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pertinentiis, sive domnicatis, sive ab aliis detentis, & quicquid Rustichellus filius Bonini fantoris tenuit, & habuit loco Lignaria, (47) in S. Quiri,, co, & in di&tis locis, scilicet prope Pon,, tem (48) Florentinum, simul cum una Turri infra jam dieta Civitate, & quicquid praedi&ti homines habuerunt infra Comitatum Florentinum, & Fesulanum. Praecipientes itaque jube,, mus, ut nullus Dux, Archiepiscopus, Episcopus, Marchio, Comes, Viceco,, mes, Sculdacius, Castaldìo, nullique nostri Regni magna, parvaque perso,, na audeat praedictam Ecclesiam, suosque Abbates de jam dictis rebus molestare, inquietare, lacerare, vel sine legali Judicio disvestire. Si quis au,, tem huique nostri praecepti violator extiterit, sciat se compositurum Auri optimi libras C. medietatem Camerae ,, nostrae, & medietatem praedictae Ecclesiae, Abbati, suisque successoribus. Quod ut verius credatur, & diligen

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(46) Cioè nel Ronco, che oggi è una strada dentro Firenze verso la Porta Romana. (47) Legnaja, piccolo Borgo distante un miglio da Firenze.

(48) Il Ponte vecchio,

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ligentius ab omnibus observetut hanc paginam sigillo nostro jussimus inferius insigniri, manu propria roboran

tes.

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Sign. Domni Chuonradi Augusti Invictissimi Romanorum Imperatoris. Episcopus & Cancellarius

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vice Heremanni Archicancellarii re,, cognovit :

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Datum X. Kal. Augusti Indi&t. XI. An. Dominic. Incarnat. 1038. An. Domni Chounradi Regni XIV. Imperii XIII. Actum Vidilianae feliciter. Amen.

In questo Diploma vedesi, che Corrado in tutto lo spazio di Firenze haveva confiscate Case, e Torri, e le donò a chi volle, come padrone dei beni di coloro, che offeso aveano le leggi, e la Maestà; Se egli non fosse stato Sovrano di Firenze, ognun vede, che non averebbe potuto confiscare i beni dei suoi abitanti.

Non è questo il solo atto che abbiamo di Corrado, ma diversi altri Diplomi spediti nel 1030. e nel 1034. confermano ad evidenza il di lui Dominio sopra la Città di Firenze. Se i Vescovi, e gli Abbati ricorrevano in quei

tem

tempi agli Imperatori per dei privilegi, e per degli atti di giustizia, come mai non dovremo senza alcun dubbio credere che fossero riconosciuti per legittimi Sovrani?

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L'istesso Imperatore vi è tutto il motivo di credere, che in quell' anno 1038. onorasse colla sua presenza la Città di Firenze, poichè nella Primavera abbiamo un Diploma, che si conserva nell' Archivio Arcivescovile di Lucca, e pubblicato dal Murato i nelle Antichità Italiche Dissertazione 40. risegnato a favore dei Canonici di detta Città, che ci assicura essere stato in Vivinaia Contado Lucchese così è la data, VII. Kalend. Martii ad Viam Vinariam in Comitatu Lucensi Anche queste frequenti venute degli Imperatori in Toscana › provano essere stata questa una Provincia al loro alto dominio soggetta.

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Nell'anno 1039. mancato al mondo Corrado successe all'Impero il suo figlio Errico cognominato il Nero, e per conseguenza all'alto dominio della Città di Firenze, ove entrò nell'anno 1055. con tutti gli onori al suo grado dovuti, e secondo il Cerretani Istorico Fiorentino ivi assistè ad un Concilio generale che

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vi si tenne da Vittore II. Papa (49) Le parole del Cerretani son queste,, Al ,, tempo di Arrigo II. ( lo nomina così (lo contandolo il secondo tra gl' Imperatori) si fece Concilio in Firenze, e la Corte vi so ggiornò assai, di qualità, che la Città ne venne ricca, e potente. Il Papa tenne un Concilio in Firenze alla presenza dell' Imperatore, nel qual tempo egli diede non equivoci segni del suo alto dominio, praticando gli Atti della maggiore autorità contro Goffredo Marchese, e e contro Beatrice Duchessa di Toscana ponendola in arresto, e ritenendola prigioniera. Ermanno Contratto racconta questo fatto all' anno 1055. in questa guisa.,, Imperator expeditionem in Italiam paravit, & diem sanctum Pascha Mantuæ egit, diem autem Pentecostes Florentiæ, coram eo a Domino Papa ( Victore II.) ", generali Synodo habita multa correcta sunt. Imperator Goffredum capitali sententia adiudicatum per interventum ,, Episcoporum dimisit... Beatrix Impe

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(49) Giusta gli Scrittori più critici, questi fu il primo Concilio generale ragunato in Firenze.

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,,peratori ad deditionem veniens causa Mariti sui, quanquam data fide, te,, netur, filiusque ejus puer Bonifacius, hac causa venire veretur: sed non multis interpositis diebns cum Imperator ibidem moraretur idem

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moritur.

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puer

Ora è da sapersi, che gli Imperatori costumavano per lo più di non assistere ai Concili se non erano convocati in qualche Città del loro Impero.

È che nell' anno 1059. governasse la Città di Firenze il Duca, e Marchese Gottifredo come marito di Beatrice, lo manifesta chiaramente un Placito da esso Marchese tenuto nel Borgo di S. Genesio a favore della Badia Fiorentina, per assicurarle il possesso della vicina Chiesa di S. Martino, (50) come lo provano ancora un privlegio di detto Marchese, dato in Firenze il dì 9. Giugno 1059. a favore di Arnaldo Vescovo di Arezzo, confermandoli la donazione fattale dai Conti Gualfredo, e Rinieri, del Ca

(50) Questa Chiesa, è quel piccolo Oratorio, che oggi appartiene alla Congregazione dei Buonomini di S. Martino, instituita da S. Antonino Arcivescovo di Firenze.

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