Immagini della pagina
PDF
ePub

portar essi i fastelli per abbruciarlo. E tutto ciò esposero e con facce, e con forme assai alterate, e pendenti nel minaccevole. Ripigliarono i presidenti: che della tardanza era stato in colpa il medesimo patriarca: il quale, se non si fosse assentato da Roma, avrebbe veduto a quell'ora il fin della causa. Conoscer essi il pontefice per zelantissimo della giustizia, amantissimo della republica, e ben affetto verso il Grimano. E che se la santità sua avea detto all'ambasciadore ciò che riferivano gli oratori, sarebbesi da lei osservato, commettendo la causa nel sinodo a chi le piacesse per un Breve, come faceva mestiero: sotto la qual condizione i Legati si offerivano prestissimi all' adempimento. Il colloquio fini senza piena soddisfazione degli oratori: e si convenne, ch'eglino scrivessero il fatto a Vinezia, i Legati a Roma. I Legati il fecero tosto, ponendo avanti il pericolo, se in quelle torbidezze, particolarmente sopra la facultà del proporre, i Veneti avesser mossa quistione intorno al diritto d' appresentare per se stessi il negozio al sinodo. Il papa gravissimamente rammaricossi per quel giusto titolo di

acerbo senso che parevagli aver dato i Legati agli ambasciadori, e alla signoria: della cui opera altrettanto era appagato per addietro, quanto si conoscea bisognoso per innanzi negli affari del concilio. Ed una special ragione di constituir Legato il Navagero era stata per dimostrar con ciò stimazione e confidenza di quella republica, e perchè un tal suo rappresentatore potesse darle maggior pegno, e chiarezza intorno alla rettitudine de' suoi voleri, e delle sue commessioni. Imperò che là dove gli altri re avevano stimoli di procacciar vantaggio alle loro nazioni contrario al ben dell'Italia, i Vineziani poderosi di stato, e copiosi di vescovi sopra ogni altro italiano principe, sostenevano il decoro e 'l pro di essa, il quale consiste principalmente nella maestà, e nell'autorità del pontificato. Riscrisse (1) però egli stesso a' presidenti, dolendosi che avesser così risposto all' ambasciadore, da che due di loro sapevano la sua mente dalla sua lingua. Aver lui promesso alla signoria d'ordinar che la causa si esaminasse da’Legati

(1) Lettera del papa a' Legati il dì primo di luglio 1563.

o col sinodo, o co' teologi da loro eletti. Non essersi fin allora segnato il Breve perche niuno l'aveva sollecitato. Fra tanto valesse in luogo di Breve questa sua lettera affrettata per veloce e special portatore, da cui fosse sopraggiunto il corriere ordinario: esser sua volontà che si compiacesse alla republica interamente, eziandio ch'ella desiderasse parlarsi di quella causa in pieno concilio: ma ove gli oratori veneti se n' appagassero, tornare a meglio che i Legati scegliessero teologi per vederla, e questi d'ogni nazione. In ristretto, facesser sì che la signoria rimanesse contenta, e senza materia di richiamo, quasi le si mancasse o della giustizia, o della parola. Indi a due giorni consegnossi (1) all' ambasciador vineziano un Breve conforme. I Legati con soddisfazione del patriarca deputarono ventitre prelati (2), ponendo cura di non inchiudervi veruno, o che avesse chiesa nel dominio veneto, o che si fosse altre volte mescola

(1) Lettera del cardinal Borromeo a' Legati dei 3 di luglio 1563.

(2) Lettera de' Legati al cardinal Borromeo degli 8, e de' 12 di luglio 1563, Atti del Paleotto.

to in quella causa: tal che forse per questo rispetto, avendovi prima annoverato il general de' predicatori, dipoi l'esclusero (1). I deputati furono tutti gli ambasciadori ecclesiastici, varii vescovi, ed altri padri de' più dotti, Italiani, Fiamminghi, Francesi, Spagnuoli, e Tedeschi. Ma (2) perchè vi si comprendevano alcuni che non eran teologi ma canonisti, il patriarca da poi gli ricusò, e per esso gli oratori veneti ne domandarono il cambiamento, con titolo che la quistione era puramente teologica, e che 'l papa commetteva a'Legati d'adoperare in essa teologi, senza mentovar canonisti. Ond' essi anche in ciò il rendetter contento; permutando i canonisti prima eletti in que' teologi che furo a grado agli ambasciadori, e facendone a' venti di luglio la solenne delegazione per atto di notaio. Finalmente, però che il Grimano, e gli ambasciadori desiderarono che a' ventitre prelati s' aggiugnessero anche i due privati cardinali, vi fu consentito da' presidenti, ben

(1) Questo appare dalla sentenza da allegarsi. (2) Lettere de' Legati al cardinal Borromeo dei 20, de' 29, e de' 31 di luglio 1563.

chè in cuor loro di mala voglia: forse perchè ciò non era a ben riuscito, nè piaciuto al pontefice nel trattato della residenza. Il fine di questa causa speciale sarà contato in sua parte. Fra tanto ritorneremo a' negozii comuni: ma non essendo il comune se non un composto d' uomini particolari, un effetto de' lor voleri, uno strumento a' lor profitti, nulla può bene intendersi, nè ben riferirsi degli affari comuni, senza molto sapere, e molto narrare delle faccende particolari: come alla dottrina del misto è necessario lo studio intorno alla condizione de' principali elementi.

Ripensando i Legati (1) alle cose dette da' vescovi nelle congregazioni, e da tutti fuora di esse, conoscevano, che niente era più necessario e alla riputazione, e alla comune consolazione, e ad una salutifera unione, che lo sverre dagli animi il radicato sospetto ch'essi abborrissero la riformazion della Chiesa, e specialmente della corte. Il qual sospetto s'era in qualche parte nudrito col rammemorato celebre ragiona

(1) Tutto sta negli Atti del Paleotto.

« IndietroContinua »