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perchè è mancata ogni tradizione e il suolo è parte di una annosa selva di lecci; l'altra era presso la sunnotata distrutta chiesa di s. Giulia, e non si sa con qual nome appellata ; una terza nel piano di Nunnale, forse così nominata, dove restano ancora certissimi indizi nelle fondamenta, nelle pietre riquadrate e ne' rottami di vario genere. La chiesetta dell'apostolo s. Andrea apparteneva a quella comunità, e vuolsi sia stato uno de' primi luoghi, che, quando in queste regioni fu introdotta la credenza cristiana, si consacrarono al culto, dove a un conoscitore delle antichità appariscono veramente alcune indicazioni di tempi romani, e mostrasi siffatta forma, che accenna alla semplicità de' primi fedeli, che adoravano in spirito, e facevano forse nascostamente i riti.

ORZENASCO, paese ora distrutto, di cui la chiesa, e le decime in sul finire dell'ottavo secclo venivano assegnate in dote ai canonici di s. Salvatore di Torino, unitamente a quelle di varii altri luoghi che gli sorgevano a poca distanza nel primitivo Monferrato, e sono rammentati in varii diplomi posteriori a quel tempo.

È detto Orcinascum nell'atto di fondazione di s. Silano di Romagnano del 1040, e villa Orsenascha nel diploma di Federico I del 1163 a favore dei Romagnani.

Il sito in cui Orzenasco sorgeva ci viene indicato da una carta del 6 giugno 1328, per cui Tommasino Romagnano vendette ad Ardizzone di Casalgrasso, altresì del suo casato, alcune porzioni dei villaggi di Celle, Revigliasco, ecc. cum districtų, et omni honore villae olim Orzenaschi tra i confini di Moncalieri, e di Revigliasco.

OSASCO (Osascum), com. nel mand. di Bricherasio, prov. e dioc. di Pinerolo. Dipende dal senato di Piem., intend. prefett. ipot. di Pinerolo, insin. di s. Secondo, posta di Bricherasio.

Sta sulla riva destra del Chisone, ad ostro da Pinerolo: ne compongono il comune Osasco capoluogo, e sette borgate, le quali sono Artaud, o Mantinetta, Batentori, Busconrondo, Campi, Colombetto, e quelle dei Conti, e di Provanetto.

Nel centro del capoluogo passa la strada provinciale che da Pinerolo mette a Saluzzo.

Osasco è lontano un miglio e mezzo da Pinerolo, due miglia da Bricherasio, dieci da Saluzzo, e quindici dalla capitale.

Ne irrigano il territorio le acque del Chisone, le quali vi servono pure a dar moto a molini, ad un martinetto, e ad un battitore di rusca; i quali edifizii appartengono al conte Cacherano di Osasco.

I prodotti in vegetabili sono il fromento, il barbariato, il gran turco, la segale, i legumi, le patate, le uve, le noci, la canapa, la foglia di gelsi, ed il fieno. Dal mantenimento delle bestie bovine, e de' majali ritraggono gli abitanti un tenue profitto.

Evvi una filatura di trentotto fornelletti con macchina a vapore; in essa vengono occupate cento persone durante quattro mesi dell'anno. In una ferriera s'impiegano tre lavoratori nel giorno, ed altrettanti nella notte per dieci mesi in ciascun anno. Vi sono tre tessitori da tela, e due persone vengono di continuo occupate per ciascun telajo: il traffico delle tele si fa coi circonvicini paesi: il commercio delle locali derrate si mantiene colle città di Pinerolo, e di Torino.

La nuova chiesa di Osasco dedicata alla Natività di Maria Vergine, fu costrutta sul disegno dell'architetto Ceroni: se ne pose la pietra fondamentale addì 27 d'aprile 1817. La principale festa che si celebra in questo comune, è quella del Nome SS. di Maria; alla quale accorrono circa quattrocento personc dei circostanti paesi, ed anche dal capoluogo di provincia.

L'antico castello erane altre volte molto bene munito, come diremo appresso.

Vi esistono una congregazione di carità, ed una scuola comunale, in cui s'insegna fino alla quarta classe.

Gli abitanti, che sommano a mille circa, sono in generale assai robusti, ed applicati all'agricoltura.

Cenni storici. Il nome di questo villaggio è celtico, e comune ad altri paesi: evvi un Ossasch nella valle del Ticino. Nei tempi andati il nostro Osasco era luogo di maggiore importanza, che non è di presente: aveva buone fortificazioni: lo cingevano valide mura, ed un doppio fossato:

'era munito di ponti levatoi; e vi sorgevano elevate torri, di cui si vedono ancora le vestigie.

Nel 1396 essendosi rinnovate le antiche differenze tra i marchesi di Monferrato, e la casa di Savoja, mentre Facino Cane scorreva pel marchese Teodoro il contado di Chieri, esso Teodoro, in compagnia di Guglielmo suo fratello, accostandosi con tre mila fanti a Pinerolo, tolse ad Amedeo principe d'Acaja i luoghi d'Envie e di Osasco: unitosi quindi a Tommaso principe saluzzese, e ad Ugone di lui fratello, assalì Scarnafigi, ed altre terre di Amedeo, il quale per altro avendo ricuperato il castello e la terra di Osasco, ne diede l'investitura con titolo comitale a Bruno, o Brunone Cacherano, che fu lo stipite dei conti di Osasco.

Un Giovanni di questa prosapia vendette il feudo di Osasco al conte di Frossasco, e questi a Ludovico Solaro signor di Macello; ma Giovanni Francesco, ed Ottaviono fratelli di quel Giovanni, dopo la di lui morte, lo ricuperarono di bel nuovo.

Quantunque siasi da noi già parlato dei Cacherani negli articoli Bricherasio ed Envie, ciò nondimeno crediamo esser pregio dell'opera il dare ancora i seguenti ragguagli intorno a questa nobilissima stirpe. Dei Caquerani si ha notizia nelle carte Astesi del 938: essi presero il nome da Caquerano, villaggio ora distrutto, ove possedevano terre, ed avevano giurisdizione con titolo di nobili magnati. Nel 1162 tra i consiglieri nobili della città d'Asti si trovano dei Caquerani; e alcuni di loro ne furono consoli. Raimondo. Cacherano, generale delle armi Venete, ebbe due figliuoli, cioè Corrado, e Raimondo, i quali si divisero l'eredità paterna nel 1237: Raimondo fu giudice della città d'Asti, ed in tal qualità intervenne nel 1292 all'atto di transazione tra gli astigiani, ed i marchesi d'Incisa, che si rendettero loro vassalli.

L'anzidetto Bruno o Brunone, che fu lo stipite dei conti di Osasco, era figliuolo di un Francesco de' Cacherani: era valente capitano di Francia nel principio del secolo xv sotto il regno di Carlo VII, del quale difese il legittimo diritto al trono contro le pretensioni di Arrigo V re d'Inghilterra. Diffatto il prode Bruno Cacherano, vinta una battaglia, addì

11 giugno 1430, in Anthon del Delfinato, nella quale trovavasi egli alla testa dell'ala destra dell'esercito regio contro le grosse schiere del duca Ludovico d'Orleans, venne dal Re in ricompensa creato suo ciambellano, e consigliere, ed anche fatto signore del castello, e della terra di s. Giorgio di Speranza nel Delfinato, ricevendone in dono le artiglierie, le armi e le munizioni da guerra.

Ottaviano Cacherano Malabaila d'Osasco, marchese della Rocca d'Arazzo, presidente del senato di Piemonte nel 1566, consigliere di stato, venne promosso alla carica di gran cancelliere nel 1575: il duca Emanuele Filiberto avevalo compagno nel suo viaggio a Parigi, ove il 27 giugno 1559 dava la mano di sposo a Margarita di Valois figliuola del re Fran. cesco I, duchessa di Berrì.

Gioan Francesco, governatore di Ceva e poi di Cuneo: fu comandante dell'esercito savoino, consigliere intimo del Duca, primo presidente del senato di Piemonte, ambasciadore alla corte di Roma: fu uno dei tre ambasciatori di quel Duca per trattare a Castello Cambresis quella pace, che gli restituì i proprii stati.

Carlo era primo presidente della Camera de' conti nel 1580; ed il suo figliuolo Gerolamo Clemente nel 1613 era capitano di corazze e poi delle guardie del corpo; il di lui figlio Amedeo nel 1680 avea il grado di maggior generale nell'esercito ducale: Giuseppe Clemente fu colonnello del reggimento di Pinerolo.

Carlo Emanuele conte d'Osasco, marchese della Roccal d'Arazzo, signore di Buri, venne mandato ambasciatore al re di Prussia nel 1701; fu maresciallo di campo, poi generale di artiglieria, luogotenente generale, governatore di Alessandria, commendatore di s. Cristoforo, quindi gran mastro della casa di Madama Reale, e finalmente governatore della cittadella di Torino, e cavaliere dell'Ordine Supremo nel 1715.

Giuseppe Ottavio, marchese della Rocca d'Arazzo, di Lanzo ec., fu inviato a Vienna nel 1748: venne fatto gran maresciallo degli eserciti del Re, e cavaliere dell'Ordine Supremo nel 1750.

Il cavaliere Policarpo era ispettore generale della caval leria nel 1774: Francesco Maria veniva fatto generale di cavalleria nel 1789.

Il conte Carlo Gioan Battista Cacherano Malabaila di 0sasco dettò parecchie opere, le quali dimostrano com'egli fosse elegante poeta, prudente storico e buon matematico; morì nel 1769.

Illustrano di presente quest'inclito casato:

Carlo Emanuele Vincenzo, conte d'Osasco, presidente del magistrato della riforma sopra gli studi, cavaliere de' santi Maurizio e Lazzaro, decurione di questa città, gentiluomo di camera del Re nostro signore.

Il cavaliere Teobaldo, grande di corona, cavaliere dell'Ordine Supremo, cavaliere d'onore di Sua Maestà la Regina, decorato di grandi ordini di sovrani d'Europa.

Per riguardo all'antica prosapia dei Cacherani, termineremo col dire, che essa vanta molti cavalieri gerosolimitani; cioè Giacomo nel 1450, Nicolò nel 1561, Giorgio nel 1564, Orazio nel 1560, Daniele priore di bacchetta nel 1610, Vittorio Amedeo nel 1667, Giuseppe nel 1672, Angelo Felice. d'Osasco nel 1682; questi si meritò la carica di gran priore di Lombardia, e fu sovraintendente generale delle fortificazioni di Malta; nel 1735 venne creato grande ammiraglio della lingua d'Italia, e nel 1737 succedette nel gran priorato di Lombardia a Fra Roberto Solaro di Govone.

Carlo Gerolamo Simone fu fatto cavaliere gerosolimitano nel 1703, ed era uno degli ambasciadori deputati dalla religione di Malta al re Vittorio Amedeo, che lo volle trattenere ne' suoi stati conferendogli il grado di colonnello, e di direttore generale dei vascelli, e fu poi creato governatore di Villafranca di Nizza, ove morì il 12 giugno 1736, e vi venne sepolto nella chiesa dei cappuccini, in cui vedesi ancora l'iscrizione fattavi porre dal suo fratello Angelo Felice.

Il cavaliere Luigi Cacherano d'Osasco, cavaliere di Malta, e commendatore di s. Leonardo di Chieri, fu colonnello di fanteria: il suo fratello Policarpo fu eziandio cavaliere di Malta.

Relativamente alla terra di Osasco abbiamo sott'occhio una memoria, la quale narra un fatto, cui in brevi termini riferiremo, perchè esso ci sembra tanto singolare, che forse il simile non accadde mai altrove. Nell'anno 1705 questo luogo, che trovavasi ancora fortificato, non avea di presidio che una compagnia del reggimento di Monferrato sotto gli

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