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áddolcire alcune parole che ivi detestavano la moderna pace. Flas

Nella stessa congregazione (1) de sette di giugno e ne' di antecedenti, es se guenti furon discussi i canoni intorno a'rei usi: e varii esposero varii pensieri, com'è solito d'una gran moltitudine il proporre assai novità, e statuirne poche, essendo il primo in arbitrio di ciascuno, il secondo sol della maggior parte. Qui si riferiranno le più singulari opinioni, le quali, come più inopinate, così sono ancor più gradite alla curiosità de' lettori.

Il Facchenetti, che nelle disputate quistioni parlò con egual dottrina e pietà, espose lungi dal general sentimento sopra l'emendazion de' costumi ne' vescovi: che gli sarebbe piaciuto l'instituire, ch'essi avesser mensa comune co' lor canonici. Ma ciò, se non fu abbracciato come materia d'obligazione, fu lodato come opera di perfezione.

Non così la proposta di fra Martino di Cordova domenicano, vescovo di Tortosa, il quale, biasimando tutte le forme

(1) Sta nella relazion di questa congregazione tra le memorie del Gualtieri.

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solite d'elezioni, eziandio inverso del sommo pontefice, affermò, a lui parer la migliore, che i vescovi eleggessero a se il successore, secondo che Pietro (diceva egli) aveva eletto Clemente. Cotanto è vero che si come presso gli Etiopi il volto bruno è più bello che 'l bianco, e ad alcuni animali è cibo grato la cicuta, così niun suggetto è sì universalmente riprovato come pessimo, che a qualche' intelletto non paia ottimo.

Ben consegui l'applauso di molti il medesimo vescovo in dire, ciò che più ampiamente fu confermato per Antonio Agostini, che tutti aveano nella bocca la riformazione della primitiva Chiesa, ma che per mostrar che la bocca era fida interprete del cuore conveniva d'averla altresì nelle mani, e non tener le case, colme d'argenti, e le lor mura guernite con sontuose tapezzerie di seta e d'oro, ma gettar tutto il prezioso a' piè degli apostoli. E così anche ragionò Alessandro Sforza vescovo di Parma: nel che furon creduti proporsi per segno de❜lor pungitivi detti il cardinal di Loreno. Aggiunse l'Agostino (come ciascuno è disposto al rigore-in

richiedero que' pregi, di cui egli abbonda) che dovevansi tutti i vescovi sottoporre a severa esaminazione, e chi fosse trovato men sufficiente, fosse deposto..

- Melchiorre Avosmediani vescovo di Guadix, facendo un'acerba invettiva contra i vescovi titolari, proruppe a direc ch'essi erano stati introdotti nella Chiesa per arte del diavolo, e per infingardia de' prelati che non solamente convenia torsene l'uso nel futuro, mai già promossi riserrare in monasteria far penitenza. Indi per non incorrer nell'odio di qualche tale ch' era presente, ammolli l'asprezza con una limitazione consolativa, che a taluno di essi il qual fosse meritevole, dovea darsi vescovado con clerove popolo.

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Questa libertà in alcuni pochi di ris prendere gli usi presenti, e di proporre novità non accettate dagli altri, generava finalmente picciol fastidio a'Legati, riu scendo ciò ad un efficace e transitorio sfo+ gamento di lingue. Più erano solleciti di quelle disputazioni e quistioni che tene vano diviso quasi in parti eguali, e però sospeso ed immoto, il sinodo. La più com+

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battuta quistione era intorno alla dottrina dell'Ordine, per la contrarietà e per la fermezza delle tre nazioni più ampie. I Francesi ricusavano qualunque voce che significasse maggioranza del papa sopra il concilio, e che o approvasse quel di Fiorenza, o pregiudicasse a quello di Basilea. Gli Spagnuoli consentivano si al valore del sinodo fiorentino, si alla preminenza del papa sopra i concilii, ma volevano che apertamente si diffinisse, l'instituzione dei vescovi e la loro giurisdizione esser di ragion divina, tutto che dependente dal papa. Gl'Italiani quasi generalmente, ed alcuni pochi eziandio delle mentovate nazioni, e d'altre scarse colà di prelati, sostenevano la sentenza più favorevole al pontefice in ciascun de' predetti capi. Le persone pratiche ed intendenti, alle quali sole è indirizzata quest'opera, e che sole ne posson trarre diletto ed utilità, non prenderanno maraviglia nè scandalo che per natural condizione dell' uomo nelle materie non evidenti le opinioni seguissero assai gli affetti: nè potranno dimenticarsi, che quantunque il sinodo unito al pontefice avesse Dio per assistente, nondi

meno ciascun de' padri da per se poteva errare, e rimaner sedotto dalla passione: come anche negli elementi del mondo naturale i tutti sono incorruttibili, nè mai soggetti ad esser cavati dallo stato debito a lor natura, ma ciascuna parte è corruttibile, e soggiace a movimenti contra natura. Onde non sarà disdicevole il rappre sentare qui senza dissimulazione la faccia del concilio in quel tempo, come appunto i Legati la rappresentarono (1) al cardinal Borromeo, ei contrarii affetti delle nazioni, che ciascuna di esse riputava ordinati ad onesto fine: dalla qual contrarietà procedeva in gran parte la contrarietà delle sentenze nelle quistioni speculative de' dogmi, e de' consigli nelle deliberazioni agibili delle leggi.

Gl'Italiani stimavano gran dignità e vantaggio di lor gente il conservar la maestà, e la podestà di questo principato ecclesiastico, nel quale l'Italia sormonta l'altre regioni, quanto è loro inferiore nel mancamento d'un sol re temporale comune e natio. Onde, eccettuatine alcuni, i

(1) Il dì 14 di giugno 1563.

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