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tura: poichè in amendue i casi di pari nuoce, e richiede che gli si occorra.

Il Furier giovossi d'un altro esempio allo stesso intento: ciò fu, che la Chiesa annulla il matrimonio per l'adulterio precedente di chi ha macchinato contra la vita del defunto consorte: poterlo dunque annullare altresì per l'adulterio imminente, e il quale secondo il consueto assai volte ne segue. E con ciò levarsi l'opposizione del cardinal Osio, non essendo minor la necessità d'ovviare al fatto reo soprastante con torre l'agio di commetterlo, che con prescrivergli pena in caso che si commetta. Fu raccolta quell'adunanza due giorni, e v'intromettevano qualche parola anche i padri: tra'quali Diego Lainez, che, oltre alla voce di generale, esercitava insieme l'ufficio di pontificio teologo, come si disse, entrò nella disputazione; e per escludere questa potenza della Chiesa, molto si fondava nell'astinenza dall'atto continuata in quindici secoli, benchè gl'inconvenienti fossero accaduti gli stessi. Ma rispondevasi, che la Chiesa avea sperati fruttuosi gli altri rimedii, i quali poscia sperimentati ineffi

caci, veniva a questo. Che se la ragione del Lainez avesse forza, non sarebbe convenuto fare in concilio veruna legge nuova, potendosi dir contro a ciascuna, che la Chiesa per quindici secoli non l'avea fatta.

A poco a poco, crescendo il fervor negli animi e nelle voci, e 'l numero nei parlatori, mentre frapponevasi nel colloquio or questi or quegli de' prelati, la conferenza trascorse in contenzione, ed in confusione. Contra il Valentico, il quale, per ischermirsi dall'autorità che la parte opposta riceveva dalla numerosità, produsse l'esempio del profano sinodo ariminese, e del secondo efesino, ne'quali il minor numero difese le sentenze migliori, suscitossi strepito grande, quasi volesse comparare quegli inlegittimi concilii al tridentino, il che non era in verità suo intendimento: ma chi ode se stesso paragonato a cosa rea, sul primo suono il suol prendere ad ingiuria, quantunque non sempre il paragone cada nella qualità rea. Anche il Lainez, chiamando le coscienze di chi volea quel nuovo decreto annullante, men ragionevoli, cioè, meno eque, fu rampognato da uno degli oratori.

Dopo le molte, il parlamento si terminò con poco decoro, e con nessun frutto, secondo il solito fine di tali azioni: essendo più acconcia allo scoprimento del vero, tra la dubbietà dagl' intelletti discordi l'ombra de' ragionamenti domestici, che la luce delle disputazioni solenni.

Era venuto (1) in questo tempo un corriere del re cattolico all'ambasciadore spagnuolo, il qual di poi, visitando i Legati, si tenne sul generale intorno alle domande commessegli: il che dava indizio che elle ne fossero molte, nè gravi, però che chi vuol far viaggio grande, non è tardo a muoversi. Riferì che sua maestà prendeva intera soddisfazione della session passata, e del rispetto avutole in essa: accennando il modo tenuto nella lite dei luoghi, e dell'onoranze co'Francesi. Essersi appagato il re della poliza fatta dai presidenti all'ambasciadore sopra la particella, proponenti i Legati. Ora desiderare che tal particella senza più indugio si dichiarasse, per le ragioni che 'l conte avrebbe loro mostrate in una scrittura.

(1) Lettere de' Legati al cardinal Borromeo dei 9 e de' 10 di settembre 1563.

Gli fu risposto, poco rimaner luogo a dichiarazione per opera di parole, mentre ella si facea con gli effetti, lasciandosi liberamente proporre agli ambasciadori, come erasi veduto nella richiesta de'Francesi sopra il matrimonio clandestino, e de' Vineziani sopra l'uso de' Greci: con tutto ciò, che avrebbon letta la scrittura. Gli conferirono anche la necessità di dare a'padri tutti i trentasei capi, e massimamente quello de' principi secolari; benchè sol di ventuno dovesse allora trattarsi: nè il conte vi contraddisse. Ciò dunque si pose in effetto per esecuzione della promessa fattane da' Legati solennemente nella prima universale adunanza sopra la riformazione agli undici (1) di settembre.

Il giorno appresso al narrato ragionamento fra 'l conte e i Legati avvenne un caso che diè materia di parlare (2) e contra la violenza dell'uno, e contra la debolezza degli altri. Aveano i capitoli di Spagna mandato assai tempo innanzi, co

(1) Atti del Paleotto in quel giorno.

(2) Atti del Paleotto agli 11, e lettera de' Legati al cardinal Borromeo de' 14 di settembre, e dell'arcivescovo di Zara de' 13 di settembre 1563.

me si toccò di passo in altro proposito, un tal Pedralias canonico di Segovia per loro procuratore a Trento, il qual difendesse l'esenzione posseduta per essi dalla potestà de' vescovi, al cui rivocamento sapevasi aspirare con sommo studio i prelati di quel reame. Or non essendo egli mai stato introdotto nella congregazione ad esporre le sue domande, avea fatto porgere ultimamente un memoriale al (1) pontefice, a cui supplicava che commettesse il suo negozio al concilio, e 'l facesse udire. Il papa, conoscendo l'affare scoglioso, e non volendo pigliar deliberazione in ciò che pendeva da circustanze visibili solo agli occhi de'presenti, mandò il memoriale in semplice modo a' Legati senza porvi special rescritto. Fra tanto venne commessione dal re cattolico al conte di Luna, che facesse quindi partir quel procuratore sotto pena di perdere tutti i beni da lui posseduti in Ispagna, azione (2) nè pur da' prelati spagnuoli a pieno lodata,

(1) Lettera del cardinal Borromeo a' Legati nel dì 1 di settembre 1563.

(2) Gli Atti del vescovo di Salamanca in due luoghi, e le altre scritture allegate.

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