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nardo Ladrera: da ultimo il villaggio di Xicoxi, di cui era padrone Francesco di s. Clemente, coi loro redditi e diritti, i quali villaggi erano dentro il distretto della curatoria del Campidano di Cagliari, prossimi agli altri villaggi che il concessionario possedeva, concedendogli nel caso di questa compra il mero imperio e la giurisdizione alta e bassa, in feudo retto e proprio secondo il costume d'Italia.

Col quartó finalmente lo stesso Sovrano, sebbene fosse vietato ad ogni feudatario di alienare e vendere alcun castello o villa, che possedesse senza licenza del medesimo, diede il suo assenso a' possessori indicati nel precedente diploma di vendere al suddetto Berengario o suoi successori i villaggi in detto diploma indicati.

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Mori D. Berengario senza figli maschi lasciando superstite una sola figlia chiamata D. Violante, alla quale lo stesso Re con diploma del 27 maggio 1383, dopo fatta special menzione dei distinti servigi prestati alla corona dal padre e figlio Carroz, concedeva di nuovo in favore della medesima in feudo i sovramentovati stati di Chirra nella forma che gli avevano posseduti il padre e l'avolo, con la grazia che se, essa Violante venisse a morire senza figli maschi, dovesse succé derle Ponzio di Senesterra, con cui allora era per maritarsi. Morta D. Violante succedeva il suo figlio D. Berengario Carroz di Senesterra, il quale fece acquisto addì 20 ottobre 1413 de'villaggi di Assemini e s. Vincenzo, addì 14 luglio 1414 de' villaggi di Paduli, Tunguines, Chia e Solio, ed in occasione del matrimonio che contrasse con D. Eleonora Manrique ebbe in dote dal re Ferdinando l'incontrada di Partemontis, Parte Bonorsili e Parte Usellus, le quali gli furono riconcedute dal re D. Alfonso addì 17 dicembre 1430, 12 gennajo 1437 e primo giugno 1439.

Queste notizie si hanno dalle pagine storiche del Vico, non esistendo ne' regi archivi che un diploma di D. Alfonso V in data 7 febbrajo 1421, nel quale confermando il privilegio del 1327, 20 settembre, accorda la facoltà a D. Berengario Carroz e suoi successori di poter disporre in favore di chiunque, tanto maschi che femmine, del contado di Chirra e giudicato dell' Ogliastra, dell'Incontrada di Partemontis, Parte Dizion. Geogr. ecc. Vol. XIII.

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Bonorsili, delle baronie di s. Michele e di Pula, e degli altri feudi da esso posseduti.

Successe a questo D. Berengario il figlio chiamato D. Giacomo, il quale comprò la villa di Maracalagonis con altri villaggi dello stesso distretto da Guglielmo Olorachi per il prezzo di fiorini 5500 come da atto stipulato in Barcellona 30 agosto 1462.

Deceduto D. Giacomo senza figli maschi restarono di lui due figlie D. Violante e D. Toda. La prima succedette nei feudi paterni ed ottenne addì 8 novembre 1504 dal re Ferdinando regie lettere di ampliazione di questi feudi.

Siccome con queste lettere furono, come pare, fatti allodiali del tutto questi stati di Chirra, sarà bene di esporre il loro contenuto.

Rammentando il Sovrano i servigi prestati alla corona dagli antenati della suddetta D. Violante in segno di riconoscenza e in rimunerazione de' medesimi conferma per lei, suoi eredi e successori i privilegi e le esenzioni già accor date alla famiglia Carroz per il contado di Chirra e villaggi di Muravera, Puzzu, Orrea, s. Idu, Perdedu ed altri spopolatí, porti, dogane, saline, stagni, peschiere ed altri dritti terrestri e marittimi appartenenti al detto contado, come pure gli altri privilegi accordati alla famiglia Carroz, per il giudicato d'Ogliastra col castello di Lozzorai e i villaggi di Tortoli, Girasol, Lozzorai, Bari, Tertenia, Baunei, Trièi, Manurri, Talana, Oliena, Villan, Strisaili, Lanusè, Elini, Arzana, Ilbono, Ulassai, Osini, Gairo, Jerzu, Loceri, Perdas de Fogu ed altri villaggi spopolati, porti, dogane, sali

ne ecc.

In secondo luogo confermò i privilegi concessi alla famiglia Carroz per la baronia di s. Michele, cioè per il castello di s. Michele, detto altre volte Buonvicino, e per i villaggi di Selargiu, Sestu, Uta, Assemini, Sinnai, Mara ed altri villaggi spopolati in territori e salti di questi come ancora quelli accordati per il villaggio del Manso, di Calamatias, ne' termini di s. Maria Chiara spopolata vicino a'sovradetti termini del Castello di s. Michele.

In terzo luogo confermò i privilegi concessi per la incontrada di Partemontis, Parte Bonorsili e Parte Usellus con

le città, villaggi e territori, cioè il castello di Orzolini e il castello di Barumela, Gonnostramatza, Gonnoscodina, Simala, Mogoro, Forru, Serzela, Genuri, Pompu, Morgongiori, Uras, Masullas, Arbus e la città di Terralba spopolata, e quella d'Ales mezzo popolata, Cepara, Ollastra, Sinis, Usellus, Scovedu, Banari, Pau, Curcuris, Figu e Gonnosno con molti altri villaggi spopolati e coi territori e salti de'medesimi.

In quarto luogo confermò i privilegi accordati a questa famiglia per l'incontrada di Marmilla e i villaggi di essa, cioè Pauli, Ussara manna, Turri, Genuri, Setzu, Siri, Baressa, Atzeni, Silis, Ussaredda, Sitzamus, Lunamatrona, Villanuovaforru, Baradili ed altri villaggi spopolati ad eccezione del castello di Las Plassas, e de'villaggi di Barumini, Las Plassas e Villanuova Franca appartenenti in quell'epoca a Giannantonio di Besaldun.

Quinto confermò i privilegi annessi alla baronia di Monreale, composta del castello di Monreale, dei villaggi di Sardara, s. Gavino, Pabilloni, Bonorsili, Guspini, Serru, Gonnos, Montangia, Fanadiga ed altri villaggi spopolatí coi territori e salti appartenenti.

Le quali incontrade si possedevano da D. Violante in feudo secondo il costume d'Italia con la giurisdizione civile e criminale, alta e bassa, e il mero e misto imperio.

Ratificando tutti questi privilegi concesse à titolo di donazione tra vivi, pura ed irrevocabile, a essa D. Violante, ai suoi successori ed a chi essa volesse, perpetuamente e per tutti i secoli l'allodazione di tutti questi feudi con facoltà di disporne lei anche separatamente, assolvendo da qualunque dritto feudale, trasferendo in essa e ne'successori il diritto e l'allodiale dominio e qualunque altro diritto, e assolvendo tutte le predette incontrade da ogni feudo e natura di feudo e da ogni servigio feudale, militare od allodiale... perchè potesse essa D. Violante e suoi goderne come di cosa libera, franca ed immune da qualunque soggezione e servitů feudale.

Essendo per morire D. Violante ordinò nell'ultimo testamento in data 18 giugno 1504, che il suo erede universale in tutti i beni feudali, burgensatici ed allodiali presenti e futuri, fosse suo nipote D. Raimondo Centelles, figlio della

sorella di essa testatrice D. Toda, formando di tutti i beni un maggiorato in favore de' figli maschi di esso erede; è morendo lui e tutti i suoi figli maschi nominò erede il secondogenito D. Giacomo. Se altro figlio di D. Toda, questi morisse e i suoi figli, era sostituito il terzogenito D. Serafino, e questi mancando avrebbe a subentrare D. Pietro Sanchez Centelles ed i suoi figli maschi: e se tutti questi venissero a mancare fosse erede universale il secondogenito di D. Michele de Orrea, conte di Aranda, se non si facesse ecclesiastico, pel qual caso era sostituito l'altro figlio dello

stesso conte.

In forza di questo testamento prese possesso dello stato di Chirra D. Guglielmo Carroz primo chiamato.

A D. Guglielmo successe il figlio D. Luigi, ed a costui D. Gioachino Carroz e Centelles, suo cugino e figlio di D. Se rafino Centelles, per esser mancato D. Luigi senza prole maschile con due sole figlie femmine, D. Giovanna e D. Violante. Mancò la linea di D. Giacomo secondogenito, e morì anche D. Serafino.....

Prima però di farsi luogo alla successione si fecero tra detto D. Gioachino e D. Castellana o sia Elisabetta di Mesquita, sua futura sposa, i capitoli matrimoniali in data de'16 settembre 1561, e si convenne che egli farebbe donazione di tutti i suoi beni presenti e futuri a' figli che avrebbe da questo matrimonio, istituendo a tale effetto erede universale un maschio se ne avesse, o se avesse femmine una di esse...

Si riservò su detti beni lire 4000 di Barcellona per il suo beneplacito, e la facoltà d'imporre su' beni donati quei vincoli che vorrebbe a favore de' figli o di altre persone a lui ben viste.

D. Gioachino ebbe una sola figlia D. Alemanda, e a costei, mentre era per sposare D. Cristoforo di Centelles, figlio del fu D. Giacomo, marchese di Nules e di D. Francesca Mercader di Valenza, fece il predetto suo padre, in virtù dei capitoli matrimoniali, donazione di tutti i suoi beni presenti e futuri ecc. coi patti e le condizioni:

1.o Che avendo in avvenire esso donante figli maschi questi succedessero nel feudo di Chirra, contentandosi la donataria di 40,000 ducati barcellonesi per sua legittima paterna e

materna ece.

2.o Che non avendo figli maschi si riservava lire 20,000 barcellonesi per disporne, e l'usufrutto delle cose donate, sua vita natural durante, e quella di sua moglie, il quale, solo dopo la morte di entrambi, si consoliderebbe nella donataria.

3. Che avendo essa D. Alemanda figli maschi potessero questi disporre delle cose donate a loro volontà essendo in età di testare ecc.

Accettò D. Alemanda questa donazione e col consenso de' suoi genitori si costituì in dote le cose donate.

Siccome in quest'epoca caducarono i primi due gradi di sostituzione fatta da donna Violante II in persona di D. Pietro Sanchez e de' suoi figli e del secondo e terzogenito del conte de Aranda, il prenominato D. Gioachino credendo verificata in lui la facoltà accordata dalla testatrice all'ultimo chiamato con la espressione ad onnimoda sua volontà dispose di detto contado come assoluto padrone, e lo sottopose al vincolo d'un nuovo fedecommesso con unirlo perpetuamente al marchesato di Nules in Valenza, talmente che chiunque pro tempore sarebbe stato marchese di Nules lo sarebbe pure di Chirra.

Morto D. Gioachino prese D. Alemanda possesso di questi $tati di Quirra, ed è da credere che sia stata essa condecorata del titolo marchionale, perchè tale qualificò se e il marito nel testam. del 26 luglio 1607, nel quale fece suo erede universale il marito coi patti espressi: 1.o che nascendo a lui da lei sua moglie figli maschi dovesse nominarne uno erede a sua volontà, e parimente se avesse avuto figlie femmine. 2.o Se mancassero i figli dovea essere suo erede universale D. Guglielmo di s. Clemente, suo zio. 3.° Se questi non avesse prole otterrebbero la metà de' suoi beni i figli che suo marito potesse avere da un'altra donna. 4.o Che esso non avendo figli detta metà passasse a D. Laudemio Mercader e indi a quello de' suoi figli maschi, che esso a-> vrebbe eletto, e se egli non facea elezione, succedesse il primogenito. 5. Mancando poi la prole sostituì D. Raimondo de Omus ed i suoi figli. 6.o Nell'altra metà de' suoi beni instituiva lo stesso D. Raimondo, e se questi premorisse dovea succedere il figlio D. Michele ed i maschi da lui. 7.o Se

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