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in altra carta contenente un' Istrumento di donazione, celebrato in Firenze l'anno XVII. del Regno di Carlo Magno, Tom. I. e X

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,, galis Excellentiae vestrae benignitatem &c. "Scilicet Monasterium Santi Hillarii Confes", soris Christi, qui Pons in Calligata una " cum Hospitalibus, qui per Colles Alpium ,, siti sunt, pro peregrinorum susceptione, " possimus, ut a nulla magna parvaque per"sona qualibet Invasione Brachium pati, ve"stra eximia sinat Clementia: Sed in omni"bus pro Monacorum Deo servientium lau

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dibus; atque susceptione peregrinorum, Ju, stitiam illic conservare, sicut solita est, di"gnetur: Et Invasionem quam Gundibrandus "Dux Civitatis Florentiae in eodem Mona„sterio, ingerit in Curte quadam Sassentina ,, Territorio scilicet Florentino arripiens ex ea „ illicite plura peculia, quae illi minime " pertinent, abstollendo emendare Jubeatis ,, simulque Terras, quas ex ipsa Curte plures homines sine ratione abstulerunt, reddere vestra a Deo inspirata regalis potentia faciat &c., con quel segue ec. E per quanto non si abbia notizia se questa lettera fosse scritta avanti, o dopo la terza venuta di Carlo in Italia, e cosa certa peraltro, che deve essere stata scritta prima dell'anno 795.

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e X. di Pipino fatta da Atroald, Adonald, e Adopald figli del quondam Atriperto, ricchissimi Uomini Fiorentini alla

poichè questo fu l'anno emortuale del Pontefice Adriano I. dopo 23. anni, 10. mesi, e 17. giorni di glorioso Pontificato; E non è sproposito il credere, che questa Invasione fosse fatta dal Duca di Firenze anche qualche anno avanti al ricorso fatto da Papa Adriano al Re Carlo, essendo molto verosimile che egli non subito ricorresse al supremo Imperante; Et in conseguenza ci avvicinerebbemo non poco alla prima venuta di Carlo in Italia, e perciò si accosterebbe al vero l'opinione del Capitan Cosimo della Rena, che il Duca Gundibrando si trovasse a ricevere in Firenze il Re Carlo: Tuttociò parmi, che provi ad evidenza lo sbaglio del Lami nel credere, che Firenze per il suo pessimo stato non significasse cosa alcuna, e restasse inclusa nella Città di Fiesole.

Avvalora poi la mia opinione (cioè che i suddetti due Monasteri donati al Monastero di Nonantola non fossero in Firenze, il non aver memoria, che S. Michele in Orto sia stato mai Monastero, nè su questo articolo cader può il dubbio, che fosse stata una Chiesa Collegiata, i di cui Cherici fossero vis

la Badia di S. Bartolommeo (5) di Ricavata si legge.,, In nomine Domini. Re"gnante Domino nostro Carolo, & PiB 2 pi

suti in comunione, essendo state talvolta tali Chiese dette Monasteri, poichè non ha niente del verosimile, che i Fiorentini in tante desolazioni, e disgrazie sofferte sotto i Goti, e Longobardi, potessero aver comodo di fondare Collegiate, Conosciuto dall' istesso Lami il suo errore, pretese correggerlo in altro luogo con altra congettura, che io del tutto credo non esser seguitabile. Dice egli adunque, che il Monastero di S. Miniato non fosse la Basilica di S. Miniato al Monte, ma bensì la Chiesa di S. Miniato detta tra le Torri, posta in Firenze, sempre peraltro insistendo a credere, che la dizione in Civitate Fesulana, vuol dire dentro Firenze; Considerando egli il significato delle parole della Donazione di. ce, che dalle medesime si intende, che i due Monasteri di S. Miniato, e S. Michele, donati al Monastero Nonantolano, fossero molto ricchi, e che avessero degli Oratorj piccoli Monasteri ad essi dependenti, ciò non esito punto a credere anche io, e penso, che avessero sottoposte due Chiese sotto il medemo titolo poste in Firenze, ciò che m' induce a pensare in questa guisa è una memoria

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"pino, ejusque filio, viris excellentis,, simis, Regibus, anno Regni eorum in Italia septimo decimo, & decimo, Indictione XIII.

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dell' Archivio di Nonantola, la quale così parla. " Anno 1040. coram Gothebaldo Mis"so, & Cappellano Henrici Imperatoris dis" sceptatum est inter Azzonem Praepositum Ecclesiae S. Michaelis de Florentia adhe " rentem Monasterio Nonantulano, & Willielmum Clericum defendentem pro se Ec,, clesiam S. Miniati ejusdem loci: Sententia fuit. etiam ex renunciatione spontanea praedicti Willielmi, eamdem Ecclesiam cum A"rea sua spectasse, & spectare ad Monasterium Nonantulanum. Questa memoria ci dimostra con sicurezza, che il Monastero di Nonantola era padrone di due Chiese in Firenze, una detta S. Michele, e l' altra S. Miniato, e penso possino essere state due Chiese soggette ai Monasteri donati dal Re Carlo al Monastero Nonantolano, e in questo caso può darsi, che la Chiesa di S. Miniato fosse quella in Firenze detta tra le Torri, e la Chiesa di S. Michele quella denominata in Orto, sebbene questa trovisi sempre con tal denominazione in tutte le Scritture rammentata, ma non crederò mai peraltro, che queste due Chiese fossero i due Monasteri nomi

Se Carlo Magno donò liberamente Chiese esistenti in Firenze, se i privati nei loro contratti marcarono il suo Regno, e se egli nelle vicinanze della Città tenne dei pubblici giudizj, esercitando pienamente la sua Sovrana Autorità, chi mai potrà non credere, che egli fosse riconosciuto per legittimo Signore di Firenze, e del suo Contado?

E che nell'anno 897. Firenze fosse soggetta a Lamberto Imperatore, lo proB 3

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nati da Carlo Magno nella sua Donazione, imperocchè, come abbiamo dimostrato se fossero stati questi, in vece di usare la Dizione in Civitate Fesulana, avrebbe detto in Civitate Florentina.

(4) Questo Vadum = Medianum pensa il celebre Dottor Lami nelle sue Lezioni d' Antichità Toscane, che possa essere il mezzo di Varlungo, detto in antico Vadum longum.

(5) L' Abate Ughelli credè che questa Badia potesse essere quella di S Bartolommeo a Ripoli, ma prese sbaglio, come dottamente prova il Gamurrini, il quale dimostra evidentemente che questa Badia di Ricavata era nel Mugello in luogo oggi detto Galliano, fondata l'anno 690. da Adonaldo della Famiglia Ubaldini.

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