Dantologia: vita ed opere di Dante Alighieri

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Hoepli, 1894 - 408 pagine
 

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Parole e frasi comuni

Brani popolari

Pagina 297 - Sicch' io lo intendo ben, donne mie care. XLIII. Appresso a questo sonetto apparve a me una mirab il visione , nella quale vidi cose , che mi fecero proporre di non dir più di questa Benedetta, infino a tanto che io non potessi più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso , si com
Pagina 143 - Poichè fu piacere de' cittadini della bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gettarmi fuori del suo dolcissimo seno (nel quale nato e nudrito fui fino al colmo della mia vita, e nel quale, con buona pace di quella, desidero con tutto il cuore di riposare l' animo stanco, e terminare il tempo che m...
Pagina 84 - Ed io a lui : Qual forza, o qual ventura Ti traviò sì fuor di Campaldino, Che non si seppe mai tua sepoltura ? Oh, rispos' egli, appiè del Casentino Traversa un' acqua, ch' ha nome l' Archiano, Che sovra l' Ermo nasce in Apennino. Là, 've 'l vocabol suo diventa vano, Arriva' io, forato nella gola, Fuggendo a piedi, e sanguinando 'l piano.
Pagina 201 - Vinegia in servigio de' signori da Polenta, con cui dimorava; e in Ravenna dinanzi alla porta della chiesa maggiore fu seppellito a grande onore, in abito di poeta e di grande filosafo.
Pagina 156 - Romani, e appresso coronato imperadore. Il quale sentendo Dante della Magna partirsi per soggiogarsi Italia, alla sua maestà in parte ribella, e già con potentissimo braccio tenere Brescia assediata, avvisando lui per molte ragioni dover essere vincitore; prese speranza colla sua forza e colla sua giustizia di potere in Firenze tornare, comecchè a lui la sentisse contraria. Perchè ripassate le alpi con molti nimici de...
Pagina 282 - ... è massimo bene in Paradiso. Questo piacere in altra cosa di quaggiù esser non può, se non nel guardare in questi occhi e in questo riso.
Pagina 162 - E però puote anche la stella parere turbata; e io fui esperto di questo l'anno medesimo, che nacque questa Canzone, ché per affaticare lo viso molto a studio di leggere, in tanto debilitai gli spiriti visivi, che le stelle mi pareano tutte d'alcuno albore ombrate: e per lunga riposanza in luoghi scuri e freddi, e con affreddare lo corpo dell'occhio con acqua chiara, rivinsi la virtù disgregata, che tornai nel primo buono stato della vista.
Pagina 107 - Trattato, dico e affermo che la donna di cui io innamorai appresso lo primo amore fu la bellissima e onestissima figlia dello Imperadore dell'Universo, alla quale Pittagora pose nome Filosofia . E qui si termina il secondo Trattato, che per prima vivanda è messo innanzi.
Pagina 108 - E a ciò dare ad intendere si vuole sapere che le scritture si possono intendere e debbonsi sponere massimamente per quattro sensi.
Pagina 143 - ... dato) per le parti quasi tutte, alle quali questa lingua si stende, peregrino, quasi mendicando, sono andato, mostrando, contro a mia voglia, la piaga della fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata. Veramente io sono stato legno...

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