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dale capace di ricoverare venti ammalati, la sua rendita di annue lire 1145.

A Diano-Castello una congregazione di carità colla rendita di lire 3240 soccorre i poveri del comune, e distribuisce doti a zitelle povere di civil condizione.

Il villaggio di Diano-Marina ha un ospedale che contiene quattro letti: l'annua sua rendita è di lire 1000.

Un ospedale degli infermi esiste in Pieve: esso contiene sedici letti, ed ha una rendita di lire 1300.

In Pornassio una congregazione di carità distribuisce annualmente ai poveri lire 1600.

In Porto-Maurizio evvi un ospedale di antica fondazione, capace di ricoverare diciotto infermi: esso è diretto da un solo col titolo di protettore, il quale rende i conti al civico consiglio.

Nel comune di Torrazza evvi una scuola pia colla rendita di lire 800.

In varii altri comuni della provincia esistono opere pie, e congregazioni di carità, ma di poco rilievo: sono esse in numero di ventisette; la loro rendita cumulata è di lire 4090, la quale si distribuisce in soccorsi agli indigenti di ciascun luogo.

Delle opere che si trovano nel capoluogo di provincia parleremo qui appresso.

Prigioni. Esistono prigioni in Oneglia, in Porto-Maurizio, in Pieve, in Diano-Castello. Di quella di Oneglia si farà cenno nel seguente capo. Le prigioni di Porto-Maurizio sono amplissime, perchè situate nel soppresso convento dell'Annun. ziata, che trovasi fuori del paese in eccellente posizione: è capace di quaranta ditenuti, ma non ve ne sono per l'ordinario che cinque o sei. Quelle di Pieve sono alquanto ristrette e poste nel centro dell'abitato: non contengono per lo più che quattro o cinque prigionieri, quantunque possano contenerne da dieci a dodici. Le prigioni di Diano-Castello sono bene aerate: possono ricevere da dodici a quindici ditenuti, má ordinariamente non ve ne sono che quattro o cinque.

Pesi e misure. In questa provincia, per la sottigliezza dei commercianti, regna una gran confusione relativamente ai

pesi ed alle misure: nello stesso villaggio, o borgo si negozia a pesi e misure diverse, ed a monete parimente diverse vengono stabiliti i prezzi delle derrate e delle merci, onde l'idiota e il dabben uomo sono per lo più danneggiati nelle contrattazioni: la causa principale di siffatto inconveniente si attribuisce in parte alla diversità delle leggi dei varii governi a cui andò per lo addietro soggetta questa provincia, e in parte dall'essere la medesima composta di comuni dell'antico principato d'Oneglia, e per due terzi del ducato di Genova nel capoluogo, in Porto-Maurizio, in Diano ed in tutti i paesi al littorale, ove havvi continuo movimento.commerciale, si sente a parlare di moneta vecchia di Piemonte, di lira nuova di Piemonte, di moneta fuori banco genovese, di lira e monetą abusiva, che non si sa come abbia avuto origine, perchè è composta di soli sedici soldi della lira di Genova fuori banco, ed in fine è pure in corso la parpajola che sussisteva realmente in Genova, e nel ducato avanti che fossero introdotte le parpajole nuove, dieci delle quali formano la lira fuori banco; laddove delle parpajole vecchie, che sebbene abolite sono tuttavia in corso, se ne richiedono quindici per fare la lira fuori banco, corrispondente coll'aumento del quinto alla lira nuova piemontese.

ONEGLIA (Unelia), città capoluogo di provincia e di mandamento: sorge in riva al mare, nel mezzo di una pianura ferácissima, presso la foce del fiume-torrente Impero, al grado 5° 36' di longitudine, ed al 43° 57' di latitudine. Trovasi a libeccio da Genova; a greco da Nizza; a scirocco da Torino, da cui è distante settantanove miglia, e tre quarti. Vi sono un comando militare, un tribunale di prefettura, un uffizio d'intendenza con tutti gli uffizii subalterni economici e finanzieri, un uffizio d'insinuazione e di conservazione delle ipoteche, un vice-uditorato di guerra, un viceconservatore delle R. gabelle, un conservatore delle R. caccie, un R. consolato di mare, i consoli, o vice-consoli di tutte le straniere potenze amiche, una vice-direzione della posta delle lettere, una giudicatura mandamentale.

Oneglia come capo di mandamento ha soggetti i comuni di Bestagno, Borgo-Sant'Agata, Castelvecchio, Chiusanico, Chiusa Vecchia, Costa, Gazzelli, Olivastri, Pontedassio, Sa rela, Villaguardia e Villaviani.

Il suo territorio confina, a ponente con Porto-Maurizio, a levante con Diano, a tramontana cogli antichi stati della repubblica di Genova, a mezzodì col mare ligustico. La città è distante ventiquattro miglia da Cuneo, ventitre da Nizza, e quaranta dalla capitale della Liguria.

Strade. Delle sue strade carrozzabili, una da ponente conduce a Nizza; un'altra da levante accenna a Genova: la nuova strada del Piemonte che viene sino a Ceva ed a Mondovì, è già praticabile coi carri.

Torrenti. Vi scorre il torrente Impero, che nasce nei contrafforti degli appennini tra le sorgenti dell'Arozia e dell'Argentina, in prossimità di Conio; s'ingrossa per via dei rivi che discendono dai distretti di S. Bartolommeo e di Caravonica: bagna le terre del marchesato del Maro, la superiore e la inferior valle di Oneglia, e non lunge da questa città, verso ponente, si getta nel mare. Il suo corso è di dodici miglia nella direzione da tramontana a mezzodì. Esso è anche appellato Imperiale, Oneglio, e da taluni Vernelio, perchè solamente nel verno divien gonfio ed impetuoso; ma la sua gonfiezza ed il suo impeto in tale stagione durano assai poco; ed è perciò che sino a questi ultimi tempi non era valicato da verun solido ponte, per cui si tragittasse agevolmente anche in occasione di piene nella vicina città di Porto-Maurizio, sebbene parecchi onegliesi posseggano tenimenti di qualche rilievo nei dintorni di quella città. Nell'Impero si trovano eccellenti anguille.

Altre volte appena cessato l'impeto di questo torrente, se ne faceva il tragitto col mezzo di un navicello, di cui un barcajuolo di Oneglia aveva la privativa coll'obbligo di prestare gratuitamente il suo servigio agli abitanti di questa città. Ma nell'estate l'Impero si può passare a guado, perchè in tale stagione si trova pressochè sempre asciutto, e non rimane che in certi siti una piccola quantità d'acqua stagnante, che non rende l'aria insalubre, e serve molto bene a lavare i pannilini.

Il novello ponte stabilitovi sull'Impero compie una delle più disastrose lacune che presentava la bella strada del littorale tra Genova e Nizza, corregge uno dei passi più pericolosi ; chè colle arginature che l'accompagnano, e si esten

dono su entrambe le sponde del torrente per la lunghezza di un miglio circa di Piemonte con via carreggiabile sovra esse da una parte, e dall'altra ad uso solo di passeggiata, mentre si è procurato un comodo agli abitanti, si è difeso il territorio dalle devastazioni prodotte dall'impeto delle acque, e si restituì all'agricoltura un'immensa landa di nuda ghiaja; onde il tristo aspetto che già offeriva quella vallata, cangiossi in graziosa vista di doviziosi giardini, di cui compie il pit toresco e grandioso quadro l'anzidetto ponte, che è della lunghezza di metri 106. 20 vagamente sospeso sopra due stupendi archi d'ordine dorico rivestiti di bel marmo carrarese, che ne rendono maestoso l'accesso, e fanno grandiosa prospettiva alla principale retta contrada della città.

Nel lato occidentale di Oneglia evvi un torrentello che divide la città dal borgo de' Peri, ed è chiamato di s. Lucia, perchè sgorga in prossimità di un rurale tempietto dedicato a quella Santa.

Prima che il piano detto del Moro fosse dal demanio francese, come proprietà spettante al convento degli agostiniani, venduto a vil prezzo, e venissero distrutte le muraglie di così bella proprietà, vi sgorgavano grosse vene d'acqua limpida e cristallina, la quale ben sovente in gran copia attingevasi per fornirne gli inglesi vascelli; ma tale vantaggio da gran pezza cessò.

Rialti e Colli. Vi sorge un colle ov'è la torre dei Giuxi, ed evvi un piccolo promontorio detto di s. Martino, ov'era anticamente un'abbazia ; ma fu esso di recente tagliato dagli onegliesi per ampliare ed eguagliare la strada nell'ingresso della città da quella parte. Pel colle dei Giuxi o Giusi, alcuni pensano che scorresse l'antica via Aurelia; sul che osserveremo di passaggio che nel luogo di Chiappe, in distanza d'un miglio e mezzo dal mare, si rinvenne una colonna milliare, colla seguente iscrizione: CAESAR. AVGVSTVS. IMP. POT. E.S. DLIII, che ora esiste sul piazzale della rovinante chiesa

di s. Giacomo.

Si pretende che il monte Bardellino, alle cui falde passa l'Impero, appartenesse altre volte al territorio di Oneglia, e che questo si estendesse sino al fossato che chiamasi Baite. Non vuolsi tacere che sopra la salita di Oneglia esiste una

villata, di cui l'agro è composto di marna, e in parte di arenaria, contenente gusci di ostriche, alcuni dei quali sono di una grossezza straordinaria.

Nel piccolo promontorio, ov'esiste la torre, e che si rannoda a quello di s. Martino, accaddero alcune fazioni militari nelle guerre del secolo xvi, e in quelle che afflissero la nostra contrada sul finire del secolo xvii. Sul colle di s. Martino si piantò una batteria dai repubblicani di Francia per battere Oneglia.

Sotto il Capo Verde, detto anche d'Oneglia, e sotto il Capo Berta nel 1804 esistevano piccole batterie e corpi di guardia. Carlo Rocca ch'eravi ispettore di sanità in quell'anno, in cui si temeva della febbre gialla, fece formare una strada al dissotto del Capo Berta, e vi pose a certe distanze baracconi e corpi di guardia, da cui si potessero agevolmente scuoprire i bastimenti ed i battelli, che durante la notte avessero voluto sbarcare di soppiatto sotto i concavi scogli del mare. Lo stesso Carlo Rocca, che fu poi senatore in Genova, venne in ciò bene assecondato dal capitano Marsucco, il quale faceva le sue ronde notturne, per sopravvigilare ai corpi di guardia, in quel tempo di spavento e di rigorosa polizia; ed allo stesso scopo il presidente della municipalità, che era Vincenzo Riccardi, inventò segnali notturni, mercè dei quali gli anzidetti corpi di guardia potessero corrispondere a vicenda, ove scoperto avessero qualche tentativo.

Porto. Oneglia giacendo sul lido del Mediterraneo, e la sua spiaggia non essendo molto sicura, nè guarentita dai venti, aveva nei tempi andati una specie di porto, il quale si crede che fosse rotto, e riempito nella guerra del 1625. Si tentò di rifarlo nel 1780; e già un progetto a tal uopo era stato formato dal conte di Robillant. Il sig. Marsucco, membro della corte imperiale in Savona, rifece quel progetto secondo Le nuove cognizioni, e conforme ai bisogni de' tempi, e lo presentò al prefetto del dipartimento di Montenotte, il quale per le trascorse vicende non potè farlo mandare ad eseguimento; ma non lo perdettero di vista gli onegliesi ; onde il loro concittadino avvocato Ludovico Maresca lasciò tutto il suo patrimonio perchè si gettassero due moli, a compiere i quali si fecero anche largizioni dall'ammiragliato: il gene

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