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guadagnarono l'ambasciador portoghese, cavalier di gran zelo: ma d'un zelo concordevole non battaglioso. Oltre a ciò deliberarono, che ove anche gli oratori fossersi congiunti per tale inchiesta, si dovesse loro fortemente resistere per cagioni gravissime altre volte commemorate di numerar le sentenze per teste e non per nazioni: maggiormente che l'interior coscienza e l'esterior evidenza concorrevano a testificare in favor de' Legati, essersi operato nelle passate riformazioni senza veruna parzialità verso l'Italia: e di fatto nulla di ciò dolevansi i prelati stranieri.

Informato dunque il papa di tutto questo, significò (1) al nunzio in Ispagna, che discretamente insieme con le querele portasse al re le preghiere perchè avesse in grado la presta conclusione, senza però ch'esso nunzio nella forma d'un tal prego obligasse il pontefice ad aspettar la risposta, come quella che non prevedevasi certa, e prevedevasi tarda. Ed allo stesso

(1) Tutto appare da lettere del cardinal Borromeo a' Legati e al Morone de' 4, e de' 7 d'agosto, e dall' altre di sopra allegate.

tempo confortò i Legati a procedere avanti senza rispetto di chi si fosse, ed a negar precisamente che 'l papa volesse applicar nuova opera o immediata o per interposite persone co' protestanti. Se paresse buono all'imperadore il farla, rimettersi egli a sua maestà, ma senza nocumento dell'accelerazione. E intorno allo studio dello spagnuolo per congiugnere gli oratori a quella instanza, significò a' Legati che veggendosi l'altrui macchinazioni, vi opponessero onestamente gli ordigni loro. Nel che altresì egli non rimaneva ozioso, procurando che agli oratori di Vinezia, e a quel di Firenze (mutatosi (1) allora da Giovanni Strozzi in Girolamo Gaddi vescovo di Cortona, il qual non fece nuova orazione per esser successore e non primo) fosse imposto da' lor signori, che resistessero ad ogni tentato pregiudicio contro all'usanza, alla ragione, ed insieme all'Italia. Oltre a ciò scrisse un Breve di affettuoso ringraziamento, che valea di riscaldamento, all'ambasciador portoghese. Ma ricordava a'Legati, che'l princi

(1) Il Diario a' 20, e a' 24 di luglio 1563.

pale aiuto doveva attendersi dal cardinal di Loreno e dal Ferier. Il cardinale aveva risposto all'invito del papa con accettazione, e con promessione d'ogni sua opera, come si narrerà poco stante: e intorno al Ferier erasi cercato di levar le suspizioni al papa dal Gualtieri, scrivendo (1) ch'egli avea praticato gran tempo quell'uomo ed in Francia ed in Trento, stando sempre attentissimo alle sue azioni; e ben ch' in se fosse pure qualche sperienza del mondo, non v' avea scorta giammai un'ombra di dupplicità, e che pochi avea ritrovati così parziali al pontefice. Il che quantunque fosse persuaso al Gualtieri non dalla verità della cosa, ma dall'artificio dell'uomo, e dall'affezione al negozio per se introdotto (2), certo è che 'l Ferier in quel tempo valea d'utile strumento al papa, il quale avea pegno di confidarsene.

Non mancavano per tutto ciò il Ferier, e'l collega di sostener gelosamente i diritti del loro principe. Onde comparvero

(1) Lettera del Gualtieri al cardinal Borromeo verso il dì 16 di luglio 1563.

(2) Cifera del cardinal Borromeo al Morone col segno de' 4 d'agosto 1563.

dopo la sessione a' Legati, con doppia querela. L'una venne ad essi fuor d'ogni espettazione: ciò fu, che si fosse tralasciata la cerimonia di dar l'incenso e la pace, riti per altro si celebri, che ben quel tralasciamento si scorgeva ordinato a fine che non apparisse la maggioranza del lor signore. I Legati pieni di maraviglia risposero, che del tutto erasi prima convenuto col cardinal di Loreno: ma tosto s'avvidero che l'intento de' Francesi era solamente dissimulare l'assenso autentico loro a quell'atto: sì che i Legati, liberi dalla nuova ansietà, ripresero con un mezzo sogghigno, che'l fatto non poteva non esser fatto, e conveniva agli oratori di tollerarlo con pazienza. Il che fecero secondo l'uso introdotto fra i gran personaggi di parlarsi scambievolmente come da' comici personaggi su 'l palco, con mutua notizia della mutua fizione: il che gli assolve dalla menzogna. L'altra querela più vera fu, che non si fosse letto nella sessione il protesto fattosi da essi ambasciadori nella congregazione intorno al luogo fuori dell'ordine dato al conte. Di ciò scolparonsi i Legati con dire, che non

avendo richiesto il conte che si leggesse nella sessione il precedente protesto suo, non erasi giudicato che fosse mestiero legger nè anche il seguente degli oratori francesi: ma per appagarli, convenne prometter loro che amendue sarebbonsi stampati con la sessione. E tutto ciò fu approvato dal papa: col quale similmente i Francesi in Roma non s'eran tenuti di far la medesima (1) scena intorno alla prima querela: ma egli fuor di scena avea liberamente risposto, ch'esso n'era in disparte, e che tra loro si strigassero i nodi da loro orditi.

Per dar fine all'opera, attendevano i Legati sollecitamente a quel ch'era stato il precipuo fine dell'opera, cioè alle riformazioni. Sopra che il pontefice usava la sua autorità non a ritenerli, anzi a stimolarli, avendo fatte scriver loro dal cardinal Borromeo queste (2) parole: Poichè le materie di riforma sono quelle che ai

(1) Lettera del cardinal Borromeo a'Legati dell'ultimo di luglio 1565.

(2) Lettere del cardinal Borromeo a' Legati dei 17 di luglio, e de' Legati al cardinal Borromeo dei 20, e dell'ultimo di luglio 1563.

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