolo amato teneramente, dato quest'altro disgusto ancora di do

uer lasciar la figlia, tornando nella casa

a

paterna, come era

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ragioneuole Finalmente dopo molte repulse date à questa mia richiesta, eßendo stato ricercato il Sig. Cardinal Duca di Mantoua dal Prencipe mio figliuolo, che se non volea lasciarla venir quà con

▲ Se fosse ragione-
uole di rimettere que
sta figlia in casa di differenti titoli.

Le pretenfioni nel
Monferrato sono per

chi ha mostrato di

hauer tante preten-
foi fello Stato ded

Monferrato, altri lo

giudichi.

la Madre, almeno confentisse, che andassero tutte due à Modona, per starci in compagnia dell' Infante D. ffabella sua sorella, di doue per effer così vicini, si poteuano trattare quel concerti sopra queste cose, che

il Sig. Cardinal sudetto mostraua

di defiderare, begli se ne contentò, & diede parola al Prencipe sudetto di lasciarle andare Sempre, che esso Signor Duca di Modona se ne contentaffe: con pro

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messa però di custodirla sicuramente, che quando io hauessi voluto far venir quà eßa Infante la Prencipeffa Maria gli foffe ritornata à Mantoua, & che questo vitimo ponto lo promettessi io ancora. Flche visto il fudetto Prencipe mio figliuolo mandò dal Sig. Duca di Modona per pregarlo di voler venir bene in questo, & di fermare dette promeffe, le quali così di prima vista gli paruero tanto strette,

che

• Non erano strette
rispetto al pregiudi-

* che temeua di farle, & restar con
vna così ordinaria fuggettione del- cio di cui si trattana.

la cura di detta Prencipessa, che
non si risolse per all'hora di volerci
far à tutti questo piacere. Onde il

• Erano però strette rispetto al torto, che fi faceua alla madre, & alla pupilla.

Prencipe mio figliuolo vedendo questo s'incaminò con sua sorella alla volta di Milano per venir quà conforme all'ordine, che n'haueua da me. Però gionti in quella Città, il Sig. Marchese della Iuoijosa Gouernatore di quello Stato per sua Maestà, & al qual anco si era dato parte di tutto quello, che fi era paßato, non gli parue bene, che il Prencipe mio figliuolo, nè l'Infante paßaßero più oltre, & mi scriße fubito pregandomi di trovarlo buono (fi come io feci) fintanto, che di nuouo egli tentasse col Sig. Duca di Modona per farlo venir bene in quello, di che era stato pregato. Si fecero questi vfficij col detto Duca, & mandò anco il Sig. Marchese Don Diego de Leyua dal Sig. Duca di Mantoua per far l'istesso, ma se bene il Sig. Duca di Modona accetto il partito, che l'Infanta con fua figlia andasseroiui, non volse però il Sig. Card. Duca di Mantoua acconsentire à quello di che già haueua data parola al Prenci-Fii parola riftretta 6 La promessa fuafpe mio figliuolo, & mandò à Mi - che più olrre non ob

lano vn certo Vescono di Dioce

Sarea Calaurese acciò il Prencipe

mio figliuolo, & il Sig. Marchese

non trouaßero così strana questa

a luogo, tempo, soluta, ne può dire

ligaua.

con verità, che hauesse altra conditione, che la promessa del Sig. Duca di Modona.

risposta, adducendo alcune ragioni per voler mostrar, che il Sig. Card.

Duca di Mantoua non l'hauea

C

potuto fare come che hauea or

• Erano ragioni di
vantaggio, perche in

• Erano à ponto così di vantaggio, che nó

dine dall' Imperadore d'essere suo effetto, non duraua furono à propofito,

tutore, & di non mouer la det

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la fua obligatione.

hauendo allegato le istesse inanti che obligafsse la parola.

P

ta Prencipeßa Maria dalla Città di Mantoua, & pure l'Imperadore

Non fi nega; però è chiaro che non si è

fentita la parte, e nó s'è intesa la Maestà dell'Imperadore di pregiudicarle.

6 Il dispensarse dalI'vbidienza d'vn de

creto Cefareo, ar

guiffe manifeftamen

te che fù mendicato per proprio commodo.

• Si riproua questa falfità con la scrittura del Signor Duca di Mantoua, qual dice in termini generali, che i parenti non confentiuano, & col Testimonio di alcuni Caualieri particolari che così hanno inteso.

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6 Penso di difpen

farfene con faputa
del Sig. Prencipe di

Caftiglione Comif

sario Cefareo.

• Questo non già.

a La vera fodisfa- E però ragioneuo

tione de Popoli è il le, che in buon gouerno,

e E falso che sia stata conditionata la promessa, e però con chinde l'argom.

interessi di Stato no
nieghino la sodisfat-
tione defiderata à gli

fudditi.

e Non conchiude l'-
argométo perche an-

nostro Sign. come giustissimo non potea in pregiudicio dell'Infan

a

te, & noftro, & non sentite le notre ragioni dare detto ordine, & però già avanti, che il Sig. Card. Duca di Mantoua dasse questa parola al Prencipe di lasciarla andare à Modona hauea detto hauer

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,

b

il

questo medesimo ordine
che ben mostraua, che era venuto
folo ad instanza sua, & per fer-
uirsene come più gli farebbe tor-
nato à conto;
Diceua poi, che
la Signora Duchefsa di Ferra-
ra, & il Signor Don Vincenzo
in neßun conto voleuano, che que-
Sto foße, che la Città di Man-
toua si sarebbe solleuata ; alche fi
risponde, che i Prencipi aßoluti fi
fanno far bidire d quando vo-
gliono; Et per l'ultimo soggionge-
ua, che non bauendo voluto all'ho -
ra accettar questo carico il Sig. Du-
ca di Modona,che il Sig. Card.Du-
ca di Mantoua non era più obli-
gato à questo, come se per buona
legge di Cauaglieria, & di Giu-

che la promessa di ftitia va Prencipe non foffe così

vn Caualiere, &

tenuto

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