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Troppa, e coltivata dai fratelli Maffiola: il prodotto annuo di questa miniera si limitava negli ultimi tempi a 150 oncie d'oro incirca, ed ora n'è sospesa la coltivazione.

Ferro solforato aurifero nel quarzo, misto a galena, e contenente alcune pagliuole d'oro nativo. Della miniera suddetta, che ha pure dell'oro nativo nel quarzo carioso.

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Oro nativo sparso nel quarzo, in cui v'è qualche piccolo nocciolo di galena. Questa è la prima cava, che s'incontra in valle Troppa: la galleria si apre nella direzione del filone, che è da libeccio a greco, ed a norma di esso piegasi, in progresso, di gradi 10 circa verso ostro. Il lavoro è antichissimo esso consisteva in una grande galleria molto inclinata al di fuori, con cammini e pozzi, ma gli antichi non si addentrarono più di metri 33 circa : gli attuali coltivatori divisero l'antica galleria in due grandi e comode; essi s'innoltrarono a 150 metri circa superiormente, e a 50 metri inferiormente, riducendo così il suolo, come il tetto dell'antica, all'inclinazione conveniente: il sito è comodo ed abbondante d'acqua, ed in vicinanza dell'abitato della Pieve. È da osservarsi che tutte le strade discorrenti nel territorio di Ornavasso sono fiancheggiate da roggie, di cui le acque provengono dall'anzidetta montagna.

La chiesa parrocchiale ha per titolari s. Nicolò e s. Antonio abate: di marmo bianco ne è l'intiera facciata: lo stesso marmo non fu risparmiato nell'interna costruttura di essa: elegante ed elevata ne è la torre delle campane anche formata di bianco marmo.

Vi esistono inoltre due santuarii: uno è sotto il titolo della B. V. Immacolata, e chiamasi comunemente della Guardia: è ammirevole per la particolare sua forma e per la sua vastità, ma rincresce che l'esterno non siane ancora terminato l'altro santuario è sotto il titolo della natività di N. D., e appellasi volgarmente del Bodon. Sono entrambi frequentati da molti fedeli.

Vi esisteva non è gran tempo un gran palazzo di proprietà del duca Visconti-Mondroni di Milano, che lo fece atterrare con sorpresa e rincrescimento degli abitanti. Si crede per altro che egli abbia risoluto di farne ricostrurre un altro nel medesimo sito.

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Nel mattino di ogni sabato partono di qua due vetture per Domodossola, e ritornano nella sera dello stesso giorno. Si adoprano i pesi e le misure di Milano: è in corso la moneta milanese.

Con regie patenti interinate dalla regia Camera in data del 9 settembre 1796 il comune di Ornavasso otteneva la facoltà di tenere un mercato nel lunedì di ogni settimana. Pare che adesso vogliasi profittare di tale facoltà.

Popolazione 1660.

OROPA, Santuario. Vedi Biella.

OROSEI, OROSÈ, e in altri tempi Urisè (Urisa), terra celebre della Sardegna per la sua importanza nel secolo XIII e xiv, in sulla fine del governo de' Giudici di Gallura, nel regno dei quali era compresa.

Ora è contenuta nel mandamento di Dorgali sotto la prefettura di Nuoro.

La sua situazione geografica è nella latitudine 40° 22', e nella longitudine orientale dal meridiano di Cagliari 0° 55'. Siede sulla sponda destra del fiume, che nella geografia antica ebbe il nome di Cedrino, in poca distanza dalla palude che il medesimo forma spargendosi lungo il littorale per circa due miglia, e resta coperta a ponente dalla gran mole del monte di Galtelli, al cui piede sono fondate le casc; a tramontana dalle eminenze che si levano sopra alcuni altipiani: scoperta all'austro-sirocco e al levante, i quali nell'estate si levano periodicamente dalle nove antimeridiane alle cinque, temperano il gran calore.

Dannoso sopra ogni altro è il maestrale che incanalato dal monte di Galtelli e dal prossimo terrazzo detto Gollei, precipita impetuosissimo sopra il paese e i prossimi poderi sterpando talvolta anche i grossi alberi.

Il piano, su cui è posto il paese, è alquanto inclinato a a levante, surmontato a ponente dalla collina che dicono di Gollei, dove è la chiesa di s. Gavino. Da questa eminenza si domina tutto Orosei e gli amenissimi giardini che lo circondano.

I contorni del paese sono sparsi di frequentissime vestigie di antiche abitazioni, le quali fanno intendere quanta sia stata in altri tempi la grandezza di questo luogo.

Il calore estivo, che soventi è mitigato dai siroccali suddetti nelle ore diurne, si fa sentire assai forte nella notte, quando per lo più l'aria è queta, perchè la montagna di Galtelli copre il paese dal reflusso terrestre.

La prossimità del fiume e della palude sunnotata è causa che vi si patisca una forte umidità; e l'igrometro segna il massimo quando dominano i venti del tirreno, e vi accumulano un'immensa quantità di vapori. La nebbia è pur frequente e crassa, e talvolta così maligna che molto ne patiscono i vegetabili, massime l'erba del frumento, quando la spiga è in fiore o granisce.

L'inverno è mitissimo ed è meteora rara la neve, come lo è parimente la grandine e la fulminazione, dalla quale non è a memoria di alcuno che siasi avuto darno.

Le pioggie sono copiose nell'autunno e inverno, scarse nella primavera e soventi devon esser supplicate.

La qualità dell'aria si può intender facilmente dalle circostanze notate; essa è tenuta dal giugno al novembre siccome insalubre, e però gli stranieri vanno via. Questo difetto sarebbe di molto diminuito se si aprisse al fiume una larga foce a versarsi nel mare ma come sopperire al dispendio? Per cotesto grande incomodo forse era meglio a prire il porto nel prossimo seno del littorale di Dorgali.

Territorio. Orosei ha un'area forse non minore di cinquanta miglia quadrate, la quale sebbene in gran parte montuosa potrebbe facilmente anche in questa essere coltivata. La sua maggior misura è lungo la spiaggia, per la quale estendesi il territorio poco più di dodici miglia.

L'eminenza principale è la montagna sunnotata, che si denomina di Galtelli, perchè compresa per più della metà ne' limiti di Galtelli. Componesi di roccie calcaree e somministra gran materia a molte fornaci..

È notevole la caverna che trovasi aperta a due miglia dal paese, presso al libeccio, a piede della detta grande eminenza. Vedonsi nella medesima de' pozzi profondi, e vuolsi che le escavazioni sieno state operate dai pisani sulle traccie di qualche minerale.

Le fonti sono poche e scarse e il popolo dee bere dal fiume o dai pozzi, i benestanti dalle cisterne.

Del fiume Cedrino abbiamo altrove indicate le origini e i rami principali. Nella stagione piovosa, massime d'inverno, ricevendo grandi incrementi ridenda e spargesi largamente per la campagna, coprendo i campi seminati e impinguendo. le terre col sedimento delle sue acque. Così giova senza dubbio, ma accade che molti si dolgano, se le inondazioni persistano o spesso si ripetano.

Il selvaggiume è copioso nelle due speeie de' cervi e cinghiali, Non mancano le volpi, le lepri e i conigli. Gli uccelli sono nelle varie specie che si soglion notare, numerosi quelli che si ricercano da'cacciatori, e quei gentili che amano i luoghi ameni e li fan più graditi con la loro soave armonia.

Nelle acque del fiume e nelle stagnanti nuotano grossi stormi di folaghe di anitre e di altre specie palustri, non meno di dodici.

In esse sono trote e anguille gratissime a'gastronomi, e in vicinanza al mare si trovano altre specie, muggini, orate ec.

Il mare prossimo abbonda di un grandissimo numero di specie, principalmente pagelli, lupi, triglie che si prendono in molta copia da' pescatori.

Popolazione. Componesi di anime 1905, distinte in maggiori d'anni 20 maschi 510, femmine 525, e minori maschi 450, femmine 420, comprese in famiglie 465.

Si notano negli anni nascite 65, morti 45 e matrimoni 12. Le malattie più comuni nel paese sono la pleuritidi, le febbri perniciose e intermittenti, e l'epilessia. La prima potrebbe da molti evitarsi tenendo le debite precauzioni contro le vicissitudini termometriche ; ma pochi vi badano e molti però succumbono; non così quelli che servano ancora le antiche vesti, le pelli che nella estate difendono dal calore esterno e non lasciano nell'inverno penetrare l'aria fredda, che viene inopinatamente nella corrente d'un vento boreale. La mortalità suol esser maggior nella stagion calda e nell'autunnale, e le vittime più numerose si hanno nella prima età per incuria delle madri che lasciano esposti i teneri corpicciuoli al sole ardente sopra un suolo bruciante, e permettono ai medesimi che si empiano di frutta spesso non mature e calde de'raggi.

Attendono alla salute pubblica un medico, due chirurghi e alcuni flebotomi, e sono aperte nel paese due farmacie per i malati del luogo e delle prossime ville. Lo stabilimento della vaccinazione avendo salvato i fanciulli dalle mortali influenze che soventi si ripetevano, vedrassi quindi in poi maggiore l'incremento della popolazione; e se pongasi regolamento per conservare i fanciulli dalle febbri e dalle indigestioni, e si insegni al paesano un ragionevole metodo d'igiene, Orosei potrà presto ritornare a quella grandezza, in cui era nel secolo XIV.

Gli oroseini veštono alla maniera degli altri del dipartimento, e solo le donne di famiglie principali o agiate per il panno del paese usano seta di vari colori nella gonnella, Il dialetto è similissimo a quello de'bittesi, ma la pronuncia n'è più spedita.

Sono gli uomini di Orosei vivaci animosi e facili ad infiammarsi d'ira e a correre agli estremi. Faticano volentieri, amano il guadagno e si applicano al negozio facendo incetta di derrate per venderle agli esteri.

Le donne sono di altrettanta vivacità, avvenenti, sedut trici, e spesso con grave onta loro e della famiglia sedotte. Il sollazzo della danza pubblica ne'dì festivi si fa alle note del tamburino, o alla melodia delle voci de' cantori.

Ne' funerali fanno l'attito non prefiche prezzolate, ma quelle donne del parentado che hanno ingegno poetico, cantando le lodi del defunto.

La sunnotata popolazione maschile si distribuisce nella seguente maniera in agricoltori 500, pastori 40, pescatori 25, negozianti all'ingrosso e al minuto 50, uomini d'arte e di mestiere 60. Quindi sono a indicare preti 5, ufficiali civili 12, sanitari 5, notai 2 ec.

Nel numero indicato delle famiglie 12 sono distinte per nobiltà, 455 sono possidenti.

L'istituzione della scuola primaria qui pure ha giovato poco, come in altre parti: essa non è frequentata che da 20 fanciulli.

Un solo stabilimento di carità si può indicare, uno spedale dove si ricevono i poveri ed esposti di tutta la diocesi, eretto con la prossima chiesa di s. Antonio abate, e dotato, 54 Dizion. Geogr. ecc. Vol. XIII.

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