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altro la verità è che tanto dalla lettera di S. Atto, quanto dalla Cronica si deduce, che i Fiorentini presero Fiesole, la danneggiarono, ma non la distrussero; e perciò non deve credersi che i Fiesolani abbandonassero tutti in un tempo la Patria, ed in Firenze scendessero ad abitare, lochè è più probabile che seguisse nel Secolo XIII. allorquando l' istesso Vescovo di Fiesole lasciata la sua antica residenza venne in Firenze ad abitare, essendoli stata conferita da Papa Gregorio IX. l'anno 1228. la Chie sa di S. Maria in Campo all'oggetto di assicurare stabilmente la quiete tra il Vescovo Eiesolano, e il Popolo Fioren tino come apparisce dalla seguente Bolla, Gregorius Episcopus servus servo¬

rum Dei.

Venerabili fratri Episcopo Fæsulano salutem, & Apostolicam Benedictionem.

Controversia, quæ inter te, & Cives Florentinos; suborta fuerat nostra provisione sopita, quia vidimus, quod ex cohabitatione. Fesulani Fpiscopi major inter eum, & Comune Florentinum poterat concordia provenire, & major Episcopatus Fæsulani securitas, & uti

li

iitas procurari, Ecclesiam S, Mariæ de Campo cum pertinenciis suis tibi providimus conferendam. Ut igitur hæ nostra provisio perpetuam obtineat firmnitatem, præfatam Ecclesiam cum pertinentiis suis de fratrum nostrorum consilio tibi, & successoribus tuis perpetuo jure concedimus liberam, & exemptam non obstante quod in litteris Venerab. Fratris nostri Episcopi Florent, & publico Instrumento, quibus suum super hoc expressit assensum, nihil de Capituli continebatur assensu, cum nos ejus supplendum duximus in hac parte defectum, nulla ergo omnino hominum liceat hanc nostræ concessionis paginam infringere, vel ei ausu temerario contraire, si quis autem hoc attentare præsumpserit, indignationem omnipotentis Dei, & Beatorun Petri, & Pauli Apostolorum se noverit incursarum.

Datum Laterani 2. Id. Ianuar. Pontif. nostri ap. I.

E l'istesso anno il Pontefice Gregorio scrisse all' Abbate di Fucecchio, e all' Abbate di S. Elmo, che dassero il Tom. I. H

pos

posssesso della Chiesa di S. Maria in Campo al Vescovo Ildeprando. (64)

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(64) Qualche tempo avanti, e fino al tempo di Onorio III. erano insorte delle serie dissenzioni infra il Vescovo di Fiesole, e il Popolo Fiorentino: Qual fosse realmente la causa di queste non ne abbiamo memorie che ce ne rendino certamente consapevoli; Io per altro non sarei lungi dal credere che i Fiorentini i quali attendevano premurosamente all' ingrandimento del loro Territorio, con abbattere e distruggere tutte le piccole Signorie vicine alla loro Città, vedessero di cattivo occhio il Vescovo di Fiesole Signore di quella Città, e che però al medesimo promovessero anche ingiustamente liti e questioni per guadagnare, come finalmente gli riuscì, il suo piccolo Stato: Qualunque per altro ne fosse la Causa, la verità è, che le dissenzioni fra i Fiorentini e il Vescovo Fiesolano dovettero sicuramente essere di non poca conseguenza, e ciò lo prova l'impegno preso dalla Corte di Roma in sedare quei Torbidi, quali cominciarono appena entrato, al Vescovato di Fiesole un certo Ildeprando di Nazion Lucchese l'anno 1220. in cui i Fiorentini suscitarono ad esso gravissime liti, e vessazioni, per causa delle quali esule se ne andò dal suo Vescova

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Se i Fiorentini invasa Fiesole nel 1126. la ritenessero sotto il loro dominio non vi sono documenti che ce ne H 2 dia

to; ricorse al Pontefice Onorio III. da cui accettato il reclamo ne commesse la verificazione al Vescovo di Modena, ma in sorte nuove turbolenze, di nuovo Papa Onorio l' anno 1224. e ottavo del suo Pontificato il dì 8. di Giugno diresse per tale affare il seguente Breve al Vescovo di Faenza, che era in quel Tempo un certo Alberto, all' Abate di Nonantola, e a Tancredí Canonico Bolognese, celebre nelle decretali illustrate dal Cironio.

HONORIUS EPISCOPUS SERVUS SERVORUM DEI.

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"Venerabili Fratri Episcopo Faventino, & dilectis Filiis Abbati Nonantulae Muti,,nensis, seu nullius Diaecesis, & Magistro ,, Tancredo Canonico Bononiensi salutem, ,, & Apostolicam Beneditionem scribentibus " nobis olim venerabili Fratri nostro Epi"scopo Mutinensi, ut personaliter accedens Florentiam, Potestatem, Consiliarios & populum Civitatis ejusdem moneret efficaciter, induceret ad satisfacendum de. damnis & iniuriis irrogatis Venerabili Fra

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diano contezza, da quelli per altro da me sopra citati si comprende chiaramente che nel 141. il Vescovo era Si

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tri nostro, & Ecclesiis Faesulanis, & si " necesse foret censura Ecclesiastica coarcta" ret, idem Mutinensis mandatum nostrum ad monitionem, diligenter executus datis 99 induciis testes lite non contestata, proces"serat revocato Comuni Florentino, quia "banniverat praedi&tum Episcopum Faesula"num contra Deum, & Ecclesiasticam li,, bertatem, propter iniuriam, banni expen-. ,, sas, & damna tali occasione, secuta taxa" tione Iuramento praemisso in mille libras "usualis monetae, eidem Faesulano Episco"po sententialiter duximus condemnandum, ,, Caeterum Causam super altis damnis & "Iniuriis ab eodem Comuni praefatis Epi"copo, & Ecclesiis irrogatis, sic nostrae , discretioni duximus committenda per Apo" stolica vobis scripta mandantes, ut de no-. toriis satisfieri faciatis ejsdem, & de dubiis, habentes Deum praeoculis, cogno"scentes, quod Iustum fuerit, appellatione "postposita decernatis, facientes quod de" creveritis per censuram Ecclesiasticam fir,, miter observari. Testes autem qui fuerint " nominati, si se gratia, odio, vel timore subtraxerint, per Censuram eamdem, ces

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99 sante

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