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GIAMBATISTA ZAPPI

CANZONCINA DITIRAMBICA.

COME farò

Per dir tua lode,

Gentil Custode

D'Arcadia bella;

Se una rubella

Febbre mi offese,

Nè ancor mi rese

Nemica atroce,

La chiara voce

Che m'involò:

Come farò?

TOM. II.

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L'onda leggera,

Che di Nocera a

Mi si mandò;

Come farò?

Farò così:

Prenderò almeno

Un nappo pieno,

E per tuo onore

L'almo liquore

Su l' intagliata

Tazza dorata

Giù del bicchiere

Alto cadere

Lo lascerò;

Così farò.

Roma pur fe'

Vino brillante,

Vino spumante

a Città vicina a Napoli.

D'alto versare,

Quando su l'are,

Tra i preziosi

Ambrodorosi

Arabi fumi,

A onor de' Numi

Sagrificò;

Così farò.

Io poi di più

Dentro la grande

Tazza, che spande

Il vin gradito,

Bagnerò il dito

Con gioja immensa

E su la mensa

Alfesibeo

Scrivendo andrò;

Così farò.

Fece così

Apelle ancora

Appunto allora,

Ch' ei non dovendo,

O non potendo

Dir non so come

Un certo nome,

Con labbra chete

Su la parete

Lo disegnò ;

Così farò.

Ma poi s'un dì

Bella salute

Con sua virtute

Mi rende Apollo,

Con l'arpa al collo

Io farò tanto

Tra il vino e il canto,

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