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Or su movi

Donna, e piovi

La rugiada Semelea;

Metti cura

Ch'ella pura,

Pura sia Tíonea.

Di mia Diva

Se si scriva

Il bel nome, è con sei note;

Or per questo

Io m' appresto

A lasciar sei coppe vote.

Ma se io soglio

Nel cordoglio

Sempre dir del suo bel vanto;

Maggiormente

Al presente

N' ho da dir, che rido, e canto.

Son ben degni,

Che io m' ingegni

Quei begli occhi ad onorarli ;

Son ben degni

Che io m'ingegni

Quei bei risi a celebrarli.

Fama dice

La Fenice

Apparir nel mondo sola ;

Che si mira,

Che s'ammira

Per ciascun quando ella vola:

Che le piume

D' aureo lume,

E di porpora è vestita;

Che d'intorno

Spande giorno

Con la testa oricrinita.

Qual Fenice

Uom mi dice?

Fumi sono i pregi intesi;

Più si mira,

Più s'ammira

Sovra i liti Savonesi.

Via più sola

Qui sen vola

La bellezza, onde io tutto ardo;

Più di luce

Quì produce

L'Oriente del suo sguardo.

Viva rosa

Rugiadosa

Di costei la guancia infiora:

Mai tal ostro

Non fu mostro

Per l'augel, che sì s' onora.

O Fenice,

Beatrice

Del mio cor con tua beltate;

Ben poría

L'alma mia

Dire ancor tua feritate.

Che se gira

Sguardo d' ira

La tua vista disdegnosa;

Non ha fera

Così fiera

Per l' Arabia serpentosa.

BENEDETTO MENZINI."

CANZONETTE ANACREONTICHE.

"Ve' quei, che prima in leggiadretti versi
Ebbe le Grazie allettatrici al fianco,
Il grande Anacreontico ammirabile

MENZIN, che splende per Febea ghirlanda."

DITIRAMBO DEL REDI.

Le di lui brevi Memorie si trovano nel primo Volume di questa Aggiunta.

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